Anni ’60! Per chi, come il sottoscritto, è nato in quel decennio, il solo sentirli nominare fa venire un sussulto, dovuto ad un susseguirsi di ricordi, di emozioni, di passioni che tornano alla mente: la propria fanciullezza, i giochi di bambino, il pallone, soprattutto come collante con gli amici. Ma anche, a livello generale, il boom economico, la nascita nella nostra città di realtà industriali importanti come la Terninoss, che si affiancavano al già esistente che per molti decenni avevano garantito lavoro e prosperità alle genti della nostra amata città.
Proprio all’ombra di quella neonata azienda in quel periodo la Ternana lottava, tra mille difficoltà societarie, per cercare di tornare dove era stata fino a poco più di un decennio prima, in campionati più consoni al suo prestigio.
Infatti, per tutti gli anni ’50 la società rossoverde poté purtroppo essere considerata una “nobile decaduta”, visto che era precipitata fino ai tornei regionali, per poi risalire in serie D. Categoria questa che l’avrebbe vista protagonista fino alla stagione 1963-’64, quando finalmente riuscì a vincere quel campionato e tornare quindi in serie C.
Nonostante questo quadro non certo esaltante, c’è però da dire che in quegli anni la squadra era seguitissima, e la domenica moltissimi ternani si recavano, spesso a piedi, lungo viale Brin per raggiungere lo stadio, la mitica “Pista”.
Furono proprio quegli anni che videro la nascita dell’appellativo “Fere” affibbiato ai giocatori rossoverdi, per la loro caparbietà e tenacia nel non arrendersi mai. Appunto come le fiere, cioè le “bestie feroci”.
L’ex-rossoverde che abbiamo incontrato per questo nuovo numero di “DAJE MO’” è un giocatore che ha calcato il campo di Viale Brin proprio in quegli anni magici della prima metà degli anni ’60: Gervasio Bighellini.
Bighellini nasce a Pontebba (UD) il 21-07-1939 e cresce calcisticamente nelle giovanili della San Giorgio Casatenovo e poi nel Como, nel ruolo di centrocampista. Dopo un’esperienza in serie B nelle file del Como, arriva alla Ternana nell’estate del 1961. Era quella la Ternana di Mister Borra, il quale però verrà esonerato dopo poche giornate, sostituito da Mister Carapellese, il mister che riporterà le Fere in serie C nella stagione 1963-’64, dopo anni di anonimato. Era anche la Ternana del Presidente Avv. Nicolini, il quale riuscì nell’impresa di coinvolgere altri imprenditori della città nel sostenere finanziariamente la Società, creando quindi le basi per i successi che sarebbero arrivati negli anni a seguire.
Bighellini rimarrà in casacca rossoverde per due stagioni e nell’estate del 1963, a causa di un tragico imprevisto, non gli verrà rinnovato il contratto, costringendolo così all’addio.
Oggi vive a Barzanò (Lecco) e il calcio rimane tra le sue passioni principali, anche se solo nel seguirlo in tv da tifoso rossoverde.
1) Lei era un bambino nell’immediato dopo-guerra, e immagino che non sia stato facilissimo in quegli anni coltivare la passione per uno sport come il calcio. Ci racconta come nasce tale passione e come riuscì, nonostante tutto, a “coltivarla”?
La passione per il calcio è stata subito forte sin da piccolo. É stato molto difficile coltivarla in ragione delle difficoltà del tempo. Infatti, solo a 17 anni ho potuto iniziare il mio percorso calcistico nella S. Giorgio Casatenovo (ora provincia di Lecco, allora provincia di Como)
2) Quanto l’aiutarono i suoi genitori in questa sua voglia di calcio?
Purtroppo, molto poco. Infatti, mi ripetevano, date le condizioni di allora, di pensare solo a lavorare.
3) Lei arrivò a Terni nell’estate del 1961 proveniente dal Como, società di serie B. Ci spiega come finì in casacca rossoverde?
In quell'anno partii per il militare. Il C.A.R. lo feci ad Orvieto, presso la “Compagnia Atleti”, con altri calciatori come Trapattoni, Da Pozzo ecc. Quindi, il Como, per permettermi di continuare a giocare a calcio mi diede in prestito alla Ternana. Pertanto, per tutto il periodo del militare, che ho svolto poi a Roma, giocai con la maglia rossoverde.
4) La città di quegli anni era molto diversa da quella che conosciamo noi oggi. C’era mai stato prima di allora? Che impressione le fece la prima volta che arrivò a Terni?
Mai prima di allora. Una bella città, molto ospitale con noi calciatori.
5) Alla guida di quella Ternana era stato scelto Mister Borra, sostituito però dopo solo sei giornate da Mister Carapellese. Quali le differenze tecniche ed umane tra i due?
Borra era una brava persona. L'arrivo di Carapellese ci diede molta carica emotiva ed anche a livello atletico una spinta in più.
6) Nelle sue due stagioni di serie D alla Ternana, la squadra venne inserita nel girone D, con diverse società sarde. Quanto erano complicate e disagevoli quelle trasferte?
Le difficoltà principali erano rappresentate dai lunghi viaggi in nave. Ricordo alcune trasferte che durarono dal venerdì al lunedì sera.
A livello di squadre, invece, non ricordo difficoltà particolari. Ricordo che durante una di queste trasferte, al nostro arrivo ad Olbia eravamo stati male in 14 calciatori su 16 della rosa presenti.
7) Ebbe modo anche di disputare i derby umbri, con Città di Castello e Narnese. Quanto erano sentiti da tutto l’ambiente rossoverde?
Molto, anzi moltissimo. Ricordo il grande agonismo in campo e la grande partecipazione del pubblico sugli spalti.
8) Ad un certo punto della stagione, la sua prima in rossoverde, vennero messi fuori rosa i suoi compagni Cruciani e Gambararo, poi reintegrati per decisione della Lega. Ricorda questo episodio e quali furono i motivi che portarono la Società a tale decisione?
Ricordo l'episodio ma sinceramente i motivi non li rammento.
9) Nella partita casalinga contro il Pontedera accadde un po’ di tutto (Ternana-Pontedera 1-2, l’11-03-1962). L’arbitro sassarese Manca, dopo non aver concesso un rigore netto alla Ternana, reagì in maniera scomposta ed inappropriata alle rimostranze del pubblico. Questo scatenò ancora di più i tifosi che lo assediarono negli spogliatoi, e solo grazie all’intervento della Polizia riuscì a lasciare indenne lo stadio. Ricorda quella giornata così particolare?
Sì. Fu una partita molto accesa. Ricordo molta confusione tra gli spettatori e poi è successo un po' di tutto sia dentro che fuori gli spogliatoi. Comunque, a distanza di tanti anni ricordo ancora che il rigore c'era ed era sacrosanto!
10) Quanto era importante per voi calciatori avere il pubblico della “Pista” così vicino al campo?
Molto. Ti dava una spinta in più. A livello agonistico eri trasportato dal loro tifo.
11) Alla terz’ultima giornata di quel campionato la Ternana ottenne un’importantissima vittoria ai fini della salvezza contro la capolista (Ternana-Nuova Cisterna 1-0, il 20-05-1962), la quale poi non riuscì ad aggiudicarsi la vittoria finale proprio “grazie” a quella sconfitta. Ricorda quella partita e le sue emozioni provate quel giorno?
Non ho molti ricordi di questa gara. Ho però diverse foto che mi ricordano quella giornata.
12) Considerando che la Ternana si salvò dalla retrocessione solo nelle ultime giornate, anche grazie agli importantissimi punti conquistati contro due pretendenti al trono (Nuova Cisterna e B.D.P. Colleferro) nelle ultime giornate del calendario, confronti che la videro in entrambi i casi in campo, quali furono le sue sensazioni al riguardo?
Ero molto felice e soddisfatto. La mia prima esperienza a Terni mi aveva molto arricchito come calciatore.
13) Nell’ultima partita del calendario (Olbia-Ternana 1-1, il 03-06-1962) ebbe la “sventura” di fare un autogoal che poteva compromettere l’esito dell’intero campionato, visto che i sardi precedevano di un solo punto e che il Carbonia, terz’ultimo, seguiva ad un solo punto. Fortunatamente poi ci fu il meritato pareggio di Garavaglia. Cosa pensò in quel momento, quando vide la palla entrare nella propria porta?
Pensai che fosse tutto finito, ormai vedevo la retrocessione. Poi Garavaglia ha pareggiato e ho tirato un grosso sospiro di sollievo, come tutti del resto.
14) Il campionato successivo vide la Ternana piazzarsi a metà classifica, e lei in campo quasi sempre. Che stagione fu per il calciatore Bighellini?
Per me fu una stagione fantastica. Ricordo con molto piacere ogni partita ed ogni esperienza vissuta.
15) In quella stagione, nella partita contro l’Olbia (Ternana-Olbia 2-0, il 13-01-1963) si ripeterono i disordini da parte dei tifosi rossoverdi, con un tentativo di invasione di campo e successivo assedio di arbitro e squadra avversaria. La domanda nasce più che spontanea: ma erano così bellicosi i tifosi rossoverdi di quei tempi?
Erano veramente molto focosi. Molto attaccati alla squadra. Ci incitavano sempre al massimo.
16) Al termine di quella stagione lei non fu riconfermato e dovette lasciare la maglia rossoverde. Vuole raccontarci cosa purtroppo le accadde?
Purtroppo, un incidente stradale avvenuto in provincia di Como, con la moto sono finito sotto un camion, mi ha costretto a 4 mesi di ospedale e ad una lunga riabilitazione. I medici mi avevano detto che non avrei potuto più giocare a calcio, che dovevo ritenermi fortunato di poter ancora camminare. In queste condizioni la Ternana non mi ha rinnovato il contratto. Ma la mia voglia di giocare era grande, così dopo oltre un anno ho ricominciato a giocare nella provincia di Como, prima alla Casatese e poi alla Luciano Manara.
17) Nelle sue due stagioni in casacca rossoverde, quali erano i suoi compagni di squadra con cui legò maggiormente, in campo e fuori? Con chi è ancora in contatto?
Ne ricordo molti con piacere come Capecchi. Quando ritorno ogni anno a Terni vedo con piacere Lori e Cavalli. Con Bonassin mi sento ancora al telefono. E poi ancora, Villa Massimo abita tuttora a pochi chilometri da casa mia e ogni tanto ci incontriamo.
18) Come era il presidente Nicolini?
É sempre stata una brava persona. Quando posso, vado ancora a salutarlo con molto piacere.
19) C’è un giocatore della Ternana dei suoi anni che secondo lei avrebbe meritato una carriera più ricca di soddisfazioni? Perché?
Di sicuro Primo Germano. Era un portiere molto forte. Lo ricordo in un torneo/gemellaggio a Saint Ouen, in Francia. Per le sue qualità avrebbe meritato una grande carriera.
20) Quale era, secondo lei, la cosa più emozionante nel calcio dei suoi tempi?
Si giocava a calcio e basta. Si era molto liberi, senza troppi vincoli tattici e senza troppe distrazioni esterne. Vi era un forte spirito di divertimento. Amavamo veramente il calcio.
21) Ma per lei il calcio era un lavoro o “solo” uno sport?
Prima di tutto era un amore. Poi visti i tempi, quando ero a Como, obbligatoriamente mezza giornata dovevo lavorare in fabbrica e mezza giornata mi allenavo al campo di calcio. Il posto di lavoro comunque l'ho sempre mantenuto.
22) Per concludere, dopo tutti questi anni, che rapporto ha con la città di Terni?
Il mio rapporto con Terni è sempre rimasto ottimo. Qui nel '66 mi sono sposato con una ragazza di Terni e, nonostante vivo a 600 km di distanza, ogni anno torno con la mia famiglia a trovare parenti ed amici.
La carriera di Bighellini in rossoverde:
1961-’62 (Serie D): Presenze in campionato: 26, Goal realizzati: 1
1962-’63 (Serie D): Presenze in campionato: 28, Goal realizzati: 1
La carriera di Bighellini : (da giocatore)
1959-’61: Como (serie B)
1961-’63: Ternana (serie D) Presenze: 54 Goal: 2
1964-‘70: Casatese (Prima Categoria Lombarda)
1970-’76: Luciano Manara
(da allenatore):
Settore Giovanile Casatese
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nell’Agosto 2017)
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