Ora sarà difficile tenere a freno l’entusiasmo, va detto. Dopo una partita del genere dove il cuore, la classe, il temperamento, la qualità, la mentalità, la voglia della Ternana si sono viste in continuazione. Una squadra che va sotto due a zero senza praticamente subire un tiro vero nello specchio della porta (i pali non valgono) se non da calcio di rigore, forse è da guiness dei primati.
E avrebbe messo ko un toro: anche perché facciamo fatica a spiegarci il rigore dato dall’arbitro. Il trattore di Lucarelli, continua invece a marciare. Questa Ternana non ha perso la testa e ha continuato a fare la sua partita. Anzi. Ne ha fatta un’altra, perché ha cambiato atteggiamento. Ha prima aggredito l’avversario partendo dal basso, poi lo ha demolito con la trazione anteriore. Senza mai perdere l’equilibrio. E questa sarà la cosa di cui Lucarelli andrà più orgoglioso, con dei protagonisti sempre diversi e con quelli sempre uguali.
“Lasciatemi lavorare”, urlava l’arbitro davanti al monitor. Noi invece che lasciar lavorare lui, lasciamo lavorare la Ternana. Lui ha lavorato malissimo, rischiando di rovinare una partita senza alcun motivo, se non quello di ergersi a protagonista. L’aggravante di aver potuto rivedere al VAR l’episodio aggiunge alla partita quel pathos di cui nessuno sentiva il bisogno. Perché la Ternana era già stata abbastanza sfortunata con quel palo-Iannarilli-gol che l’aveva condannata a stare sotto.
Ma era comunque una Ternana vivace, non rassegnata. Sicuramente bassa, ma non sconfitta. Aveva provato a mettere fuori la testa con il solito asse Palumbo-Partipilo. Di sicuro non meritava il doppio svantaggio e allora con pazienza e con determinazione se l’è creata da solo lo spazio.
Una partita epica. Non è da tutti rimontare una partita. Tutti si chiedevano: e ora la Ternana chissà cosa farà quando sarà costretta a rimontare. Ecco cosa farà: vince lo stesso. Addirittura doppio svantaggio.
E’ un segnale importantissimo. Più che al campionato alla squadra di per sé. Alla propria autoconsapevolezza. Alla propria crescita. E’ una Ternana che sa di poter segnare con tante persone e in tanti modi. Che può pescare da una panchina infinita che gli da mille soluzioni, sia offensive che difensive.
E’ una Ternana che non conosce – per il momento – i suoi limiti. E che non ha intenzione di fermarsi.
Quindi “lasciatemi lavorare” lo diciamo noi. Altro che l’arbitro. “Lasciateci lavorare” a questo sogno, “lasciateci lavorare” a questa mentalità, a questa squadra a questa stagione. Sarà quel che sarà. Lasciateci essere consapevoli che si può fare, che si può giocarsela alla pari con tutti. Lasciateci però anche liberi di esprimere: non sempre bisogna superare una montagna per festeggiare alla fine. Che gli arbitri quindi, soprattutto se vanno al VAR, lavorino bene. Altrimenti che li lascino lavorare: a casa loro.
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