L’importante era vincere no? E la Ternana ha vinto. All’ultimo respiro, raschiando tutte le energie possibili, rischiando troppo nel secondo tempo, raschiando la panchina, rischiando di giocare troppo con le coronarie dei propri tifosi.
L’eroe di giornata è – naturalmente – Daniele Vantaggiato. Che ruba la scena all’altro bomber, Ferrante, che invece aveva portato la Ternana in vantaggio con un’autentica perla. La Reggina continua a vincere, ma Vantaggiato tiene in scia i rossoverdi. Si chiude così una settimana infinita. Fatta di tensioni, di parole (troppe), di promesse e chiarimenti e poi di una partita dai due volti.
La Ternana, per come ha giocato il primo tempo, non avrebbe meritato di pareggiarla. Per come ha interpretato il secondo, idem. Figuriamoci di vincerla. Ma il calcio è strano, quello che ti toglie, ogni tanto ti dà. E così passeremo un’altra settimana a interrogarci sul calo del secondo tempo, a chiedere come mai sia possibile una trasformazione del genere, che neanche Gallo dalla panchina è riuscito ad invertire, anzi.
Ma questa squadra ha trovato comunque la forza di andarsela a riprendere, la partita. Al di là delle sostituzioni, dei cambi di sistema di gioco, delle mosse “azzardate” nel corso del secondo tempo.
Pensieri sparsi, in libertà dopo una partita vissuta sull’ottovolante.
Ancora una volta non è arrivato il gol su calcio piazzato. Ma stavolta almeno la Ternana ha sempre dato la sensazione di poter segnare. Sempre la sensazione di essere pericolosa. E i cross di Mammarella erano sempre superpericolosi. Poi il rovescio della medaglia, visto che proprio da una punizione non sfruttata è nato il contropiede dell’1-1, dove la Ternana si è fatta trovare sbilanciata e ha rischiato di perdere ancora terreno.
Ecco: ancora un gol subito. Era – forse – nell’aria, visto il secondo tempo gagliardo della Viterbese. Ma questo – a nostro avviso – più che l’incisività in avanti è il vero punto su cui dovrà lavorare Gallo. Il vero tallone d’Achille della Ternana. Troppi gol presi, spesso per distrazione. Se si vuole tentare la rincorsa impossibile, il filotto per riavvicinare la Reggina si deve ripartire dalle fondamenta.
Ancora una volta la Ternana si lamenta per torti arbitrali. Non devono mai costituire un alibi. Ma ora la situazione comincia ad essere grottesca. Passi per il fallo subito da Salzano al 10’ del primo tempo, in mischia, quando l’arbitro può anche non vedere. Passi anche per il fallo di mano (in tv è sembrato esserci, la palla cambia direzione) di De Giorgi nel secondo tempo (proprio nella famosa punizione che poi ha portato al contropiede viterbese). Ma il fallo su Salzano alla fine del primo tempo, con il difensore avversario che si disinteressa del pallone e colpisce alla testa il centrocampista rossoverde no. Sarebbe stato rigore ed espulsione. In punta di regolamento potevi anche punire Salzano perché impediva il rinvio al portiere (non si può): ma l’espulsione era netta lo stesso. Quando parliamo di dettagli non possiamo far finta di nulla. Giustamente Bandecchi pretende il massimo da tutti. E si arrabbia se non succede. Non si può pretendere che gli arbitri non sbaglino mai, ma errori così evidenti no. Perché poi possono condizionare una partita.
Una partita che poi nel secondo tempo ha vissuto un’altra fase. La Ternana soffriva. Passa al 352 e non cambia nulla, anzi prende anche gol. Gallo per scuotere la squadra preferisce mandare in campo Diakité e Niosi (prima del pari) per poi rifugiarsi nell’esperienza di Vantaggiato per il finale. E’ andata bene così, Vantaggiato ha griffato i tre punti, ma che sofferenza…
Ma l’importante, come detto, era vincere. E la Ternana ha vinto. Ora deve interrogarsi sul perché della sofferenza nel secondo tempo dopo un primo letteralmente dominato. E ripartire proprio dai primi 45 minuti dove abbiamo visto una grande squadra in grado di annichilire l’avversario, creare almeno 4 palle gol nitide (Celli da fuori area, Ferrante in acrobazia, Furlan di testa e Salzano in scivolata) più il gol meraviglioso del Tanque rossoverde, i 3 calci d’angolo consecutivi di Mammarella e i due rigori (entrambi su Salzano) di cui abbiamo appena parlato. Ecco: la Ternana deve proprio ritornare a quello. Al primo tempo da protagonista, da leader, Da squadra affamata e ambiziosa. E poi dalla rabbia degli ultimi 10 minuti, che incanalata per il verso giusto ha comunque permesso alla Ternana di vincerla la partita. E’ una piccola grande dote in più: crederci sempre, fino alla fine. Anche quando le cose sembrano essere ormai andate perse. Vincere queste partite ti dà una carica doppia. Va sfruttata. Per il filotto impossibile.
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