“Volemose bene che poco ce costa”

“Volemose bene che poco ce costa”

Luca Tremolada, estroso attaccante della Ternana, al termine della partita contro il Parma nel corso delle interviste di rito  ha voluto lanciare un benevolo appello all'unità e alla concordia tra tutte le forze che gravitano attorno all'universo rossoverde.

Intento lodevole e da prendere sicuramente in considerazione quello dell' ex giocatore della Virtus Entella, ma con qualche doveroso distinguo.

Credo innanzitutto che sia necessario che ognuno, nei rispettivi ambiti, debba fare il proprio dovere.

Quindi ai giocatori si chiede di dare sempre il massimo possibile (e non c'è dubbio che i "nostri" lo facciano sempre), all'allenatore di adottare tutti gli accorgimenti tecnici necessari al raggiungimento del risultato, alla società di operare in maniera ottimale al fine del perseguimento degli obiettivi prefissati, sportivi ed imprenditoriali, e ai tifosi di stare sempre e comunque accanto alla squadra con il massimo calore possibile, lasciando eventuali fischi e contestazioni (civili) solo a fine gara.

Poi c'è la stampa.

Orbene, è il caso di ricordare a questo punto cosa prevede l' art. 12 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista, approvato dal CNG nella riunione del 27 gennaio 2016, circa l'informazione sportiva:

a) il giornalista non utilizza immagini ed espressioni violente o aggressive. Se ciò non fosse possibile, fa presente che le sequenze che saranno diffuse non sono adatte al pubblico di minori;

b) il giornalista evita di favorire atteggiamenti che possono provocare incidenti, atti di violenza o violazioni di leggi e regolamenti da parte del pubblico o dei tifosi;

c) il giornalista, se conduce un programma in diretta, si dissocia immediatamente da atteggiamenti minacciosi, scorretti, razzisti ci di ospiti, colleghi, protagonisti interessati all'avvenimento, interlocutori telefonici, via Internet o via sms.

Questo è quanto si richiede all'operatore dell'informazione che si occupa di cronaca e di critica sportiva.

Sinceramente, non mi sembra di leggere tra queste righe nessun riferimento al fatto che il giornalista debba necessariamente tifare ad occhi chiusi per la propria squadra (anche se tutti lo fanno. E ci mancherebbe altro!) o ignorare il dato obiettivo che scaturisce dall'analisi della partita e della posizione in classifica occupata dall' undici che deve commentare per obbligo professionale e contrattuale.

Dunque, l'invito rivolto da Luca Tremolada e per certi versi anche dal Presidente Ranucci all'unità di intenti e al "remare tutti dalla stessa parte" teoricamente non riguarderebbe il mondo della stampa.

Se poi si aggiunge l'atteggiamento perennemente polemico che l'allenatore Sandro Pochesci ha assunto e assume tutt'ora nei confronti del mondo giornalistico ternano, tale richiesta sembra essere veramente fuori luogo!

Ciò non significa, però, che la stampa  locale non debba, non possa e non voglia parteggiare per i propri colori.

Possibilmente però evitando di mettersi la benda sugli occhi e di negare l' evidenza dei fatti. 

Ricordo a tal proposito che una corretta ed obiettiva informazione serve anche da stimolo, affinché situazioni non del tutto ottimali possano essere in qualche modo recuperate e razionalizzate.

Sotto questo punto di vista mi sento di dire che la stampa sportiva ternana, oltre che altamente professionale, è sicuramente corretta ed obiettiva al 100%!

Ergo, invece di lanciare messaggi di distensione poi sconfessati da comportamenti discutibili e contraddittori, sarebbe invece auspicabile che fossero proprio la società rossoverde e l' allenatore a cercare PER PRIMI una forma di collaborazione costruttiva con la stampa locale, senza creare barriere, senza favoritismi, senza assumere atteggiamenti deprecabili e polemici, che poi necessariamente devono essere "raccontati" e "criticati" per dovere di informazione.

Concludo richiamando alla memoria la figura del più grande dirigente della storia recente della Ternana Calcio: il compianto, indimenticabile Paolo Borea.

Il "Direttore" quando giunse a Terni si trovò a gestire una situazione al limite del collasso, con una società che aveva creato barriere e ostruzioni tali da arrivare persino a disgregare l'armonia tra gli stessi operatori dell'informazione (rammento a tal proposito la famosa querelle tra i cosiddetti "cortigiani" e gli "ignorati", che poi addirittura sfociò nelle aule del tribunale).

Ebbene, Paolo Borea, usando il suo straordinario buon senso, la notevolissima capacità di mediazione e le immense doti manageriali, riuscì in poco tempo a ricomporre i cocci di un vaso praticamente in frantumi.

E lasciamo perdere quello che poi riuscì a fare sotto il profilo squisitamente sportivo…

Ecco pertanto quello che mi sento di chiedere sommessamente alla dirigenza della Ternana Unicusano: buon senso,  ottimizzazione dell' attività manageriale a livello sportivo e capacità di mediazione.

E soprattutto gli si chiede di crescere, di maturare, di capire il contesto sociale nel quale la società è inserita e di operare di conseguenza.

Solo in questo caso l' auspicabile – e sottolineo AUSPICABILE –  "volemose bene che poco ce costa" potrà produrre gli effetti armonici da tutti sperati e riportare la Ternana (Unicusano) a quei livelli di prestigio e rispetto da troppo tempo tempo dimenticati.