Un mese al traguardo, la volatona finale è appena cominciata e per la Ternana, visto il 4-1 di Genova, non è andata benissimo. Tutt’altro. Guai però a farsi condizionare dal risultato, a deprimersi per un rovescio che a dieci minuti dalla fine era inimmaginabile. Le storie di questo campionato ci raccontano di mille resurrezioni e di altrettanti tonfi inaspettati.
La bagarre è totale tanto che c’è chi ancora mette mano alla panchina. Il lecco ha dato il benservito ad Aglietti, il Palermo dopo lunga riflessione (volevano esonerarlo dopo la sconfitta con la Ternana) ha fatto altrettanto con Corini, rimettendo in sella quel Mignani che a Bari avevano considerato inadeguato per centrare i play off che oggi, dopo un altro paio di allenatori, ancora ricercano.
Proprio il Bari, come lo Spezia, può essere preso ad esempio. Voleva la serie A mancata per pochi secondi l’anno scorso nella finale play off e si ritrova a lottare per non scivolare in serie C. Laggiù vivono sulle montagne russe molto più di quanto sta capitando dalle parti nostre.
L’esempio serve a riportare la questione Ternana nel giusto alveo. Squadra rinnovata, obiettivo salvezza e niente più, diventato complicatissimo dopo un avvio disastroso da 0.50 punti a partita nelle prime dodici. La squadra ha trovato una sua fisionomia e ha recuperato in risultati e credibilità. Tanto che oggi può aspirare legittimamente alla salvezza. A patto di tornare a vincere nonostante gli inciampi proposti dalla cattiva sorte (infortuni) e qualche calo di tensione che ha complicato un cammino già difficile.
Però se la squadra ha saputo viaggiare a quasi 1,5 punti a partita vuol dire che ha dei valori e su quelli deve puntare per guadagnarsi la permanenza tra i cadetti. Mettendosi alle spalle il rovescio di Genova se non dopo aver trovato i perché di quel tracollo finale.
Le difficoltà ci sono, è chiaro, ma è altrettanto evidente che Breda e i suoi possono farcela. L’ultimo turno è andato male anche per i risultati degli altri. Il prossimo potrebbe tornare a sorridere specie se arriverà, com’è auspicabile, anzi necessario, una vittoria sul Modena.
Come un una volata al giro d’Italia chi lancia lo sprint non è detto arrivi per primo sotto il traguardo, molto spesso ha la meglio chi è in rimonta. E la Ternana la sua rimonta l’ha cominciata a novembre. Ora deve piazzare il colpo di reni decisivo e per farcela deve pensare solo a se stessa, ragionare da squadra, da gruppo unito senza sprecare energie guardando ad un futuro che è ancora lontano. Il futuro dei rossoverdi oggi si chiama Modena. Se il concetto entrerà nella testa dell’intero popolo rossoverde garantirà una spinta in più a Capuano e compagni. E allora Genova sarà soltanto un piccolo ricordo.
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