Una ventata di freschezza.
È bastata una ventata di freschezza per mettere alle porte, almeno per il momento (e mi auguro per sempre), il momento di crisi attraversato dalla Ternana nel corso delle ultime quattro partite.
Tanto la squadra era apparsa lenta, farraginosa, priva di idee e, soprattutto, stanca nel corso delle ultime settimane, quanto pimpante, aggressiva e determinata si è mostrata nel corso della partita di martedì sera contro il Rimini del non troppo rimpianto Leo Acori.
Certo, ricondurre la bella e confortante vittoria ottenuta contro la formazione romagnola alle sole brillanti prestazioni di Pobega, Giraudo, Hristov (e ci metto pure di Frediani e di Bifulco) potrebbe sembrare riduttivo ed anche ingeneroso nei confronti degli altri giocatori, che, nell'occasione, hanno sicuramente dato il meglio delle loro attuali possibilità.
Ma resta il fatto che l' iniezione di freschezza conferita alla squadra da questi giovanotti ha rappresentato sicuramente la chiave di volta della situazione.
Sicuramente non bisogna sottovalutare, ma neanche enfatizzare troppo, come qualcuno ha fatto, il modesto spessore della formazione avversaria, perché, in ogni caso, non è mai facile vincere una partita in un campionato complicato come quello di serie C, dove anche l'ultima della classe può tranquillamente mettere in riga persino il presunto "squadrone"; e di esempi calzanti ce ne sono già stati diversi pure negli ultimi tempi.
Ma i due dati confortanti che emergono dall'analisi della partita contro il Rimini e cioè il fatto che la squadra sia tornata a giocare con piglio, grinta e velocità di esecuzione dopo le ultime quattro gare assolutamente non convincenti, dando nel contempo dimostrazione di avere in rosa più che valide alternative ai presunti titolari, autorizza a ritenere che il periodo di stanca o, se vogliamo, la "crisi di rigetto" dopo le turbolente vicissitudini degli ultimi tempi, siano state cancellate.
Non che martedì sera tutto sia filato liscio al 100% : qualche errore di troppo, qualche piccola disattenzione, il fatto comunque di non aver dato dimostrazione di quello strapotere tipico delle "corazzate" che ammazzano i campionati già a Natale, debbono necessariamente consigliare il massimo della prudenza nei giudizi.
Ma intanto, personalmente, mi tengo le splendide prestazioni dei ragazzini di cui sopra, con particolare riferimento a Pobega e Giraudo , che, nell'occasione, sono apparsi semplicemente eccellenti, al di là della giovanissima età (beati loro…).
Segno che chi li ha scelti (Pagni se non erro…) ha saputo portare alla corte di Gigi De Canio 3 "germogli" (Hristov compreso) che, molto probabilmente, diventeranno "alberi di grande fusto" nel prosieguo delle loro carriere.
Al punto che uno storico, accesissimo tifoso del Toro (non faccio nomi: l'ottimo collega Andrea Orlandi…) ha immediatamente auspicato una più che rapida successione di Giraudo al posto addirittura di De Silvestri, attuale esterno difensivo dei granata; mentre l' arguto collega del Messaggero Antonio De Angelis non ha esitato ad accostare il Pobega ammirato nella circostanza al miglior Dino Baggio…
Corriamo troppo?
E per una volta lasciamoci andare ad una confortante e rigenerante corsa, visto che negli ultimi tempi eravamo arrivati persino a mettere discussione (io per primo) l'intelaiatura della formazione rossoverde e il valore dei suoi giocatori.
Altro elemento imprescindibile emerso dal confronto di martedì sera l'assoluta necessità della presenza in campo " a tempo indeterminato" di un elemento carismatico e trascinatore come Modibo Diakitè, giocatore di valore ed esperienza assolutamente indiscutibili, capace da solo di "terrorizzare" qualsivoglia attaccante avversario.
Quanto all'assetto del centrocampo scelto nell'occasione dal tecnico materano, devo riconoscere che la "triade" Altobelli, Pobega, Furlan, rappresenta un esperimento (se di esperimento vogliamo parlare) che merita di essere riproposto sin da sabato prossimo, in quanto garantisce una più che sufficiente fluidità di manovra, buon dinamismo, un' adeguata copertura e soprattutto un tasso tecnico di notevole spessore, specie se supportato da due esterni dinamici e votati anche al sacrificio come Bifulco e Frediani.
Quanto a Marilungo e alla sua serata di luna storta, nonchè al prolungarsi del digiuno dal gol, non ne farei un dramma, perché una simliare, insolita astinenza è capitata persino al "mitico" CR7 nel corso delle prime quattro partite della Juve; quindi non vedo di che preoccuparsi.
Bene: sabato prossimo, giorno dell' Immacolata, alle 20:30 (mai scelta del giorno e dell'orario di inizio della partita fu più un infelice di questa… Cosa passi nella capoccia di chi decide queste astrusità è praticamente impossibile immaginarlo …) la Ternana avrà la possibilità di sfatare la sgradevole impressione secondo la quale le Fere "sono forti con i deboli e deboli contro i forti" emersa in questa prima parte del campionato.
Sospetto peraltro confermato dal fatto che i rossoverdi hanno preso i tre punti solo contro il Monza (che poi tanto grande non sembra essere, management a parte), mentre dai confronti con Triestina, Feralpisalò, Pordenone e Vicenza e ci metto pure la sorprendente Imolese, è scaturita solo la miseria di tre punti.
Non che la Fermana sia partita con l'etichetta di "grande", però il fatto che attualmente sieda sul podio della graduatoria lascia presagire che non si tratterà sicuramente di una passeggiata.
Oltretutto non è che alla formazione marchigiana siano legati ricordi particolarmente gradevoli.
In effetti basta andare con la memoria al 16 giugno del 1996 e alla beffa del gol di Pennacchietti a tempo abbondantemente scaduto, che permise alla Fermana di approdare ai play-off di C2 (poi vinti contro il Livorno), complice l'ineffabile arbitro Gregoroni di Napoli, il cui nome rimarrà per sempre annoverato tra quelli dei direttori di gara più nefasti della storia del calcio ternano.
Ciò doverosamente premesso, auguriamoci che la Ternana sabato sera sappia in ogni caso ripetersi almeno sugli stessi livelli di gioco e di voglia di far bene espressi contro il Rimini.
A Gigi De Canio invece spetterà il non facile compito di decidere su quali uomini puntare per la sfida contro i marchigiani, dato il recupero di Lopez dopo giornata di squalifica e il turno di riposo o l' utilizzo part time concesso martedì a più di qualche titolare
In tal senso potrebbe aiutarlo adeguatamente il famoso aforisma del grandissimo Vujadin Boskov " Squadra che vince non si cambia"…
Staremo a vedere.