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Borgobello: “Per la maglia rossoverde ci ho sempre soffiato”

Se si chiedesse ad un qualunque tifoso rossoverde chi è l’attaccante più prolifico che ricorda nella sua

militanza al seguito della squadra del cuore, a meno che il tifoso in questione non sia un ultra-ottantenne e

ricorda il mitico Ostromann che ha vestito la casacca rossoverde negli anni ’30 e ‘40, la risposta non può

che essere una: Massimo Borgobello!

Infatti Borgobello, con i suoi 74 goal in campionato e 5 in Coppa Italia, è il vice-cannoniere della storia

della Ternana (dopo l’irraggiungibile Ostromann), ed il maggior realizzatore del dopoguerra.

Insomma, per dirla facile, nell’immaginario collettivo del tifoso rossoverde dire Borgobello è come dire

garanzia di gioie ed emozioni!

Nasce a Sacile (PN) il 17-05- 1971, e cresce calcisticamente nelle giovanili del Conegliano nel ruolo di

attaccante, con le classiche caratteristiche di uomo d’area, forte fisicamente e dal goal facile, sia di piede

che di testa. Dopo aver militato in diverse formazioni di C2 e C1, oltre ad una breve apparizione in serie

B nelle fila del Chievo Verona, arriva alla Ternana nell’ottobre del 1997, in serie C1, e rimarrà in casacca

rossoverde per due stagioni, conquistando la promozione nella serie cadetta. Ed è proprio grazie a queste

due stagioni di grande rendimento che arriva la chiamata del Venezia in serie A. Rimarrà nella

formazione lagunare una sola stagione per fare poi ritorno alla Ternana nel Gennaio del 2000, dove

rimarrà per altre quattro stagioni e mezza, quando nel 2004-05 si trasferirà alla Salernitana. La carriera

proseguirà ancora nel Venezia e poi in formazioni di serie C1 e C2, e chiuderà la carriera in serie D con la

Viterbese, società nella quale inizierà quella di responsabile del settore giovanile.

Oggi Borgobello vive a Vienna, anche se nella nostra città ci torna spesso e volentieri, e non ha più

nessun tipo di rapporto con il mondo del calcio professionistico.

Cominciamo da lontano: che bambino era Massimo?

Ero il classico bambino di quel tempo, sicuramente molto diverso dalle generazioni attuali. E come quasi

tutti i bambini di quel periodo, il calcio era la mia più grande passione. Ma ho sempre riservato anche del

tempo per la scuola.

Posso senz’altro affermare che ho avuto una bella infanzia.

Che ricordi ha dei suoi primi contatti con un pallone?

Il mio papà non ha mai giocato a calcio, ma nonostante questo io ho avuto, fin da piccolo, un’attrazione

sfrenata per questo gioco. Non solo nel praticarlo, ma anche nel vederlo. Aspettavo impaziente il

mercoledì sera per vedere le partite di Coppa in tv, come era d’usanza all’epoca. Ma appena avevo un

attimo di tempo, usciva fuori un pallone! Giocavo con gli amici nella strada vicino casa, oppure a scuola,

visto che facevo il tempo pieno. E giocavamo partite infinite, fino allo sfinimento, finché non

sopraggiungeva il buio, usando come porta un cancello.

Poi, ad undici anni, ho cominciato a giocare “seriamente”, andando prima nella Società del Cavolano, poi

della Liventina di Sacile, e quindi nel Conegliano, paese questo dove frequentavo le scuole “Superiori”.

Arriva alla Ternana nella stagione 1997-98 e subito è un successo. Con i suoi 12 goal, compreso

quello realizzato nella semifinale dei playoff (Ternana-Atletico Catania 1-0, il 14-06- 1998)

contribuisce alla promozione in serie B delle Fere. Che ricordo ha di quella stagione?

Un ricordo bellissimo! Una stagione che mi ha cambiato letteralmente la carriera. Per la verità sarei

dovuto venire prima alla Ternana, sempre nella stagione 1997-98, fin dalla sessione estiva del mercato,

ma poi finii al Brescello. In autunno fui poi ceduto alla Società rossoverde.

Per me fu la scoperta di un mondo nuovo, con una tifoseria molto numerosa e attaccatissima alla squadra.

Sicuramente una maniera nuova di vivere il calcio, con molto più coinvolgimento e soddisfazione da

parte mia.

Ricorda il suo esordio in rossoverde (Gualdo Tadino-Ternana 0-0, il 19-10- 1997)?

Ricordo la mia emozione all’inizio, anche per via del fatto che c’era stato il terremoto, in quella parte

dell’Umbria, poche settimane prima. Poi uno stiramento mi obbligò alla sostituzione al 13° del primo

tempo. Insomma non fu certo un inizio esaltante.

Allenatore di quella Ternana era Mister Del Neri. Che allenatore è stato per il calciatore Massimo

Borgobello?

Un tecnico molto preparato e a cui sono molto riconoscente dato che mi ha dato la possibilità di crescere

professionalmente, così come lo sono anche al D.S. Carlo Osti.

Sono molto legato a loro moralmente.

Mister Del Neri mi venne a cercare quando ero al Brescello, spiegandomi come avrebbe voluto far

giocare la sua Ternana. Non si concretizzò subito ma questo mi colpì, perché non è usuale che un

allenatore vada a spiegare le sue intenzioni ad un potenziale neo-acquisto. Poi però ad Ottobre si

concretizzò il passaggio e così sono diventato rossoverde.

C’è da dire che non sbagliarono nulla, acquistando tanti giocatori che successivamente sarebbero arrivati

in serie A.

Nel campionato successivo, primo di serie B, la Ternana si salvò all’ultima giornata vincendo al

Liberati, con una sua doppietta, contro l’Andria di mister Rumignani (2-1, il 13-06- 1999) il quale fu

protagonista di un episodio che rischiò di compromettere l’intera stagione. Ricorda quella partita e

le emozioni provate prima di entrare in campo e al termine della stessa?

Che emozione incredibile! Ci giocammo tutto il campionato in quella partita secca. Io ricordo ogni più

piccolo particolare della mia intera carriera, ma quella partita ce l’ho impressa nella mente. Ricordo il

caldo soffocante di quel pomeriggio estivo, ed arrivò alla fine di un campionato interminabile ed

incredibile. Però, alla fine, quanta soddisfazione!

Nell’estate del 1999 però lei si sveste della maglia rossoverde per vestirsi di una maglia simile,

quella arancio-verde del Venezia, facendo quindi l’esordio in serie A. Una sua scelta legittimamente

ambiziosa?

Sinceramente la Società avrebbe voluto trattenermi, ma giocare in serie A era per me il sogno fin da

quando ero bambino. E’ per tale motivo che ho spinto per poter andare, perché volevo mettermi alla prova

nella massima categoria, e questo per me era anche motivo di grande orgoglio.

Avevo giocato anche in terza categoria, ed ero arrivato all’età di 28 anni: ora o mai più, pensai.

Comunque, anche la Ternana ebbe la sua convenienza, visto che incassò una bella cifra, anche se il

Presidente Agarini mi avrebbe voluto trattenere in qualunque modo.

Nel Gennaio del 2000 il suo ritorno alla Ternana. Ci racconta quali furono le dinamiche che

portarono a questa scelta?

Nel Venezia non fu un’esperienza molto positiva. Io avevo bisogno di tempo per adattarmi all’ambiente

ma in serie A questo non è possibile facilmente. Così decisi, d’accordo con la Società lagunare, di tornare

in serie B, e firmai per il Chievo Verona. Però ero d’accordo con loro che se mi avesse richiesto la

Ternana, io avrei stracciato quel contratto. E così feci, visto che sia il D.S. Borea, che mister Guerini, mi

vollero fortemente di nuovo in casacca rossoverde. Ed io tornai molto volentieri a Terni.

Nel campionato 2000-’01 sulla panchina rossoverde arriva mister Agostinelli, il quale definì la sua

Ternana una “squadra arrapante”, con l’ambizione di provare a vincere il campionato,

considerando pure un reparto di attacco stellare che i ternani ancora sognano: Borgobello-Grabbi-

Miccoli. La classifica finale vide la Ternana piazzarsi al settimo posto. Ci fu delusione da parte sua

per tale risultato?

Ovviamente si, fu una delusione molto cocente. In quella Ternana c’erano anche altri grandi giocatori,

come ad esempio Schenardi. I motivi di quella delusione li capimmo poi, realmente, qualche anno dopo

leggendo i giornali, con l’ennesimo scandalo del mondo del calcio.

Forse però la delusione più cocente della sua carriera rossoverde fu quella vissuta nella stagione

successiva, quando la Ternana retrocesse in C1 uscendo sconfitta nell’ultimo confronto del

calendario (Bari-Ternana 2-1, il 02-06- 2002) in una partita che, sulla carta, non aveva più nulla da

dire per gli avversari, ma che giocarono con il coltello tra i denti. A distanza di tanti anni, quanta

amarezza si porta dietro per quello “strano” episodio?

Personalmente quella stagione fu molto travagliata a causa di un serio infortunio al ginocchio che mi

tenne fuori per diversi mesi. Anche in questo caso, come detto per la stagione precedente, le spiegazioni

le abbiamo avute qualche anno dopo, leggendo i giornali.

Nella stagione 2002-03 sulla panchina arriva Mister Beretta, e con i suoi 18 goal (record personale

in maglia rossoverde) contribuisce ad un altro ottimo settimo posto della classifica finale. Ci fu più

soddisfazione per il risultato personale o delusione per quello della classifica della squadra?

Ovviamente a livello personale fu una stagione che mi riempì di orgoglio. Ma non per il risultato finale

della squadra. Ricordo che vincemmo un’importante scontro diretto a Siena (0-1, il 19-04- 2003), la quale

al termine di quella stagione si piazzò prima nella classifica finale. Quella vittoria fece pensare ad un

risultato diverso, invece cominciammo a perdere qualche colpo e la serie A sfumò. Credo che la causa

maggiore di quel cedimento fu la stanchezza di molti di noi, che a quel punto condizionò negativamente il

proseguo del campionato.

Però la delusione più grande vissuta con la maglia delle “Fere” probabilmente fu quella vissuta

nella stagione 2003-’04. Quell’anno erano previste cinque promozioni, più uno spareggio con la

formazione di serie A piazzata al quart’ultimo posto. Il girone di andata vide la Ternana sempre tra

le prime posizioni, a buona distanza dalle inseguitrici, ma al termine della stagione fu solo settima

posizione in classifica, nonostante il tridente di attacco, ancora una volta stellare, Borgobello-

Zampagna-Frick, realizzasse la bellezza di quaranta goal. Ancora una volta i tifosi rossoverdi non

riuscirono a vivere il sogno di tornare in serie A dopo quasi 30 anni dall’ultima volta. Ci racconta

cosa accadde veramente in quel finale di stagione?

Un bel po’ di cose! Fino a Gennaio tutto procedette nel migliore dei modi, poi però, arrivati a quel punto

cominciarono i problemi societari. Per qualche mese cominciarono a non arrivare più gli stipendi, e

questo causò molti malumori. Inoltre c’erano anche altri problemi nello spogliatoio e così cominciammo a

perdere tutto quello che avevamo accumulato fino ad allora, con diverse partite perse malamente. Ognuno

di noi cominciò a pensare al proprio “orticello” e non più al bene comune. Alla fine la realtà fu quella

dell’ennesima delusione, con la se rie A che pian piano sfumò. Però, sinceramente, nonostante tutto, non

capii mai le accuse contro noi giocatori e contro la Società per l’esito della stagione.

Dopo quella disgraziata stagione lei lascia nuovamente la Ternana per approdare alla Salernitana.

Una decisione, quella di lasciare le Fere, figlia degli episodi della stagione appena conclusa?

Dopo quella tremenda delusione ero così sfiduciato, amareggiato, che non volevo più assolutamente

rimanere a Terni! Pensavo che il mio ciclo in casacca rossoverde fosse così definitivamente concluso. Nel

mese di Maggio mi ero infortunato molto gravemente, strappandomi contemporaneamente tre muscoli.

Questo mi condizionò negativamente per tutto il resto della mia carriera perché non riuscii mai più a

recuperare i miei livelli abituali. Fu così che lasciai per sempre la Ternana. E pensare che a Gennaio mi

aveva richiesto la Fiorentina ed io avevo rifiutato…

Qual è il momento della sua carriera in rossoverde che ricorda con più piacere? Ed il più brutto?

Il momento più brutto sicuramente l’infortunio di cui parlavo prima e quella stagione disgraziata, con

tutte le situazioni che si erano venute a creare. I più belli sono tanti, ma tra loro sicuramente và

annoverata la partita contro l’Andria nell’ultima di campionato della stagione 1998-99. La promozione in

serie B nella stagione precedente. Ma anche i tanti goal realizzati, compreso il personale record stagionale

delle 18 marcature nella stagione 2002-03.

Con chi instaurò, tra i suoi ex-compagni, l’amicizia più importante nei suoi anni in rossoverde?

Con molti, e con alcuni di loro sono ancora molto legato. Sono molto amico con Onorato e spesso ci si

vede e sente ancora. Ogni volta che torno a Terni poi, mi vedo con Fabris, Brevi, Schenardi, Bini. Ma ci

sentiamo abbastanza spesso anche con Marcon, Brunner, ecc.

Tra i tanti allenatori avuti alla Ternana (Del Neri, Cuccureddu, Guerini, Burgnich, Agostinelli,

Tobia, Bolchi, Beretta), chi ricorda con più piacere, e perché?

Devo dire che sono rimasto in buoni rapporti un po’ con tutti loro, anche con chi avevo delle divergenze

nel modo di vedere il calcio. Ricordo molto volentieri Del Neri, Beretta,Guerini, anche perché ho passato

più tempo con loro. Con Beretta ci sentiamo ancora oggi abbastanza spesso.

Se lei avesse oggi 14 anni rifarebbe per intero quello che ha fatto nella sua carriera calcistica?

Assolutamente si! Rifarei tutto, magari limando qualcosa, per fare ancora meglio.

Se dovesse descrivere le sue caratteristiche tecniche ad un giovanissimo tifoso rossoverde che non lo

ha mai visto scendere in campo, cosa gli direbbe?

Mi descriverei così: una punta centrale, che amava essere solo davanti, con dei trequartisti accanto.

Avevo un buon sinistro, mentre il destro è migliorato con gli anni, ma la mia arma migliore era senz’altro

il colpo di testa, per la buona scelta di tempo ed il coraggio. Inoltre sapevo coprire bene la palla quando

ero con le spalle alla porta, facendo così salire la squadra.

Quale è oggi il legame di Massimo Borgobello con la città di Terni e con i suoi tifosi?

Con la città ci sono molto legato per via dei miei figli che vivono qui, per i tanti amici che ancora ho, e ci

torno sempre spesso e volentieri. I tifosi, per la maggior parte di loro, mi vogliono ancora bene perché

ricordano i miei tanti goal, ma soprattutto perché io con quella maglia rossoverde tanto amata “c’ho

sempre soffiato”! Perché quella maglia rappresentava la città, i tifosi, i giocatori: i nostri colori! E di

questo ne sono orgogliosamente felice!

La carriera di Borgobello in rossoverde:

1997-98 (Serie C1): Presenze in campionato: 28,

Goal realizzati: 12

Presenze in Coppa Italia: 1, Goal realizzati: 1

1998-99 (Serie B): Presenze in campionato: 31,

Goal realizzati: 15

Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0

1999-00 (Gennaio 2000) (Serie B): Presenze in campionato: 14, Goal realizzati: 6

Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0

2000-01 (Serie B): Presenze in campionato: 34,

Goal realizzati: 10

Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0

2001-02 (Serie B): Presenze in campionato: 14,

Goal realizzati: 2

Presenze in Coppa Italia: 4, Goal realizzati: 3

2002-03 (Serie B): Presenze in campionato: 37,

Goal realizzati: 18

Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 1

2003-04 (Serie B): Presenze in campionato: 34,

Goal realizzati: 11

Presenze in Coppa Italia: 1, Goal realizzati: 0

La carriera di Massimo Borgobello:

1986-88: Conegliano (giovanili)

1988-91: Conegliano (serie D)

1991-93: Caerano (serie D)

1993-94: Giorgione (C2)

1994-96: Novara (serie C2)

1996: Chievo Verona (serie B)

1996-97: Ischia Isola verde (serie C1)

1997: Brescello (serie C1)

1997-99: Ternana (serie C1-B)

1999-00: Venezia (serie A)

2000-04: Ternana (serie B)

2004-05: Salernitana (serie B)

2005: Venezia (serie B)

2005-06: Triestina (serie B)

2006-07: Monza (serie C1)

2007-08: Cisco Roma (serie C2)

2008-09: Viterbese (serie D).

Marina Ferretti

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