Dario Viciani ai microfoni di Radio Cusano Campus nel programma Sport Academy
"Terni ha rappresentato per mio padre la città d'elezione dal punto di vista sportivo-lavorativo, nonostante sia stata sempre una città di sinistra, cosa che non apparteneva a mio padre che era quasi monarchico. Terni gli è rimasta nel cuore anche quando negli ultimi anni della sua vita la malattia se l'era preso, quando in tv sentiva il nome della Ternana o di Terni, nei suoi occhi c'era sempre un lampo".
"Lui aveva un'idea molto lontana dal calcio italiano dell'epoca, che era fatto di squadre lunghe e il libero staccato, almeno fino all'avvento di Sacchi. Lui ha sempre cercato di riproporre il modulo adottato alla Ternana, con la squadra corta, senza però troppo successo, tranne a Palermo. Non è vero che lui diceva che aveva adottato quel sistema di gioco perchè i giocatori non erano di qualità, lui riteneva che giocare un calcio corto fosse più facile perchè non consegnavi la palla agli avversari. Mi sembra che si sminuisca l'importanza dei calciatori e la si tolga all'allenatore, che non può certo vincere un campionato di Serie B se non ha buoni giocatori. Mio padre ha innovato il metodo d'allenamento, aveva capito che bisognava correre più degli altri".
"Nella mia famiglia continuiamo a seguire la Ternana, tutti i sabati guardiamo la partita e ci arrabbiamo perchè quest'anno siamo un po' in credito con la fortuna. Speriamo che il 2018 ci restituisca quello che ci ha tolto in quest'ultima parte di 2017, dove il caso e anche gli arbitri ci hanno giocato un brutto scherzo. Speriamo che Castiglion Fiorentino porti un po' di fortuna".
"Pochesci? E' un personaggio sui generis, non è mai banale, anche in certe sue uscite. Per quanto riguarda il gioco, mi pare che la Ternana, a detta di tutti, giochi un calcio gradevole da vedere. Questo senz'altro è merito del mister".