Va bene la Ternana dei giovani, ma i “vecchi” non devono tradire!
Che la Ternana sia un cantiere aperto è evidente. Che ci siano ampi margini di miglioramento altrettanto. E che ci siano dei giocatori che già si sono presentati in maniera eccellente è già un dato di fatto. Però se si vuole evitare di soffrire troppo si è già capito dove bisogna lavorare per questa stagione.
Intanto una prima considerazione: la Samp (almeno quella vista stasera) non era uno spauracchio. Aveva almeno 3 titolari fuori (più quelli che arriveranno), giocava con tanti giovani titolari e non ha avuto un grande ritmo. Ma soprattutto è riuscita a portare a casa i tre punti senza aver fatto la partita della vita, anzi. Con tre tiri ha segnato due gol (e un palo). Agevolata certamente dal rigore che ha aperto la gara.
Nessuna squadra in assoluto può permettersi di partire uno a zero per gli altri. Figuriamoci una squadra giovane e in costruzione come la Ternana. Il problema è che il rigore è stato causato da uno dei più “anziani”, uno di quelli che ha fatto tutta la preparazione e uno di quelli che proprio nella preparazione era stato utilizzato (insieme agli altri due) sempre da titolare. Con il ritorno di Mantovani, fortemente voluto, pensavamo che alcune gerarchie potessero cambiare: così non è stato. Ma questa Ternana, abituata ad altri equilibri in passato, non ha ancora recepito questi nuovi. E soprattutto i vecchi difetti, quelli delle disattenzioni che hanno sempre colpito la squadra recentemente, si sono rifatti vivi, anche se con altri interpreti. E’ vero, il centrocampo (primo filtro) è cambiato di nuovo e probabilmente cambierà.
Ma certi errori vanno evitati il più possibile. Perché di errori ne arriveranno tanti altri durante la stagione, ma chi deve sbagliare di meno sono proprio i più esperti, dai “vecchi”. Se gli errori arrivano da loro e se arrivano in difesa, è un vero problema.
La difesa – che sembra il reparto più fornito e su cui tutti si sono concordi nel dirlo – è quello che ha dato meno garanzie, almeno questa sera. Come se il lavoro fatto durante questa estate non fosse servito (o non fosse arrivato). Rispetto al passato è stato cambiato tutto, nonostante siano rimasti quasi tutti. Ma chi era titolare la passata stagione oggi si siede in panchina. E viceversa. Come se cambiare fosse necessario. Forse conviene farlo ancora, allora. Almeno alla luce della partita di oggi.
Mai come quest’anno sarà determinante il lavoro durante la settimana, l’applicazione dell’allenatore e la pazienza nello spiegare ai giovani. Che oggi hanno dimostrato di avere qualità. Raimondo ci ha sorpreso per personalità e per numeri. Distefano ha subito marchiato la sua stagione, Pyyhtia ha dimostrato subito di aver grande fisicità e due polmoni così, Favasuli è duttile e infaticabile. E’ normale che loro si prendano delle pause e che non siano continui. Sono appena arrivati, sono alla prima stagione (o quasi) nel mondo dei grandi. E hanno già fatto vedere che ci possono stare eccome. Ma con loro bisogna avere pazienza, come abbiamo detto. Applaudirli e metterli nelle migliori condizioni di lavorare: saranno loro il futuro della Ternana. E con questo materiale Lucarelli potrà avere anche soluzioni diverse.
E poi potrà appoggiarsi sui “reduci”. Quelli che anche se sanno di dover andare si sono sempre messi a disposizione. Ferrante, Paghera e Damian su tutti. Prima di loro Proietti (che fino alla partenza di Agazzi era anche lui in uscita). La maglia rossoverde loro ce l’hanno addosso. E qualsiasi cosa dovesse succedere meritano a prescindere un grande applauso.
Ora cambiare pagina e guardare avanti. Godersi quanto di buono abbiamo visto al Liberati. La linea verde, la personalità, l’entusiasmo. Correggere gli errori il prima possibile, nella fase difensiva, catechizzando i “vecchi” e ricordandosi di quello che di buono era stato fatto anche la passata stagione (con o senza Lucarelli).