Ternana di nuovo nella bagarre per non retrocedere.
Quella che doveva essere la partita della sicurezza, della conquista di importanti punti e dell’acquisizione di una maggiore consapevolezza nei propri mezzi si è rivelata, invece, quella della delusione. Perdere ci sta, ma di certo la Ternana non ha fatto niente per evitare la sconfitta anche se il Vicenza sceso a Terni era una compagine raffazzonata, priva di sette elementi, ma animata dallo spirito giusto. Da squadra, insomma, che conosceva i propri limiti, ma sapeva perfettamente quello che voleva.
La Ternana, invece, non ha capito i pericoli che dopo il pari stava correndo; ha continuato, nonostante il muro contro cui andava inutilmente a cozzare, ad attaccare scoprendosi alle veloci ed insidiose ripartenze dei brevilinei attaccanti avversari.
Nessuno di quelli che erano in campo nè di quelli in panchina, a dire il vero, ha letto il pericolo e Bisoli, antipatico quanto volete ma pragmatico, ha “ scoperto “ i punti dolenti della Ternana ed alla fine ha avuto ragione.
Carbone ha continuato ad inserire attaccanti per cercare di sfondare quel muro biancorosso, invece di pensare a proteggere quella fascia sinistra dove imperversava Orlando e dove sarebbe stato opportuno aiutare Germoni con l’inserimento o di Sernicola, uno che ha gamba e con la sua freschezza poteva essere di ottimo aiuto, o inserire Bacinovic con il conseguente spostamento sulla sinistra di Petriccione, in prima battuta, sullo scatenato numero 20 avversario.
Ora per passare un Natale sereno non resta che far punti, almeno tre, nelle due partite restanti, in trasferta con la Spal ed in casa con l’Ascoli nel match che chiude il girone di andata.
Insomma, l’imperativo è chiudere almeno a 23 punti e, poi, iniziare la delicata fase del rafforzamento della squadra che sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo perchè non c’è nessuna dichiarazione ufficiale di Longarini che lo confermi, essere uno degli impegni presi dall’ amministratore unico nelle scorse settimane. Tenendo presente, però, che spesso nel mercato di gennaio vengono commessi errori che anzichè migliorare le squadre le penalizzano ulteriormente.
Un rafforzamento, a nostro avviso, deve passare attraverso l’arrivo di due/tre pezzi importanti e senza cedere alla tentazione di rinunciare ai pezzi più importanti sia tecnicamente che caratterialmente. Dentro e fuori dal campo. Non servono, insomma, le rivoluzioni, ma solo e soltanto una razionalizzazione della rosa con l’arrivo di almeno un pezzo di rilievo per reparto ovvero un difensore veloce, reattivo e possibilmente in grado di ricoprire più ruoli, un centrocampista di quantità che abbia le caratteristiche di forte interditore ed un attaccante che all’occorrenza sappia fare gol.
Facendo attenzione, soprattutto, a quegli equilibri così faticosamente creatisi ed oggi esistenti all’interno del gruppo perchè sarebbe estremamente pericoloso ricominciare da capo. Non ci sarebbe più il tempo necessario per farlo e per rimediare eventuali scelte che dovessero rivelarsi sbagliate.
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