La mano di Andreazzoli si vede sin dai primi minuti. Squadra alta, aggressione sin dal primo palleggio avversario, ricerca del fraseggio palla a terra. E’ chiaro che la storia di questa partita non dipende dal nuovo imprimatur dato da Andreazzoli. Anche perché la Ternana riesce a produrre una discreta quantità di palle gol, ma allo stesso tempo soffre eccome. Un Cagliari fortissimo, dal palleggio facile, che allarga il gioco con due giocatori che sembrano essere di un’altra categoria, sulle fasce. Deve ringraziare Iannarilli che para addirittura un rigore e riesce a tenere a galla la squadra, che nella parte finale del secondo tempo annaspa.
La gestione della gara da parte della Ternana, almeno per un’ora è stata intelligente. Ha concesso al Cagliari cross, confidando sulla buona applicazione di Sorensen e Mantovani, ha provato soprattutto a ripartire in verticale, sfruttando le geometrie di Falletti e Palumbo. Poi una volta usciti si è schiacciata sotto, non è riuscita più a ripartire, proprio quando sembrava aver messo paura all’avversario.
In questi casi quello che conta è il risultato. Non possiamo pretendere che con soli 4 allenamenti alle spalle Andreazzoli possa governare la squadra al 100%.
Ha bisogno di tempo anche lui, di far passare i suoi concetti, di entrare nella testa dei suoi giocatori. Di poterli plasmare per poterli far rendere al meglio.
Certo a noi che siamo abituati a vedere Falletti e Palumbo da anni, ci è sembrato strano vederli sostituiti in contemporanea. Perché sappiamo quello che possono dare, soprattutto nei momenti in cui bisogna uscire dai momenti di difficoltà. Rinunciare ai due giocatori più qualitativi della Ternana – con il senno di poi probabilmente è più facile – ha portato alla squadra ad abbassarsi e a soffrire fino al 95esimo le iniziative e i cross del Cagliari.
Ma quello che importava era riuscire a vincere, ad interrompere la striscia negativa. Per continuare a lavorare su quei concetti che Andreazzoli ha cominciato ad introdurre nei suoi primi allenamenti. Non è facile entrare in corsa, soprattutto per uno come lui che ha un’identità molto precisa.
La Ternana si rialza. A fatica, ma si rialza. Magari senza averlo meritato. Ma agli esteti ricordiamo anche che a Venezia era successo l’esatto contrario. E contro le grandi squadre si vince anche soffrendo. La Ternana ora ha dimostrato ad Andreazzoli quali sono alcune delle sue caratteristiche: non solo le qualità dei giocatori in avanti, ma anche la capacità di soffrire. La solidità difensiva, la capacità di stringersi intorno ai suoi difensori centrali (straordinari anche oggi) e al suo man of the match: Anthony Iannarilli. E il bicchiere, soprattutto con tre punti, va sempre considerato mezzo pieno.
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