Sembra un film già visto. Una serie tv in cui il leitmotiv rimane sempre lo stesso.
La Ternana gioca bene, produce palle gol, segna. Poi viene ripresa e diventa un problema trovare il gol della vittoria. E così sembrano uguali anche i commenti del post partita, con la delusione che ti pervade perché pensi ogni volta che sia il momento buono per cominciare a volare. Perché non è possibile che tutto giri storto e che quindi prima o poi tocchi anche a te.
Il problema è che ormai questo per la Ternana è diventato un brutto vizio. Oggi la croce è sulle spalle di Partipilo – reo di aver sbagliato la più facile delle occasioni: con quel rigore staremo a parlare di un’altra Ternana e avremo sicuramente un altro umore.
Ma l’umore cambia, i concetti no. La Ternana, se vuole cambiare passo, se crede davvero ancora alla possibilità di dare fastidio alla Reggina deve assolutamente non prendere più gol.
Come dicevamo il ritornello è sempre lo stesso. Ormai, al giro di boa, si possono fare delle considerazioni (anche statistiche) con un certo peso. Dopo un girone viene fuori la caratteristica principale della squadra. E questa squadra – purtroppo – prende troppi gol. Lo abbiamo detto tantissime volte, lo ha sottolineato (anche spiegando il lavoro fatto in settimana) lo stesso allenatore che ora – a maggior ragione – sarà chiamato a insistere maggiormente.
Basta un dato (al di là del numero dei gol subiti in assoluto) per spiegare la situazione.
La Ternana in questo girone di andata è passata in vantaggio per 12 volte su 19.
In 8 circostanze, Cavese compresa, ha subito il gol del pareggio. In 6 circostanze ha comunque avuto la forza di andare a vincere la partita, in due volte invece non è riuscita a tornare a riprendersi i tre punti (stasera appunto e contro la Vibonese).
Quindi soltanto 4 volte, andando in vantaggio, non si è fatta rimontare: Rieti, Potenza, Bisceglie e Picerno. Non sarà un caso che per tre di queste quattro partite le vittorie sono arrivate senza aver subito gol (e la quarta contro l’ultima del girone).
Di sicuro la Ternana ha una grande forza: quella di tornare a riattaccare per andare a prendersi la vittoria. Ma siccome questo non può succedere sempre è rischioso. E soprattutto è dispendioso a livello fisico e mentale. Ha anche la forza di non farsi mai recuperare completamente (non è mai successo) ma sapere che per vincere devi fare due gol non è tranquillizzante.
E c’è anche un altro dato: la Ternana non ha mai pareggiato 0-0. Quando non ha segnato ha perso (Monopoli, Bari, Avellino e Casertana). E sono state più le gare in cui non ha segnato (4) che quelle in cui non ha subito gol (3).
In estrema sintesi quando la Ternana è riuscita a segnare ha sempre fatto punti. Anche in rimonta (come con la Reggina e con la Vibonese, per il pari, o come contro il Catania, vincendo addirittura).
Registrare la fase difensiva (anche oggi preso un gol da un cross proveniente dalla metà campo avversaria su calcio piazzato…) significherebbe necessariamente fare più punti.
Per la qualità di gioco espresso, perché la Ternana le occasioni le ha anche se non riesce a sfruttarle tutte. Anche se oggi avesse segnato Partipilo (su rigore per giunta) o se il fuorigioco fiscale a Vantaggiato non avesse fatto annullare il gol la Ternana avrebbe avuto ancora la forza di una piccola rimonta.
E’ come segnare in ogni partita due gol decisivi. La Ternana su 11 partite 7 (quindi decisamente più della metà) le ha dovute vincere due volte in 90 minuti (quella con il Catania ancora d più!).
E una volta trovato il modo di subire di meno, sarà meno complicato guardare la classifica.
Domani la Reggina potrebbe scappare a +12. Sinceramente? Poco cambia. Sempre 4 partite “di vantaggio” sono. Non è cambiato molto rispetto alla scorsa settimana. E’ per questo che siamo d’accordo con Gallo. La squadra non è allo sbando e non è in crisi. Ha tutte le potenzialità per riprendersi in classifica. Troppo tardi? Vedremo. Intanto non si può certo mollare con un girone a disposizione. Il calcio è strano e si ha il dovere di crederci fino alla fine. Bisogna fare un filotto di vittorie, poi alzare la testa e vedere a che punto ci si trova. Bisogna crederci, fino all’ultimo. E poi – eventualmente – pensare ai playoff.
Non si può abdicare adesso. Non per questo bisogna chiudere gli occhi e far finta che il distacco non ci sia. Ma smettere di crederci – per tutti – sarebbe un delitto. Una mancanza di rispetto. Per la piazza, per il patron e per sé stessi. Chi non ci crede può anche lasciare: qualsiasi ruolo abbia. C’è anche il mercato che può aiutare. La sfida è impossibile? Non ancora
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