Alzi la mano chi si aspettava dopo Entella e Frosinone di avere 4 punti in più in classifica. Alzi la mano chi se lo aspettava e chi si aspettava contemporaneamente una Ternana così credibile e solida, capace di soffrire e di far male, di cadere e rialzarsi. Di rialzarsi dall'ultimo posto in classifica (o quasi) e di respirare un'aria un po' più sana.
Intendiamoci: non è che ora la squadra è salva. Ma almeno ha cominciato a trovare delle certezze. Intanto per la prima volta Carbone riesce a riproporre la stessa formazione della settimana precedente. E questo aiuta certamente. Poi i giovani rossoverdi stanno acquisendo sempre più certezze. Germoni continua a crescere partita dopo partita, Petriccione capisce di saper giocare in più ruoli (come Palumbo), Palombi sembra un trentenne. Per non dimenticarsi di Valjent che nonostante le 78 partite in B è sempre un 95 (quasi 96 visto che è di dicembre). Questa squadra in campo aveva soltanto due trentenni: il portiere e il capitano Zanon e Defendi. Gli altri erano tutti ragazzi degli anni 90: i più "vecchi" Masi e Falletti (92)
Ed è andata in casa della prima in classifica dove invece gli "anni 90" erano solo 3: Bardi (92), Gori (93) e Churko (93): non a caso sostituiti. Insomma a livello di esperienza e fisicità la Ternana avrebbe dovuto soccombere. Il Frosinone ha fatto una partita maschia, molto aggressiva, spinta dal pubblico che se la prendeva in continuazione con l'arbitro (che invece ha visto bene su tutte le occasioni importanti, tranne che su Gori che doveva essere espulso…) ma non ha quasi mai veramente impensierito la Ternana.
Questi venivano da 7 vittorie nelle ultime 8. 5 vittorie consecutive, Ciofani quasi sempre a segno. Hanno segnato su un errore del portiere rossoverde e poco più.
La Ternana ha meritato il punto perché se l'è sudato. Se l'è guadagnato lottando.
È vero: ha concesso campo all'avversario (ma alle volte non si poteva fare altrimenti), ha ondeggiato senza sbandare. Ha avuto difficoltà a ripartire con frequenza. Ma il punto è frutto del lavoro, di un'identità che finalmente si vede in campo.
E allora, giusto per il gusto di poter dire: miglioriamo ancora, ecco su cosa dovrà lavorare ancora Carbone con i suoi ragazzi: le tre disattenzioni che abbiamo notato oggi. Al di là della papera di Aresti (errore individuale, peraltro ampiamente superato dal portiere della Ternana) la squadra ha subito due contropiedi che potevano essere letali uno su una sponda sbagliata di Palombi e uno su un calcio d'angolo non sfruttato dai rossoverdi. Qui l'errore probabilmente è di attenzione, di corsa, di lettura sbagliata della squadra. Ma il tempo lavora dalla parte di Carbone e dei suoi ragazzi.
La Ternana sta diventato squadra. Ora speriamo cominci a cambiare anche la classifica.
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