Un clamoroso passo indietro. In tutti i sensi. Sia nello sviluppo del progetto di Gallo, sia a qualche mese fa.
Che una gara nasca storta e finisca male ci può stare. Il Monopoli ha aggredito la Ternana e l’ha sconfitta con le sue stesse armi: aggressione alta, difesa solida e ripartenze veloci. Ha asfissiato la manovra rossoverde e ha costretto la Ternana a giocare male.
La “preoccupazione” (se così vogliamo chiamarla) è che come lo scorso anno la Ternana si è svegliata solo quando è andata sotto. Non di un gol, ma addirittura di due. Si è svegliata non quando Gallo ha provato a cambiare inserendo prima Furlan, poi cambiando praticamente tutto il centrocampo e Marilungo. Ma quando è arrivato il secondo schiaffo.
Troppo tardi. Troppo tardi forse sarebbe stato anche se il gol di Furlan fosse stato buono. Troppo tardi e la domanda nasce spontanea: perché non prima quella rabbia, perché non prima quell’intensità, perché non prima quella voglia di attaccare l’avversario?
Una risposta possiamo darcela da soli: il Monopoli ha abbassato il ritmo, i cambi hanno abbassato il baricentro dei nostri avversari e la Ternana ne ha approfittato. Ma non può essere solo così. E siccome prevenire è meglio che curare, cerchiamo di non cadere negli errori dello scorso anno quando la squadra (che scarsa non era) si riteneva in grado di poter vincere tutte le partite solo perché la qualità media era alta.
In Serie C non è così. Alla qualità bisogna accompagnare l’intensità. Bisogna accompagnare la corsa. Bisogna accompagnare la grinta le voglia di andare oltre i propri limiti. Specchiarsi, sul campo di gioco, non è mai una buona idea. Forse le tre vittorie consecutive non hanno fatto bene all’ambiente. Forse è solo un incidente di percorso, determinato anche dalla pessima giornata che hanno attraversato alcuni dei giocatori più importanti in maglia rossoverde, a partire da Marilungo che non è mai riuscito ad incidere.
Non è una questione di uomini. Anche se poi potremmo ragionare sulla posizione ibrida di Furlan che quando invece è stato spostato sulla fascia (ma veramente possiamo ritenere “buoni” gli ultimi 10 minuti di partita giocati a testa bassa) ha piazzato due o tre giocate interessanti, gol annullato compreso. Oppure su Paghera dottor Jeckyll (quando entra dalla panchina) o mister Hyde (quando parte dall’inizio), anzi un mister Hyde un po’ nervoso, che non riesce a trasformarsi. Come Hulk Torromino che verde non è diventato affatto, anche se era chiamato a sostituire un Marilungo irriconoscibile, facendo più o meno la sua stessa figura. Oppure di Palumbo che dimostra sempre di avere delle grandi potenzialità ma che finora dall’inizio non ha mai giocato. Oppure di sapere cosa è successo a Russo in occasione del retropassaggio corto che poi ha spalancato le porte (anzi la porta) a Jefferson.
Partita da cancellare, da dimenticare. Anzi no. Da mettere nei muri dello spogliatoio come un monito: da non dover ripetere mai più. Ora inizia la fase difficile e vogliamo rivedere la Ternana di Vibo Valentia. Cancellarla dalla testa dei tifosi, mantenerla come punto di riferimento per i giocatori e per la squadra.
Deve essere un incidente di percorso, non facciamola diventare una malattia. Ma non nascondiamola neanche sotto il tappeto.
Questa squadra ha la possibilità di superarla agevolmente. Basta non iniziare una caccia alle streghe. A patto che rimanga uno scivolone. Si può cadere: l’importante è rialzarsi. Subito.
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