Claudio Canzian ha rilasciato una lunga intervista a Marco Barcarotti per Daje Mo', intervista che vi proponiamo in anteprima sul nostro sito.
L’amore per la maglia. Costi quel che costi!
E’ con questo motto che si potrebbe descrivere il personaggio che abbiamo incontrato per questo numero di Ternana News.
L’ex-rossoverde in questione è uno che pur di rimanere fedele a quella maglia, decise di scendere di ben tre categorie, insieme alla Società, dalla serie B appena persa sul campo, alla serie D dove sarebbe ripartita dopo il fallimento societario della gestione Gelfusa : Claudio Canzian. Esperienza questa condivisa con il solo Trotti, della rosa dell’anno precedente.
Ma andiamo per ordine.
Canzian nasce a Zoppola (PN) il 21-11-1964 e calcisticamente cresce, nel ruolo di difensore centrale (libero), nelle giovanili dello Zoppola. Viene acquistato dal Pordenone mentre militava nel Visinale dove aveva disputato a 16 anni un campionato in 2°Categoria, e dopo diverse esperienze di serie C e serie B, arriva alla Ternana nell’autunno del 1991 proveniente dal Venezia. La nuova gestione societaria rossoverde aveva allestito una rosa molto competitiva, con l’ambizione di vincere il campionato e ritornare in serie B dopo 12 anni dalla sua ultima partecipazione. E le cose andarono subito per il verso giusto, infatti il colpo riuscì al primo tentativo: promozione immediata.
Ma l’anno seguente avrebbe riservato inattese ed amare sorprese. Il presidente Gelfusa non riuscì a rispettare gli impegni presi e la società andò alla deriva, con la conseguenza che al termine della stagione ci fu il fallimento societario con la conseguente radiazione. E solo con sforzi incredibili si riuscì a costruire una nuova Società che venne iscritta al campionato di serie D (Campionato Nazionale Dilettanti).
Fu a quel punto che, con molto coraggio ed onestà professionale, Canzian decise di rimanere in rossoverde, dove sarebbe poi rimasto nelle due stagioni di serie D a cui avrebbe partecipato la Ternana. Coraggio che non è mai stato dimenticato da tutti i tifosi a cui stanno a cuore le gesta delle Fere.
Al termine della stagione 1994-’95 Canzian viene ceduto al Pordenone, dove avrebbe poi concluso la sua carriera calcistica.
Oggi vive a Zoppola con la compagna Cristina e la figlia Camilla, fino al giugno 2015 è stato dirigente del Pordenone Calcio (per 10 anni consecutivi, 8 da direttore sportivo e 2 da responsabile del settore giovanile) ma visto il salto nei professionisti della società della sua città, gli impegni legati al lavoro (Broker assicurativo) non gli hanno permesso più di ricoprire un ruolo così importante a cui dover dedicare gran parte della giornata. Ora è un semplice tifoso.
Come cominciò la sua carriera calcistica?
“Appassionato di calcio fin da piccolo (passione trasmessa dal papà, che è stato anche il mio primo allenatore), non mi stancavo mai di giocare con gli amici ed anche da solo”.
Nell’estate del 1991 lei approdò alla Ternana. Ci racconta i risvolti dell’operazione?
“Trovavo poco spazio nel Venezia in B, mi fu prospettata una doppia soluzione Ternana o Perugia. Scelsi Terni e con il tempo, nonostante tutto quello che successe negli anni a seguire, mi resi conto di aver fatto la scelta giusta”.
Allenatore di quella squadra era Mister Clagluna? Come lo ha “vissuto” da suo calciatore?
“Era una persona carismatica, con idee già avanti per quei tempi (vedi il controllo orientato), forse quella squadra non giocava un bel calcio, ma il mister ha sempre dimostrato di saper scegliere giocatori e uomini”.
Con il Presidente Gelfusa che tipo di rapporto avevate?
“Era un Presidente-Papà, di grande umanità e grande umiltà, peccato non esser riusciti ad andare avanti per più tempo”.
Alla prima stagione in rossoverde subito una grande soddisfazione: promozione in serie B. Ci racconta le sue sensazioni di allora?
“Indimenticabile! La soddisfazione più grande nella mia carriera calcistica. Racconto sempre a tutti che a Terni mi hanno fatto sentire come un giocatore di serie A. La città che ha festeggiato per quasi un mese. Ricordi incancellabili”.
Ma l’anno successivo fu per tutto l’ambiente rossoverde un vero e proprio incubo. Ultimo posto in classifica, Società in disfacimento che portò al fallimento e conseguente radiazione. Che ricordi personali ha di quella stagione?
“Sembrava veramente di essere in un incubo, nessuno di noi si capacitava di ciò che era successo, da una potenziale outsider in serie B, ad una squadra forse più debole dell’anno precedente”.
Nell’estate del 1993, mentre la Società colava a picco, lei fece una scelta non certo facile decidendo di rimanere in maglia rossoverde anche in serie D. Quali furono le vere motivazioni di tale scelta?
“Terni mi aveva fatto stare bene, volevo ricambiare e inoltre ritenevo la Ternana in serie D, una piazza molto più gratificante e motivante di altre squadre in serie C (ricordo che rifiutai Siena in C1)”.
Tutto l’ambiente rossoverde pensava che la permanenza in serie D sarebbe stato solo un veloce passaggio. Invece seguirono due stagioni fallimentari, e solo grazie al ripescaggio nell’estate del 1995 si riuscì a tornare in C2. Che ricordi ha di quella esperienza?
“Nonostante tutto intorno a noi c’era entusiasmo, il primo anno ero capitano e mi sentivo importante per la squadra, eravamo primi, e facevo anche gol (4 in 14 partite), poi nell’ultima giornata d’andata, nello scontro diretto con il Teramo, a fine primo tempo ebbi un grave infortunio muscolare. Non rientrai più fino a fine stagione e la Ternana per vari motivi non centrò la promozione. L’anno successivo, personalmente fu il più difficile, non mi riprendevo dall’infortunio ed andai da solo a curarmi per circa un mese a Montecatini (con Pagni massaggiatore di Baggio e della Nazionale). Rientrai a novembre e inseguimmo la promozione. Arrivammo secondi, ma in società c’era la certezza che con quel risultato la squadra sarebbe stata ripescata”.
Con la maglia rossoverde realizzò 6 goal. Quale è quello che ricorda con maggiore orgoglio?
“Ricordo quello annullato nell’ultima partita di campionato contro il Licata (sarebbe stato il primo gol in Rossoverde, ed in una giornata importante) e quello contro la Spes Montesacro. C’era tanta gente (credo 8 mila persone per una squadra in D) stavamo facendo fatica, avevamo sbloccato il risultato su un autogol ad inizio secondo tempo, ma non eravamo tranquilli, segnai il secondo gol con un tiro da fuori ed andai in panchina a festeggiare con Tobia, Castaldo e tutti i compagni”.
Nella sua esperienza alla Ternana ricorda di qualche litigio acceso nello spogliatoio, prima o dopo una partita?
“Nel calcio, come nello sport in generale, ci sono molti episodi di discussioni o contrasti che finiscono in campo o subito dopo, ma non ho un episodio rilevante. Ricordo però l’anno della promozione in B la conferenza di Clagluna a difesa della squadra”.
Quale è la partita che al solo ricordo ancora le provoca emozione?
“Ternana-Catania del 17-05-1992, gol di GianMario Consonni e promozione in serie B. Quando sento dai vari filmati la cronaca di quella partita, mi sembra di essere ancora lì”.
Quale è stato l’avversario più rognoso che ha incontrato nei suoi quattro anni di Ternana?
“Ricordo Eusebio Di Francesco, sia perché era un giocatore leale ma anche perché con lui si doveva correre molto”.
Che rapporto aveva con la tifoseria rossoverde?
“Terni è una città che riconosce l’impegno dei giocatori, se qualcuno ha qualche qualità in meno, ma da tutto se stesso non avrà mai problemi. Per me è stato così”.
Nei suoi quattro anni in rossoverde ebbe diversi allenatori: Clagluna, Liguori, Tobia, Ammoniaci, Acori e Silva. Con chi legò maggiormente, e perchè?
“Ricordo tutti, perché da tutti ho imparato qualcosa. Sicuramente Clagluna era il più istrionico, Tobia quello che riusciva a motivarmi di più ed Acori per il rapporto personale”
Al termine del campionato 1994-’95 lei lasciò la Ternana per andare al Pordenone, dove successivamente avrebbe intrapreso la carriera di responsabile tecnico. L’addio alle Fere fu una sua scelta?
“Fu una mia scelta, l’ultimo anno a Terni per motivi personali era stato più difficile, volevo avvicinarmi a casa. Ripensandoci avrei potuto giocare ancora qualche anno nei professionisti ma sono sempre stato uno che cerca di anticipare le scelte e feci così anche quel giugno 1995. Vorrei chiudere ringraziando la Ternana, che oltre alle soddisfazioni calcistiche, mi ha permesso di conoscere delle persone speciali e di instaurare delle bellissime amicizie che ancora durano, e me lo dimostrano ogni volta che torno in città. Come sempre Forza FERE”.
La carriera di Canzian in rossoverde:
1991-92 (Serie C1): Presenze in campionato: 19, Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
1992-93 (Serie B): Presenze in campionato: 27, Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
1993-94 (Serie D): Presenze in campionato: 16, Goal realizzati: 4 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0
1994-95 (Serie D): Presenze in campionato: 23, Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
Marco Barcarotti
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