Come abbiamo avuto modo di ricordare più volte, la Ternana nella prima metà degli anni ’70 aveva un settore giovanile all’avanguardia, una vera fucina di giovani talenti che avrebbero spesso fatto una carriera importante, e facendo di conseguenza anche la fortuna della Ternana stessa. Molto spesso erano giocatori che arrivavano dalla Calabria, specie da Scalea o comunque dalla provincia di Cosenza.
Tra i tanti giovani scoperti in quegli anni c’è anche il nostro ex che abbiamo incontrato questa volta per il nuovo numero di “DAJE MO’”: Carmelo Bagnato.
Bagnato nasce a Scalea (CS) il 16-05-1956 e cresce nelle giovanili dello Scalea nel ruolo di centrocampista. Arriva alla Ternana nell’estate del 1971, a soli 15 anni, dove “si farà le ossa” nel settore giovanile, iniziando dalle formazioni più giovani (Allievi) per arrivare alla formazione “Primavera”.
Arriverà in prima squadra nella stagione 1974-’75, quando la Ternana aveva vinto nella stagione precedente, per la seconda volta, il campionato di serie B con Mister Riccomini. E proprio con Riccomini farà il suo esordio in prima squadra e in serie A. anche se al termine di quel campionato saranno solo due le presenze in campo.
Nella stagione successiva, in serie B, con alla guida Mister Galbiati, sostituito da Andreani prima e da Fabbri poi, sarà il rossoverde con più presenze in assoluto della stagione.
Nell’estate del 1976 Bagnato viene ceduto alla Fiorentina ma le presenze al termine del campionato nella squadra viola saranno solo otto. Così nell’estate successiva Bagnato farà ritorno in casacca rossoverde, di nuovo in serie B, dove con Mister Marchesi sarà di nuovo una pedina inamovibile della squadra.
Ma anche questa volta non arriverà la riconferma e verrà ceduto al Bari, ancora in serie B, dove rimarrà per cinque stagioni.
La sua carriera seguiterà in varie formazioni di B e C, fino alla stagione 1987-’88, al termine della quale appenderà le scarpette al classico chiodo ed inizierà la carriera di allenatore.
Oggi Bagnato vive nella sua città natale Scalea ed è rimasto nel mondo del calcio avendo aperto una scuola calcio che porta il suo nome.
1) Come inizia la sua passione per il calcio da bambino?
Comincia fin da piccolissimo, in mezzo alla strada, con gli amici, come era usanza in quei tempi. Pur di poter giocare, spesso lo facevamo anche scalzi ed in campetti di estrema periferia o in mezzo alla strada, senza nessun tipo di comfort tipico invece dei nostri giorni.
2) Mi parla della sua famiglia? L’ha seguita nella sua carriera?
Io non ho mai conosciuto mio padre se non ultimamente, quattro ani fa, quando ho scoperto chi fosse, scoprendo così di avere anche altre cinque “sorellastre” ed un “fratellastro”.
Io sono il figlio più piccolo della mia famiglia, ed ho perso mia madre quando avevo solo dieci anni e sono cresciuto con i miei fratelli maggiori.
Da tutto ciò se ne ricava che inevitabilmente la mia famiglia ha potuto seguire ben poco, per usare un eufemismo, la mia carriera calcistica.
3) Chi è stato il suo primo allenatore? Che ricordo ha di lui?
Quando militavo nella formazione degli “Allievi” dello Scalea il mio allenatore fu Carmelo Valente, un personaggio molto carismatico, noi ragazzi eravamo entusiasti di stare con lui. Conservo un gran bel ricordo di lui.
Poi nella formazione “Juniores”, sempre dello Scalea, ho avuto un altro mister di cognome Valente, questa volta Giuseppe di nome. A Marzo di quell’anno arrivai alla Ternana, dove ebbi come allenatori: Marsiliani, Giuliani ed Andreani.
4) Prima di arrivare in prima squadra fece tutta la trafila con le squadre giovanili. Che esperienza fu per lei quella? Quanto le servì per poter crescere calcisticamente ed umanamente?
Quando fui acquistato dalla Ternana arrivai con le idee ben chiare, convintissimo di diventare un vero calciatore! Accettai l’idea di dover fare sacrifici per poterci riuscire, ed il fatto stesso di dover stare lontano da casa era uno di questi, ma lo feci sempre volentieri, convinto che solo così sarei riuscito in quello che desideravo più di ogni altra cosa.
Tutto questo, insieme al fatto di giocare con compagni più grandi di me, mi fece fortificare caratterialmente e crescere con qualche anno di anticipo.
5) Nella stagione 1974-’75 arriva in prima squadra, facendo così anche il suo esordio nella massima serie. Allenatore di quella squadra era Mister Riccomini. Che ricordo ha del Mister?
Un bellissimo ricordo! Mi fece sentire la sua fiducia e mi mise fin da subito a mio agio. Io giocavo con la “Primavera” e stavo facendo bene; all’allenamento del martedì mi chiamò e mi disse che la domenica successiva avrei debuttato in prima squadra contro la Lazio all’Olimpico (Ternana-Lazio 0-0, il 23-02-1975). Nello spogliatoio, davanti a tutta la squadra fece una battuta per sdrammatizzare: “Bagnato ha la faccia come il culo, quindi dategli la palla che la partita la risolve lui!” Questo mi servì per allentare la tensione ed allontanare l’emozione della notizia del debutto.
6) In quella stagione scese in campo solo in due occasioni. Fu per lei una delusione o comunque la considerò un’esperienza positiva?
Io militavo nella formazione “Primavera” ma facevo comunque parte del “giro” della prima squadra, allenandomi con loro e qualche volta andando in panchina.
Purtroppo in quel periodò morì Laureti, Presidente del settore giovanile rossoverde, che era per me una figura importantissima, una sorta di papà acquisito. Questo comportò il fatto di essere messo momentaneamente un po’ in disparte.
Ricordo che contro l’Inter (Ternana-Inter 0-0, il 06-04-1975) il Mister mi fece fare riscaldamento per 45 minuti ma alla fine decise di non farmi entrare in campo. Mi rimase in mente la battuta che ascoltai prevenire dagli spalti: “e per fortuna che è…..(B)bagnato, altrimenti prendeva fuoco”!!! Il senso dell’umorismo dei ternani è sempre stato proverbiale!
Comunque quelle due presenze per me furono importanti perché le considerai come il punto di partenza, come poi in effetti avvenne.
7) Secondo lei quali furono i motivi dell’immediata retrocessione?
I motivi furono molteplici. Prima di tutto c’è da dire che il campionato era a sedici squadre e quindi era molto più difficile per una matricola riuscire ad arrivare alla salvezza. Inoltre in quei tempi non c’erano gli stranieri e quindi le grosse società non potevano cedere in prestito i giovani fuoriclasse alle piccole società, magari per farli ambientare ed adattare al campionato italiano, come accade oggi. Come esempio di questo discorso, pensiamo a Recoba che l’Inter mandò a “farsi le ossa” nel Venezia, facendo le fortune della società lagunare.
Infine aggiungerei il fatto che all’epoca si marcava ad uomo e per un calciatore di talento era molto più difficile esprimersi in campo se trovava un avversario “tignoso”.
8) Nella stagione successiva, con Mister Galbiati prima ed Andreani e Fabbri poi, l’ambiente si aspettava probabilmente un campionato di vertice, invece si rivelò una stagione deludente. Secondo lei quali furono le cause?
Purtroppo la retrocessione psicologicamente fu una vera e propria mazzata! In quelle situazioni, se non ti cali subito nella nuova realtà, si rischia di retrocedere anche nella serie inferiore. Poi c’è anche da dire che quello fu un campionato molto duro, tecnicamente più importante.
9) Nonostante questo, lei in quel campionato fu veramente una pedina inamovibile, risultando il rossoverde con più presenze, insieme a Crivelli. Quanto lo rende orgoglioso questo dato statistico?
Ne sono profondamente orgoglioso! Ero felicissimo di questo, anche perché io sono stato sempre veramente innamoratissimo di quei magici colori rossoverdi!
10) Nell’estate del 1976 lei viene acquistato dalla Fiorentina. In quel momento pensò di essere riuscito a “sfondare” nel calcio?
Fu sinceramente una grandissima soddisfazione perché andavo a militare in una società gloriosa, accanto a giocatori del calibro di Antognoni, Casarsa, Caso, ecc.
In quell’anno io svolgevo il Servizio Militare ed avevo fatto l’esordio nella Nazionale Under 21. La Fiorentina mi aveva acquistato con l’idea di farmi prendere il posto di Antognoni, il quale sarebbe dovuto andare alla Juventus. Però il fatto che ero militare mi impediva di allenarmi in maniera seria, quindi la Società torno sui propri passi e l’affare saltò.
La Ternana dalla mia cessione incassò 400 milioni subito, ed altri 400 ne avrebbe dovuti incassare l’anno successivo, ma il Presidente Tiberi e il D.S. Cardillo rinunciarono a quella cifra ed io dovetti far ritorno a Terni. Fu per questo motivo che il Segretario Varo Conti, in disaccordo con loro, si dimise. Probabilmente i due dirigenti pensarono che avrebbero potuto incassare una cifra maggiore con la mia cessione ad un’altra società.
11) Invece nella stagione successiva fa ritorno in casacca rossoverde. Sulla panchina sedeva Mister Marchesi. Che rapporto aveva Bagnato con il mister?
Ottimo! Anche lui dimostrò fin da subito di avere una grande fiducia nei miei confronti, al punto di dirmi che in mezzo al campo avrei potuto giocare dove e come avrei desiderato.
12) Con Mister Marchesi il campionato vede la Ternana sempre tra le prime posizioni, per poi però perdere velocità sul finire dello stesso, con conseguente delusione per l’ambiente rossoverde per la quarta posizione finale che non assicurava la promozione. Molti pensarono che fu una scelta della Società. Cosa ne pensa Bagnato, a distanza di tanti anni?
Non sono assolutamente d’accordo con questa teoria! Per quanto mi riguarda, avevo ventuno anni ed io il campionato lo avrei voluto proprio vincere, anche per lanciarmi definitivamente a grossi livelli. La verità fu che ad un certo punto del campionato ci fu un calo fisico che determinò una serie di risultati negativi che condizionarono il proseguo del campionato.
La dimostrazione che quella rosa era veramente valida sta nel fatto che molti giocatori avrebbero poi fatto delle carriere importanti, arrivando a militare in formazioni di serie A.
13) Anche in quel campionato risulta tra i più presenti a scendere in campo. Una Ternana “Bagnato-dipendente” secondo lei?
No. Come detto quella Ternana aveva una rosa con molti giocatori validi, panchina compresa. Una squadra che giocava un bel calcio, con un allenatore valido.
Una gran bella stagione!
14) Al termine di quel campionato lei viene ceduto al Bari. Fu una scelta societaria o fu di comune accordo?
Fu una scelta della sola Società, come era tipico di quei tempi. La Ternana con la mia cessione al Bari incassò la cifra di un miliardo, più tre giocatori. Sinceramente io speravo in una cessione ad una società di serie A, mentre il Bari militava in serie B. Però alla fine la considerai una scelta positiva, considerando anche che successivamente ebbi modo di giocare con un campione come Aldo Serena al quale, con il mio gioco, feci fare molti goal.
15) Nelle tre stagioni che vestì la maglia rossoverde, come abbiamo visto, ebbe modo di cambiare molti allenatori (Riccomini, Galbiati, Andreani, Fabbri, Marchesi). Con chi si trovò meglio, e perchè?
Se devo considerare i risultati ottenuti, senz’altro con Mister Marchesi, ma se invece devo considerare gli insegnamenti ricevuti sicuramente il nome è quello di Mister Andreani, il quale nella sua carriera ha scoperto e valorizzato tanti giovani giocatori rossoverdi.
Un allenatore che avrebbe meritato di più e che i tifosi ternani dovrebbero amare incondizionatamente se si considera che aveva il patentino per allenare in serie A ma ha sempre preferito rimanere nel settore giovanile della Ternana. Se non è amore questo per i colori della propria città, ditemi voi cos’è?
16) Quale è la partita in rossoverde che ricorda con più orgoglio? E quella che invece vorrebbe assolutamente rigiocare?
La più bella in assoluto sicuramente quella del mio esordio all’Olimpico contro la Lazio, dove pur essendo giovane giocai una gran partita, prendendo otto in pagella in tutti i giornali del giorno dopo.
Di grandi delusioni in maglia rossoverde non ne ricordo, a parte quella della retrocessione in serie B nella mia prima stagione alla Ternana. Però ero troppo giovane e non mi sono mai sentito troppo responsabile di quell’epilogo.
17) Chi è stato l’avversario più forte con cui ha avuto a che fare nella sua carriera?
Contro il Como ho avuto come mio marcatore Vierchowod, un vero incubo perché era velocissimo e non si riusciva mai a saltarlo!
Un altro difficile da giocarci contro era Brio della Juventus, così come Bruno del Torino.
18) Se le chiedessi di descriversi come calciatore, cosa mi risponderebbe? Quali erano i pregi ed i difetti, da un punto di vista tecnico, del calciatore Bagnato?
Possiamo affermare che ero un giocatore bravo a saltare l’uomo e con due buoni piedi per fare il lancio preciso per la punta. Fisicamente non ero forte ma avevo estro, però peccavo, specialmente da giovane, nella gestione delle forze nell’arco della gara. Poi, con il tempo, in questo aspetto sono migliorato.
19) Le è mai capitato di sognare una carriera diversa da quella che ha avuto?
Sinceramente si. Al termine della stagione 1982-’83, quando militavo nelle file del Bari, arrivò la retrocessione in serie B e fui cercato dal Catania che aveva conquistato la serie A in quel campionato, però le due società non si accordarono e fui ceduto al Lecce in serie B.
Per l’ennesima volta la massima serie mi sfuggiva, e per un motivo o l’altro mi è stato sempre impedito di arrivare a giocarmela!
20) Le è mai capitato di sognare di scendere ancora in campo con la maglia rossoverde?
Si, perché sono rimasto legatissimo alla Ternana, alla città e a tutto l’ambiente rossoverde, tifosi compresi.
Per me che ci sono arrivato giovanissimo è stata una vera e propria famiglia, specie con il dirigente Laureti, il quale mi ha cresciuto letteralmente come un suo figlio, vivendo a casa sua.
Mi emoziono sempre fino alle lacrime quando mi capita di ripensare a lui e a tutto quello che ha fatto per me. Lo voglio ringraziare pubblicamente, anche se purtroppo lui non potrà mai ascoltarmi.
La carriera di Bagnato in rossoverde:
1974-’75 (Serie A): Presenze in campionato: 2,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
1975-’76 (Serie B): Presenze in campionato: 37,
Goal realizzati: 3 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
1977-’78 (Serie B): Presenze in campionato: 32,
Goal realizzati: 4 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal realizzati: 0
La carriera di Carmelo Bagnato:
1974-’76: Ternana (serie A-B) presenze: 39, goal: 3
1976-’77: Fiorentina (serie A) presenze: 8, goal: 0
1977-’78: Ternana (serie B) presenze: 32, goal: 4
1978-’83: Bari (serie B) presenze: 165, goal: 20
1983-’84: Lecce (serie B) presenze: 31, goal: 3
1984-’87: Catanzaro (serie B-C1) presenze: 94, goal: 6
1987-’88: Salernitana (serie C1) presenze: 22, goal: 0
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Luglio 2017)
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