I recenti accadimenti in chiave rossoverde, assai suggestivi sia sotto il profilo sportivo, che sotto quello dell' assetto societario, mi inducono a delle riflessioni più pacate rispetto a quelle "di pancia" scatenate dalla pesante sconfitta casalinga con l'Imolese di due domeniche fa.
Il fatto è che la serie nera di risultati infilata dalla Ternana a partire dall'ultima vittoria (quella del 27-12-2018 con il Teramo) e la conseguente sequela di prestazioni scadenti collezionate nonostante il doppio cambio di allenatore, ha indotto un po' tutti, compreso il sottoscritto, a ritenere che lo spettro della doppia retrocessione si stesse trasformando in un incubo piuttosto realistico.
Se al crudo e preoccupante dato sportivo si aggiunge poi tutta la serie di rivoluzioni e controrivoluzioni, talvolta al limite del surreale, cui è andata incontro la società di via della Bardesca negli ultimi tempi, il quadro di una stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista è bello che dipinto.
Inevitabili pertanto le contestazioni feroci di quel che resta della tifoseria rossoverde, lo stadio semideserto in occasione della partita con il Pordenone e la convinzione generale che il match contro gli uomini di Attilio Tesser si sarebbe rivelato l' ennesimo e forse definitivo disastro calcistico.
È successo invece che domenica scorsa
la Ternana abbia disputato la miglior partita della stagione proprio contro la corazzata friulana, sfiorando quella vittoria che alla fine non avrebbe fatto gridare nessuno allo scandalo.
Un pareggino che in verità muove di poco la classifica, ma che è però scaturito da una prestazione finalmente convincente, tignosa, volenterosa ed anche tecnicamente apprezzabile.
Un inaspettato mezzo miracolo, dati gli attuali chiari di luna.
Ma la novità vera è rappresentata paradossalmente dal nuovo organigramna societario, che, per dirla alla Mario Ferretti (celebre commentatore radiofonico delle mitiche imprese di Fausto Coppi), vede finalmente "un uomo solo al comando".
E cioè quello stesso Stefano Bandecchi che, dopo aver dichiarato apertamente la sua intenzione di vendere la società subito dopo le pesanti e mortificanti contestazioni subite alla fine della partita con l' Imolese, decisione poi ribadita in una conferenza stampa alla presenza dei suoi più stretti collaboratori, ha poi sorprendentemente fatto marcia indietro, in un rigurgito di amor proprio e di orgoglio che gli fa sicuramente onore.
E questo a prescindere dal giudizio inevitabilmente negativo sul suo operato nel corso del biennio di gestione della società rossoverde che si sta per concludere.
In molti avrebbero mollato data la pesantissima situazione venutasi a creare.
Ma Stefano Bandecchi ha deciso di comportarsi diversamente.
Da uomo "con gli attributi" quale è senza ombra di dubbio, dopo aver incassato malamente gli sputi rimediati allo stadio al punto di decidere di abbandonare la Ternana, ha poi effettuato una clamorosa inversione di marcia, scegliendo di riprendere in mano "da solo" le redini della Ternana Calcio 1925.
Perché è un uomo che non ci sta a perdere!
Perchè è un comandante che non ha minimamente intenzione di veder affondare la propria nave senza aver osato il tutto per tutto pur di salvarla.
Una decisione lodevole.
L' importante, però, è che ora l' "Ammiraglio" faccia tesoro dei tanti, troppi errori commessi in precedenza, riuscendo a condurre la nave rossoverde quantomeno nel porto della salvezza, insieme ai suoi residui ufficiali di vascello (Leone, Gallo e Tagliavento) e all'almeno apparentemente ritrovata ciurma (i giocatori).
Per poi – in ogni caso – dare seguito "concreto" alle dichiarazioni rilasciate non più tardi di domenica sera a Tef Channel corso della trasmissione "Campo aperto", dichiarazioni secondo le quali NULLA accadrà alla fatidica scadenza del 30 di giugno, se non il suo rinnovato e ribadito impegno teso a riportare la Ternana verso quei palcoscenici calcistici che la gloriosa società rossoverde merita.
Bandecchi è un uomo che spacca l'opinione pubblica e, soprattutto, la tifoseria rossoverde: può piacere o non piacere.
Ma su una cosa possiamo essere tutti d'accordo: sull' assoluta necessità che la Ternana venga finalmente guidata con coraggio, determinazione, forza anche brutale e, soprattutto, con idee e progetti chiari, da un unico "Conducator".
Credo quindi che Stefano Bandecchi meriti questa ulteriore, se non ultima apertura di credito da parte di tutta la tifoseria, nella convinzione che i tanti sbagli commessi in precedenza gli siano serviti di lezione.
E nella speranza che abbia capito che il mondo del calcio è una giungla dove non bastano soltanto i buoni propositi, i tanti soldi spesi e i proclami roboanti, ma ci vuole un qualcosa di più che non si può comprare, ma che si può acquisire solo con l'esperienza: la conoscenza a 360 gradi del mondo "pallonaro".
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