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Una squadra a due velocità e lo strano caso Avenatti

E’ difficile vincere una partita senza mai tirare in porta. E’ difficile anche pareggiarla, soprattutto se passi in svantaggio commettendo l’ennesima ingenuità difensiva su calcio piazzato. Eccola la sintesi di un pomeriggio domenicale rossoverde che “regala” alla Ternana, di nuovo, l’ultimo posto in classifica.

Intanto la prima cosa da fare è cambiare completamente obiettivo: se a settembre tutti parlavamo di salvezza tranquilla, se addirittura qualcuno parlava di possibili playoff, conviene ora pensare esclusivamente a salvare la pelle. Queste stagioni, nate storte, possono essere recuperate. Ma serve farlo subito, con convinzione e alleggerendo le pressioni.

Fanno bene Mazzoni, Gonzalez e Breda a dire di aver visto passi in avanti, di aver visto la giusta mentalità e di essere comunque contenti della prestazione. In cuor loro sanno che la prestazione è buona a metà. Quella difensiva. Ripetiamo: al netto dell’errore di marcatura su calcio d’angolo la Ternana ha retto bene il campo. E ha concesso pochissimo a uno dei migliori attacchi (sulla carta) della categoria (Calaiò, Catellani, Situm, Nené, Brezovec). Il problema è che abbiamo visto una squadra praticamente a due velocità.

Attenta dietro, prevedibile e lenta davanti. Praticamente nessun tiro in porta veramente pericoloso, neanche in svantaggio. Di sicuro l’assenza di Ceravolo pesa tantissimo: non solo è un grande giocatore ma è (era?) uno dei più in forma della Ternana in questo periodo. Quello che spaccava le difese avversarie.

E purtroppo chi è rimasto in campo (Avenatti) e chi lo ha sostituito (Belloni) non sono riusciti ad incidere affatto. Una considerazione va fatta su Felipe: se lo critichiamo è per affetto. Continuare a dire che va tutto bene non è salutare per nessuno. Intanto perché lo stesso Avenatti non è stupido e sa benissimo quali sono le sue qualità e le sue prospettive. E poi perché se lo scorso anno di questo periodo era sempre decisivo, quest’anno, soprattutto in queste partite, i problemi dovrebbe risolverli lui. Ci sono aspettative su di lui, non soltanto dai tifosi della Ternana. Dalla proprietà. Da chi lo vorrebbe lanciare in A. Ma lui deve dimostrare che sta maturando. Come preferisce: da prima punta, da trequartista, da esterno. Ma deve buttare in campo tutto quello che ha, anche di più. Deve essere l’uomo simbolo di questa Ternana. E paradossalmente lo è: è una squadra potenzialmente buona che non riesce a rendere.

La nostra spiegazione sulla Felipe-involuzione è che in estate non abbia lavorato come avrebbe dovuto, sicuramente perché distratto dalle situazioni di mercato. E per uno con il suo fisico non avere una condizione fisica di un certo livello non aiuta sicuramente. E per questo fa bene Breda a continuare a puntare su di lui: non lo facesse lo perderebbe. Lui e la Ternana.

L’altra grande incognita è Signorelli. Poco importa, in questo caso, che sia arrivato tardi. La preparazione l’ha fatta con l’Empoli, e l’Empoli corre. Il suo ruolo sarebbe quello di cucire le due fasi della Ternana. E invece sembra essere quello che “comporta” lo strappo. Anche qui le aspettative sono molto alte. Non possiamo immaginare che Signorelli sia questo.

E allora non può essere una sorpresa che le azioni più pericolose siano firmate da Manuel Coppola: uno che la gamba ce la mette sempre ma che innegabilmente non può avere la qualità dei due di cui abbiamo appena parlato.

La strada è lunga, non bisogna fare drammi. Né tantomeno gettarsi nell’ansia. Serve autostima, convinzione. Serve migliorare la fase offensiva. E non sottovalutare i segnali negativi. Breda è arrivato da poco più di due settimane e ci sembra abbia le idee chiare e i modi giusti. Ma il lavoro è tanto.

Redazione TernanaNews

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