Christian Bini ha rilasciato una lunga intervista a Marco Barcarotti per TernanaNews Magazine, intervista che vi proponiamo in anteprima sul nostro sito.
Gli anni Novanta hanno rappresentato per i tifosi della Ternana un vero e proprio alternarsi di emozioni, dove se ne sono viste di tutti i colori: dall’esaltazione collettiva alla più profonda disperazione, per poi tornare ad esaltarsi sul finire del millennio. Infatti il decennio precedente si era chiuso con la promozione in C1, dopo lo spareggio di Cesena, della squadra di Tobia. E nel campionato 1991-92 ci sarebbe stata la promozione in serie B, dopo 12 anni di tribolazioni infinite. A quel punto tutto faceva pensare ad un futuro sereno, se non proprio luminoso. Invece, sotto la gestione Gelfusa, tutto precipitò velocemente e rovinosamente! Il campionato di serie B, a causa delle enormi difficoltà del Presidente, fu un vero e proprio calvario, che sfociò poi nel fallimento societario a fine stagione, con conseguente cancellazione dai campionati professionistici.
Si dovette ricominciare quindi dalla serie D, e non fu certo facile! Poi, grazie ad un insperato ripescaggio, si tornò tra i professionisti, e dopo una cocente delusione nello spareggio play-off contro la Fermana del campionato 1995-96, l’anno successivo ci sarebbe stato finalmente l’inizio del vero riscatto, con la promozione in C1 della squadra guidata da Mister Luigi Del Neri. Gioia subito replicata nella stagione successiva e conseguente promozione in serie B, dopo un altro spareggio play-off, questa volta ad Ancona contro la Nocerina.
Ed è proprio in quest’ultimo contesto che è protagonista, tra gli altri, l’ex-rossoverde che siamo andati a “scovare” per questo numero di TernanaNews Magazine”: Christian Bini.
Bini nasce a Ravenna il 23 maggio 1970, e cresce calcisticamente, nel ruolo di portiere, nelle file dell’Adriatica, una società della sua città. Ma ad un certo punto decide di lasciare il calcio, e solo all’età di 16 anni torna al suo “vecchio” amore, facendo parte della squadra amatori del Camerlona, il paese dove è cresciuto. Tornerà a vestire la maglia dell’Adriatica, grazie all’intuito di Cesare Piraccini, il tecnico che lo avrebbe plasmato, creato e fatto crescere.
Successivamente approderà al Baracca Lugo, Russi, Centese, Bologna, Novara ed infine Ternana. La società rossoverde lo acquista appunto dal Novara nell'estate del 1997, e rimarrà in rossoverde fino al Febbraio del 1999, quando verrà ceduto alla Juve Stabia in serie C. Oggi Bini vive ancora nel mondo del calcio, con il ruolo di preparatore dei portieri. Lo scorso anno era a Spoleto con Mister Brevi, mentre quest’anno è tornato sulla panchina della città ducale, subentrando a metà campionato circa, nel ruolo di allenatore. Recentemente Bini ha anche intrapreso una nuova avventura, con i bambini, denominato “Progetto portieri”, con lo scopo di aiutare le giovani promesse ad intraprendere nel migliore dei modi la carriera di calciatore nel ruolo più delicato del gioco del calcio.
Arrivò a Terni nell’estate del 1997, proveniente dal Novara, squadra che era appena retrocessa in serie C2. Immagino che la scelta non gli fu difficile e che non ci fu nessun rimpianto per questo. Giusto?
“Sono sempre stato un “romantico” del calcio ed ho sempre cercato l’ambiente giusto più che l’aspetto economico vantaggioso, e a Novara mi ero trovato benissimo, però la Ternana era una società di rango per quella categoria e non potevo certo farmi scappare quell’occasione”.
Quali furono le motivazioni di tale scelta?
“Come ho già detto, la Ternana era una società di prestigio per la serie C, con ambizioni, e a Novara me ne parlavano molto bene, sia per i programmi seri e sia per il tifo che era sicuramente di categorie superiori”.
Quando arrivò a Terni chi conosceva dei suoi nuovi compagni di squadra?
“Conoscevo Scotti perché arrivammo a Terni entrambi provenienti dal Novara, così come Borgobello e Guatteo, con i quali avevamo militato insieme precedentemente sempre nel Novara. Molti degli altri invece li conoscevo per averci giocato contro, e qualcuno mi aveva anche segnato dei goal”.
Alla guida di quella squadra venne chiamato Mister Del Neri. Me ne vuole parlare?
“Non lo conoscevo ancora ma a Novara, dove era stato come giocatore prima e come allenatore poi, me ne parlavano tutti molto bene. Era veramente molto professionale, e pretendeva un’organizzazione di gioco in campo dove tutti sapessero cosa fare nel proprio ruolo. Tali meccanismi di gioco sarebbero poi stati sempre un modello per la mia carriera successiva. Sono sempre andato d’accordissimo con lui ed avevo veramente un bel rapporto, spesso anche all’insegna dello scherzo reciproco”.
Arrivò alla Ternana con la presidenza di Alberto Gianni, ma la Società venne rilevata durante la stagione da Luigi Agarini. Quali differenze tra i due?
“Ho sempre visto la figura del presidente di Società con un po’ di distacco, come fosse il classico “Signore del calcio”, colui che comunque ti permetteva di vivere di calcio elargendoti lo stipendio. Nello specifico tra i due, posso dire che Gianni era sicuramente più a “portata di mano” e più presente nei nostri confronti”.
Secondo lei, quali sono le caratteristiche di un buon portiere?
“La prima cosa sicuramente la passione per il ruolo, poi quella che possiamo chiamare “intelligenza calcistica”, la professionalità. Io vivevo a tutti gli effetti la partita in tutte le sue fasi, e quindi dovevo sempre farmi trovare pronto. Con il pensiero ero sempre con i miei compagni al centro dell’azione di gioco. Tecnicamente poi dovevo coordinare la difesa”.
Chi era il suo idolo, quando da bambino cominciò a giocare nel ruolo di portiere?
“Sicuramente Zoff, sia nel suo aspetto tecnico che in quello caratteriale. Nel suo ruolo era assolutamente essenziale, e mai fuori dalle righe. Buffon invece incarna maggiormente la figura del portiere dei nostri giorni”.
C’è un portiere oggi che secondo lei ha delle caratteristiche che possono ricordarla?
“Credo Marchegiani, perché come me, usciva spesso dai pali, ed era anche molto istrionico. Ovviamente anche Buffon ha queste caratteristiche. Un portiere deve sbagliare il meno possibile, ed avere le “spalle larghe”. Oggi comunque ad un portiere vengono concesse molte più occasioni rispetto a ieri".
Al primo campionato in rossoverde, subito un successo: la promozione in serie B. Che esperienza fu per lei quella?
“Esaltante! Vincere un campionato in una piazza come quella di Terni non può non esserlo! Eravamo veramente un gran bel gruppo, e stavamo spesso insieme, anche al di fuori del campo di gioco. La squadra dei record: fantastico”.
Una stagione terminata con lo spareggio play-off di Ancona, contro la Nocerina, che assicurò alla compagine rossoverde la promozione in serie B (1-0, il 14 giugno 1998). Che ricordo ha di quella bella giornata?
“Una giornata memorabile! C’era in tutti noi la consapevolezza che non potevamo certo perdere quel match. Ci sentivamo molto forti e l’eventualità di uscire sconfitti non la prendevamo nemmeno in considerazione. Quando arrivammo allo stadio e vedemmo tutti gli spalti colorati di rossoverde, capimmo che non avremmo mai potuto perdere! Per tutta la stagione, ogni volta che arrivavamo al Liberati e vedevo tutta quella gente, mi dava una forza interiore incredibile!”.
Nella stagione successiva alla guida della Ternana arrivò Mister Cuccureddu. Che rapporto avevate con lui voi giocatori?
“Da un punto di vista professionale eravamo passati da uno che ti spiegava ogni minimo particolare, ad uno che improvvisava molto e non spiegava più di tanto. All’inizio Cuccureddu si dimostrò una persona anche simpatica, ma con il passare del tempo il giocattolo si è rotto ed è cambiato un po’ tutto. Se dovessi dare un giudizio sincero lo definirei superficiale rispetto a Del Neri”.
Alla 12esima giornata però Cuccureddu venne sostituito ancora con Del Neri, anche lui poi sostituito alla 19esima da Vincenzo Guerini. E con loro come furono i rapporti?
“Con Del Neri fui convocato per la partita di Andria, poi però decise di non farmi giocare, e questa per me fu una delusione tremenda! Con Guerini ero stato messo fuori rosa, quindi non avevo nessun tipo di rapporto. Un giorno addirittura mi cacciò dagli allenamenti”.
Nella sessione invernale del mercato, a Febbraio, viene ceduto alla Juve Stabia, in serie C. Da cosa e da chi dipese questa scelta?
“Visto che ero fuori rosa, la Juve Stabia mi cercò ed accettai di andare, pur non essendo in ottima forma. Comunque fu una bella esperienza”.
In quelle due stagioni in rossoverde, chi fu l’avversario che le creò più problemi sul campo?
“Senz’altro Miccoli, il quale mi fece un goal nella partita di andata a Casarano. Quando lo vidi giocare intuii subito che aveva della stoffa e mi permisi di consigliarlo al Diesse Osti. Già allora si capiva che aveva grandi qualità”.
Qual è stato il momento più bello e quello più brutto della sua esperienza con le Fere?
“Tra i ricordi più belli c’è senz’altro il mio esordio in serie B, contro la Reggiana, nel campionato 1998-99, e naturalmente la vittoria contro la Nocerina nei playoff di Ancona. Ma ricordo con molto piacere anche il gruppo meraviglioso che eravamo, ed i riti con i compagni. Tuttora ho un bel rapporto con Borgobello e Brevi. Tra i ricordi più brutti invece annovero senz’altro l’incidente di Cosenza, alla seconda giornata del campionato 1998-99, che mi procurò un pneumotorace che mi tenne fuori per tre giornate”.
Che ricordo ha di Terni e dell’ambiente rossoverde?
“Sono legatissimo alla città di Terni ed alla sua gente, e ci vengo molto spesso. Al tempo della mia militanza in rossoverde avevo delle amicizie vere, non legate necessariamente al mondo del calcio, e che mantengo ancora oggi. Quando vengo a Terni lo faccio sempre con molto piacere perché la considero la mia seconda casa”.
Vuole salutare i tifosi ternani?
“Lo faccio con molto piacere perché veramente apprezzo tantissimo la gente di Terni per la semplicità e la cordialità.
Un legame che niente e nessuno potrà mai interrompere!”.
La carriera di Bini in rossoverde:
1997-98 (Serie C1): presenze in campionato: 37. Goal subiti: 15. Presenze in Coppa Italia: 2, Goal subiti: 1
1998-99 (Serie B): presenze in campionato: 14. Goal subiti: 20. Presenze in Coppa Italia: 2, Goal subiti: 4
Marco Barcarotti
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