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Dal pullman alla Curva: il racconto di un derby vissuto tra i tifosi ternani…

L'orario che ci viene dato per il raduno è 11:45, il luogo il parcheggio dell'antistadio. In realtà, per via delle formalità e dei ritardatari, non si parte prima delle 12:40. L'atmosfera nel pullman è calda, c'è aria di festa ma anche la tensione di una sfida che, senza voler far retorica, non è come le altre: il derby manca da 10 stagioni, e la voglia di riscossa è tanta. Ci vuole un'ora e un quarto per arrivare al Renato Curi, abbiamo avuto tutto il tempo per caricarci e ripassare i cori fondamentali per la giornata. Senza troppi intoppi entriamo nel settore ospiti, mentre di fronte a noi la curva nord del Perugia intona le prime parole di sfida, e noi non perdiamo di certo l'occasione di rispondere a tono! Al fischio d'inizio sale tutta la tensione e l'agonismo di questo derby, si canta senza sosta, anche quando il primo gol del Perugia ci fa temere il peggio. È in questa occasione che arriva, da un mio amico, il consiglio migliore: "Quando segnano, tu guarda sempre avanti, perché se guardi in tribuna li vedi in faccia, e non ti scorderai più chi è che ti sfotte!". Si soffre, si gioisce al gol di Bojinov, Brignoli esulta con noi e noi continuiamo a cantare, a urlare, vogliamo farci sentire anche se in minoranza numerica. Il secondo tempo si gioca meglio, ci crediamo di più, anche quando quel rigore generoso concesso al Perugia avrebbe potuto tagliarci le gambe. Invece no, noi sugli spalti e la squadra in campo non ci lasciamo abbattere, meritiamo di più, e al gol di Falletti, viene giù il settore ospiti, mentre i perugini sono ammutoliti. Il triplice fischio arriva fortunatamente a salvare le nostre coronarie, noi cantiamo  ancora più forte, festeggiamo con le Fere, e loro festeggiano con noi. Continuiamo a festeggiare per i primi chilometri anche nel pullman, ma la stanchezza è tanta e il viaggio troppo lento per poter mantenere il ritmo. Alle 19:10, dopo quasi un'ora e quaranta, torniamo a Terni, stravolti ma con ancora l'energia addosso per andare ad accogliere la squadra al Garden. Un migliaio di persone aspettano il pullman dei giocatori, tra fumogeni e ancora cori, e quando questo arriva, e i ragazzi scendono, è un abbraccio collettivo. Baci, foto, pacche sulle spalle, anche Tesser viene placcato e stretto dalla folla: il pareggio al Curi ci ha dato soddisfazione! Intanto sono diventate quasi le 20, i giocatori e il mister sono tornati a casa, è sabato sera e gli amici ci aspettano: forse è meglio andare a casa anche noi.

Marina Ferretti

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Marina Ferretti

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