Un punto, convinzioni e rammarico: ora una volata in 18 tappe

Un punto, convinzioni e rammarico: ora una volata in 18 tappe

Un dettaglio della maglia della Ternana Calcio

La Ternana avrebbe potuto vincerla, se ne torna a casa con un pareggio che le sta stretto e comunque con il primo posto in tasca, sebbene ora da dividere sia con Pescara che con Entella. Da oggi inizia un altro campionato. Tutti alla pari, senza penalizzazioni: chi fa più punti va in A. E la Ternana dimostra a tutti di esserci con pienissimo diritto.

Una partita scorbutica, bisognava aspettarselo e Abate infatti lo sapeva. Non solo: la Ternana sapeva anche che avrebbe potuto cambiare modo di interpretare la gara. A seconda della disponibilità dei giocatori. Giocare a 3 o giocare a 4. E – come ormai ci ha abituato in questo campionato – lo ha fatto in maniera straordinariamente solida in entrambi i casi.

Il pareggio è giusto, ma se c’è una squadra che avrebbe meritato di più, per le occasioni da gol create, è proprio la Ternana. E questo è il lato positivo e contemporaneamente negativo della partita dell’Adriatico. I rossoverdi sono stati certamente i più pericolosi, Plizzari probabilmente il migliore in campo (insieme a De Boer). Ma quando nei big match non concedi praticamente nulla e sprechi almeno tre occasioni da gol importanti, se non la vinci, puoi solo prendertela con te stesso.

La Ternana ha fatto la partita che si aspettava: di sofferenza nei primi minuti dopo a causa della grande intensità che hanno messo in campo gli avversari e poi l’ha presa in mano. Portandola dove avrebbe voluto, avendo le occasioni da gol che si è costruita, dimostrando un’autorevolezza incredibile anche nel campo più difficile del girone. Non ha segnato per questione di centimetri e per un portiere, Plizzari, che già da quando era a Terni aveva dimostrato di poter fare carriera.

Curcio, Donati e Cianci hanno avuto tre palle gol gigantesche. E il rammarico è tutto lì. Il famoso bicchiere mezzo vuoto. Quando hai tre occasioni così in casa di chi con te sta lottando per l’unico posto al sole devi avere la forza (mentale, tecnica, psicologia, tattica) di sfruttarle e di metterla ko. Non sarebbe stato decisivo vincere a Pescara, intendiamoci, ma gli avresti dato una spallata niente male. A livello psicologico.

Rimane invece tonico il Pescara ma la Ternana dimostra di essere più pronta. Non ha rischiato praticamente nulla, Vitali non si è sporcato di fatto i guanti, ha creato di più. Ha dimostrato che anche in emergenza estrema riesce ad essere dominante.
E’ questo il dato migliore che arriva dall’Adriatico. Questa Ternana senza 6 giocatori più uno infortunatosi subito (Vannucchi, Capuano, Tito, Damiani, Krastev, Mattheus e Maestrelli) riesce ad interpretare comunque la gara nel miglior modo possibile. Senza scuse, senza alibi, senza tirarsi indietro. Trovando nuovi equilibri, chiedendo sacrifici ai suoi uomini. Pensate a Martella centrale, Donati a sinistra, Romeo che si sposta da una parte all’altra del campo, De Boer che si è ritrovato da regista e si sta riscoprendo grande interprete.

Questa è una squadra matura, forte, sicura, convinta. E’ una squadra che riesce ad essere pericolosa anche quando la giornata di Cicerelli e Cianci non è scoppiettante. E’ una squadra che è solida in difesa anche quando mancano Capuano e Tito. E’ una squadra.

Ora si riparte: tutti alla pari. Tutti lì. Non sarebbe stata decisiva neanche in caso di vittoria. Non lo è certamente ora che è finita in pari. Può festeggiare di più il Pescara, per il pericolo scampato. Ma la Ternana deve mantenere questa mentalità e questa intensità: il girone di ritorno è appena iniziato. Sarà lunga, sfiancante, difficile, mentalmente logorante. Ma la Ternana finora ha dimostrato di essere pronta. Parola al campo, sempre. E il campo ha parlato ancora.