La Ternana dovrà scendere in campo contro il Venezia per vincere. Non c’è spazio per altro, dopo una partenza del genere. E per centrare un’impresa del genere, che dovrà essere soltanto la prima di una lunga serie, servirà l’impegno e l’appoggio di tutti. Servirà dover prendere forza e coraggio anche dai particolari, anche dalle piccole cose. Servirà l’apporto e il supporto di ognuno dei tifosi della Ternana.
Per novanta minuti, quelli della partita, servirà spingere tutti dalla stessa parte. Poi penseremo a quello che succede una volta finita la partita. C’è in palio una bella fetta di sopravvivenza. Troppo importante vincere, per continuare a sperare, per non sentirsi condannati già al 4 di novembre.
Sembra paradossale ma è così. Pensare di poter essere già spacciati al 4 di novembre, dopo 12 partite sembra un’eresia, ma in realtà sarebbe soltanto la dura e cruda realtà. Perdere significherebbe rimanere ancora a sei punti, in fondo alla classifica, magari ultimi, con davanti un campionato si, ma con alle spalle le macerie.
Vincere significherebbe avere una prospettiva diversa. Permetterebbe di ancorarsi a qualcosa invece che continuare a scivolare in questo pozzo senza fondo e di tentare la scalata. Sarebbe una barretta energetica per riprendere le forze e continuare a spingere, una boccata d’aria. Lo stimolo, una luce in fondo per chiamare di nuovo a raccolta tutti e prepararsi a spingere di nuovo.
Perdendo si perderebbero anche le certezze, residue, rimaste finora. Si rimetterebbe di nuovo in discussione tutto. Probabilmente non sarà più compito di Lucarelli rimettere a posto i cocci. Si respirerebbe ancora più pessimismo. E quelle domande che ci siamo fatti qualche giorno fa, avrebbero ancora più forza.
Nel calderone del disastro ora tutti provano a darsi una mano per cercare di uscirne, dopo ognuno sarebbe schiacciato dal peso delle proprie responsabilità.
L’allenatore è il primo a pagare, in questi casi, se i risultati non arrivano. Ma difficilmente tutto cambia, con un semplice esonero. I punti di sicuro non tornano.
Era stato sbandierato ad inizio avventura, che la SerieB si poteva fare in maniera egregia anche senza spendere così tanto. Oggi i risultati (e le prestazioni individuali) dicono esattamente il contrario e punteggiano di presunzione le dichiarazioni estive. Finora si sono cercate soltanto giustificazioni: la sfortuna, lo stato di forma, il mercato in poco tempo, il cambio di proprietà, gli arbitri o una partita storta. Stavolta le parole non servono, stavolta bisogna vincere.
Ecco perché serve l’aiuto di tutti. Una Ternana in difficoltà non aiuta nessuno. Sarebbe una disgrazia, in generale. Al di là delle simpatie o delle antipatie, al di là dei rapporti personali, delle furberie o dei mugugni.
Stavolta servono i tre punti. E poi ancora, e poi ancora. La Ternana non è (ancora) morta. E lo deve dimostrare anche la città. Lo deve dimostrare lei stessa sul campo. Il funerale lasciamolo fare agli altri, anche se i becchini sono già in città.
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