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Una seconda chance non si nega a nessuno

Alla fine il verdetto di condanna è arrivato e si è abbattuto come una mannaia sul capo della Ternana Unicusano e, soprattutto, sulla testa della tifoseria rossoverde.

Facile dire che c'era da aspettarselo, che era già tutto previsto, che non poteva finire diversamente da come è finita.

Facile anche scagliarsi contro i responsabili: la società in primis, poi il direttore sportivo, gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina, i giocatori, ecc. ecc.

Ma delle colpe ineludibili da caricarsi sulle spalle della dirigenza, dello sbaglio di essersi affidati a personaggi sprovveduti ed inadatti, degli errori di mercato e delle relative conseguenze, se ne è parlato fin troppo a lungo.

E sinceramente la cosa sta cominciando a diventare piuttosto stucchevole.

Credo che Patron Bandecchi sia il primo a rendersi conto delle tante, troppe "fregnacce"che sono state commesse quest'anno.

E sono perfettamente convinto che sia lui che il Presidente Ranucci abbiano perfettamente compreso che in una società calcistica non ci si può occupare soltanto dell'amministrazione, in quanto non basta far quadrare i conti, ma alla fine bisogna ottenere il "dividendo".

E se i risultati non arrivano, si deve tranquillamente parlare di fallimento.

Ed è ugualmente inutile rinfacciare ad Unicusano il fatto di essere venuto a Terni strombazzando e promettendo ai quattro venti successi strepitosi, per poi farci ritrovare addirittura in Serie C e pure prima della fine del campionato…

Se sono persone intelligenti – e non ho motivo di dubitarlo – lo avranno sicuramente capito.

In verità, ora è assolutamente necessario che la società sveli senza troppi giri di parole i suoi progetti per il futuro.

Perché bisogna partire da un fatto scontato: volenti o nolenti sarà ancora Unicusano a gestire il calcio professionistico a Terni.

Primo, perché questo dipende dai precisi accordi contrattuali intercorsi a suo tempo con Longarini al tempo della cessione della società.

Secondo, perché ammesso e non concesso che Patron Bandecchi voglia dar seguito per assurdo alla sua volontà di "rimettere il mandato" nelle mani del Sindaco di Terni (che peraltro non c'è), non ci sarebbe nessun altro in grado di poter raccogliere la sua pesante "eredità"…

Il che significherebbe la totale sparizione del calcio professionistico a Terni.

Credo che Stefano Bandecchi, da quell' imprenditore astuto ed espertissimo qual è, con quelle sue dichiarazioni all'indomani della sconfitta di Vercelli abbia semplicemente voluto dare uno scossone all'ambiente. 

E c'è perfettamente riuscito.

Come dire… "o mangiate questa minestra o saltate dalla finestra. E comunque, in un caso o nell'altro, io ci sono" !

Personalmente non ci vedo neanche quell'ipotesi di "ricatto" ai Ternani che qualcuno ha voluto leggere nelle sue parole.

Magari sarà stato discutibile il modo… ma voglio sperare che il fine sia stato un altro.

In effetti, non credo sinceramente che alla poderosa Università Niccolò Cusano sia piaciuto molto l'esito di questa disastrosa  esperienza calcistica e il conseguente e più che negativo ritorno d' immagine…

Quindi è inevitabile la proprietà debba cercare di porre rimedio fin da subito!

E lo si deve fare rimettendo a posto prima possibile i cocci di una gestione societaria che dalle "smarronate" di quest'anno deve trarre lezione ed esempio per cercare di evitare per il futuro simili sfracelli, sportivi ed imprenditoriali.

Adesso non è tempo né di scuse, né di passi indietro, nè di esercizi di umiltà.

Per cercare di far riavvicinare i Ternani alla Ternana ora occorrono solo progetti seri e persone realmente capaci.

E si tratterà di un'impresa tutt'altro che facile…

Ma, alla fine, anche in questo caso quello che conta è il risultato.

Motivo per cui, che si cominci subito a lavorare per allestire una squadra almeno competitiva per il prossimo campionato di serie C.

Che si operi immediatamente in sede di calciomercato, affidando i relativi compiti non soltanto a Gigi De Canio, ma anche ad un direttore sportivo esperto e possibilmente "ingranato" nel sistema (e le premesse, a sentire i nomi che girano, sembrerebbero esserci).

Che si pensi ad inserire in società quelle professionalità ternane che tanto potrebbero dare sia in termini di esperienza, che di passione, che, soprattutto, di credibilità presso la tifoseria.

E si badi bene che a Terni c'è gente di questo calibro. Basta cercarla.

Che si ridia voce ai tifosi, ricostituendo il Centro di Coordinamento dei Club/Gruppi Organizzati, con partecipazione diretta dei rappresentanti in seno alla società, quantomeno a livello di parere, anche se non vincolante. 

Di modo che si possano anche evitare per il futuro quelle "deviazioni" che tanto hanno nuociuto quest'anno alla concordia della tifoseria rossoverde e che continuano tutt'ora ad essere fonte di inutili, stupide diatribe tra sostenitori della stessa squadra.

Ed infine – ultimo, ma non per ultimo – che la nostra Ternana torni a chiamarsi Ternana e basta!

È chiedere troppo?

In fondo una seconda chance si concede a tutti…

Ma sarà il caso di fare finalmente le cose per bene!

 

Massimo Minciarelli

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Massimo Minciarelli

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