Incontro con un ex-rossoverde: Piero Amerini
Parlare del calcio degli anni ’50 sapendo che la maggioranza dei lettori non lo ricordano, è un po’ come parlare di extraterrestri calati sul nostro pianeta, tanta è la differenza del calcio di allora con quello di oggi.
Era quello un calcio senza tutte le tecnologie di oggi, dove per seguirlo era necessario recarsi allo stadio la domenica, oppure, parzialmente, leggere i giornali il lunedì ed i giorni successivi. Sicuramente era un calcio più ingenuo, con molti meno mezzi tecnici ed economici di oggi, ma forse molto più genuino e appassionante, se è vero, come è vero, che era molto seguito anche allora. Farlo in una città di provincia come Terni, quando in quegli anni la squadra rossoverde navigava in categorie non certo consoni al suo blasone, forse era ancora di più segno di vera passione, frutto del senso di appartenenza che regalava il calcio di allora.
L’ex-rossoverde che abbiamo incontrato questa volta è stato uno dei protagonisti di quegli anni: Piero Amerini.
Amerini nasce a Narni (TR) il 29-11-1937 e cresce calcisticamente nelle fila della Narnese nel ruolo di mezzala, per poi passare successivamente alla Cassian Bon di Terni. Arriva alla Ternana nell’estate del 1956, insieme al fratello Claudio e dopo una sola stagione si trasferiscono entrambi alla Narnese. Entrambi faranno poi ritorno in casacca rossoverde nella stagione 1959-’60 dove si esprimeranno ai massimi livelli. Al termine di quella stagione, anche per motivi di lavoro, Amerini lascerà definitivamente la Ternana, tornando alla Narnese, proseguendo poi la carriera con squadre di categoria inferiore, ma dedicandosi soprattutto alla sua professione di insegnante. Negli anni ’80 ricoprirà l’incarico di Assessore comunale allo Sport della nostra città.
Oggi Amerini vive con la sua famiglia a Terni e segue sempre, da tifoso, le sorti della sua squadra del cuore, la Ternana.
1) Dove iniziò a dare i primi calci ad un pallone?
Come tutti i bambini della mia epoca ho cominciato a dare calci ad un pallone in strada, davanti casa, con i miei amici e con mio fratello.
2) Ricorda quand’è stata la prima volta che, da bambino, ha visto giocare la Ternana?
Certamente si! Era la stagione 1950-’51 ed era la partita contro la capolista Chieti (Ternana-Chieti 4-0, il 01-04-1951) nel campionato di IV Serie.
Una vittoria esaltante, anche per la notevole differenza tecnica tra le due formazioni.
In quella Ternana ricordo che giocavano i due fratelli Strinati, Rodolfo (detto “Ciccillo”) e Orlando. Inoltre giocava Cavalli Giorgio, il quale era la mezzala sinistra e saltando spesso l’uomo andava a crossare per le punte, sua caratteristica migliore, oppure cercava di andare al tiro. Quel giorno, con i suoi cross dalla linea di fondo campo fece fare tre goal ad un esordiente, ternano anche lui, Vimero Fausti.
Fausti poi lo avrei avuto come compagno di squadra quando io arrivai a vestire la maglia rossoverde.
3) Con quale squadra giocava prima di vestire la maglia rossoverde?
Ero un tesserato della “Cassian Bon”, una prestigiosa società dilettantistica di Terni.
4) Aveva avuto mai modo di giocare contro la squadra rossoverde?
Ricordo che nella stagione 1954-’55, quando allenatore della Ternana era Mister Nekadoma, fummo chiamati a fare una partita di allenamento infrasettimanale contro la prima squadra rossoverde. Ricordo che facemmo una gara strepitosa e personalmente realizzai due reti. Forse fu proprio in quella occasione che i dirigenti della Ternana misero gli occhi su di me per la prima volta.
5) Come è arrivato a vestire la maglia della Ternana?
Io non fui acquistato dalla Ternana ma appena terminato di giocare nelle giovanili mi fu proposto di andare a giocare nella Ternana.
Era l’estate del 1956 e una mattina, mentre con mio fratello Claudio ero appena uscito di casa, ci si avvicinarono due persone che si qualificarono come due esponenti della Società Ternana Calcio, i quali ci dissero: “Siete i fratelli Amerini? Volete tesserarvi con la Ternana? Se accettate avrete un ingaggio di “x” lire e una mensilità di “x” lire”. Ovviamente non ci pensammo troppo, perché io ci sarei andato anche gratis, e quindi accettammo la proposta.
Così arrivai ad essere un giocatore della Ternana.
6) Che esperienza fu la sua prima stagione con la maglia della Ternana?
Sinceramente molto deludente! Allenatore di quella squadra era Mister Moretti il quale non mi vedeva granché. All’inizio del campionato non mi faceva mai giocare, finché non scesi in campo in due partite (Ternana-Frosinone 1-1, il 28-10-1956 e Sansepolcro-Ternana 4-2, l’11-11-1956).
A quel punto però mi chiamò un dirigente rossoverde, il quale mi disse che la Società voleva togliermi dallo stipendio una determinata cifra per ogni allenamento che io saltavo. Il fatto però era che io ero costretto a saltare quegli allenamenti perché impegnato con lo studio, visto che frequentavo l’ultimo anno dell’I.T.I.S. Se avessi deciso di abbandonare immediatamente avrei dovuto rinunciare anche all’ingaggio pattuito, quindi qualche volta saltavo le lezioni ma ovviamente non potevo farlo di continuo. Ci tenevo al calcio ma sicuramente ancora di più a prendere il mio diploma!
Questa situazione però creò in me una delusione enorme, insopportabile, perché mi sentii preso in giro, quindi aspettai fino a Natale, quando tornai in sede a ritirare l’ultima parte dell’ingaggio e lo stipendio e, una volta depositata in banca quella somma, riconsegnai la borsa con tutto il vestiario e gli dissi addio.
Fu così che, tristemente, si chiuse la mia prima esperienza in rossoverde.
7) Dopo una prima stagione in rossoverde, nel Settembre successivo, lei e suo fratello Claudio, venite ceduti alla Narnese. Cosa era successo?
Come ho detto, fui io a decidere di andarmene perché la Ternana pretendeva che mi allenassi cinque pomeriggi a settimana. Ma per me era praticamente impossibile, visti i miei impegni di studio per potermi diplomare. Fu in quel momento che decisi che lo studio e la carriera professionale sarebbe prevalsa su quella calcistica, perciò cominciai a pensare di lasciare la maglia delle Fere.
8) Poi come si evolse la sua storia con la Ternana?
Nella stagione successiva, nonostante tutto, decisi di cominciare la stagione con i rossoverdi ma alla prima occasione ricevetti un’altra delusione.
Allenatore di quella Ternana era Mister Visentin ed in occasione della partita di Tivoli (Tivoli-Ternana 1-1, il 12-10-1957) il mister decise di far giocare nel ruolo di mezzala, il mio ruolo, il mio compagno di squadra Sodi, il quale in realtà era un difensore. Stessa cosa si ripeté poco dopo in un’altra partita, quindi questa situazione mi fece capire che non avevo la fiducia del nuovo tecnico e decisi perciò di trasferirmi, insieme a mio fratello, alla Narnese.
9) Ma la storia, come sappiamo, non finì lì perché poi nell’estate del 1959, i fratelli Amerini fanno ritorno in casacca rossoverde. Quali furono le dinamiche che la portarono a questa scelta?
Fummo contattati dalla Società che ci propose di tornare alla Ternana e noi accettammo volentieri.
In quella stagione feci 23 presenze, ma avevamo una rosa anche abbastanza ristretta. Ricordo anche che ancora non erano previste le sostituzioni e la formazione che scendeva in campo era necessariamente quella che portava a termine la partita, salvo infortuni, quando in tal caso si era costretti a giocare con l’uomo in meno.
10) Che campionato è stato quello del 1959-’60?
Un campionato dove ci salvammo alla penultima partita, piazzandoci in quart’ultima posizione, appena sopra la zona retrocessione, quando per tutto il girone di andata fummo sempre tra le prime posizioni.
11) Quale fu la causa di questo crollo nel girone di ritorno?
Il fatto è che noi giocatori eravamo dei veri dilettanti, nel senso che tutti avevamo un lavoro ed il calcio era soprattutto una passione. Quindi quando scendevamo in campo, spesso eravamo già stanchi morti.
Andavamo a giocare anche in Puglia, viaggiando sempre con un pulmino, in viaggi che non erano certo agevolissimi. Addirittura, nelle trasferte più vicine, si partiva direttamente la domenica mattina. Poi, appena terminata la partita, ripartivamo di corsa in direzione Terni, perché molti di noi il lunedì mattina dovevano recarsi al lavoro.
Tutto questo ovviamente poi, alla fine, lo scontavamo in campo.
12) Quella Ternana era costituita da calciatori tutti del circondario. Vuole ricordarne alcuni?
Eravamo tutti di Terni o dei paesi vicini, compreso me, mio fratello e Menciotti che eravamo narnesi. Gli unici che non erano del circondario erano Giovannini, che era spoletino ed il portiere Borghesi, che era perugino, il quale aveva sostituito dopo poche giornate “l’anziano” portiere De Angelis. Un bravissimo portiere ed una gran bella persona!
In quella stagione fece l’esordio anche un giovane ternano diciottenne, molto bravo e dal fisico possente, che fino ad allora aveva giocato solo nel campionato CSI: Mauro Troiani.
13) In quegli anni appunto, pur essendo campionati di Serie D, erano previste trasferte non certo agevoli, visto che si doveva andare in Sardegna o in Puglia. Che esperienza fu da questo punto di vista?
Ricordo che in una trasferta in Puglia, precisamente a Torremaggiore (Torremaggiore-Ternana 2-0, il 13-12-1959) partimmo il sabato ed arrivammo la sera stessa a San Severo, dove pernottammo. Il giorno dopo, quello quindi della partita, arrivammo allo stadio all’orario previsto ma i dirigenti della società pugliese non ci permisero di entrare negli spogliatoi finché non fosse arrivato il loro Presidente. Riuscimmo a cambiarci solo all’ultimo minuto, poco prima di entrare in campo. Questo era il clima in certi campi del sud in quei tempi!
Tra l’altro, quella fu una sconfitta causata da un infortunio di Menciotti al 15° del primo tempo, quando subì una lussazione di una spalla. Riuscì a farsi portare in ospedale, dove venne appropriatamente curato e tornare in campo a cinque minuti dal termine della partita. Al 63° fu poi anche espulso Andreani.
14) Che organizzazione c’era in quegli anni da parte della Società?
Racconto un aneddoto che la dice lunga su quei tempi.
In occasione della prima partita (Campobasso-Ternana 0-0, il 20-09-1959, poi 0-2 a tavolino) partimmo in direzione Campobasso con il treno il sabato. Nei giorni precedenti era arrivato in prova il portiere Bacigalupo, ma siccome la Società non raggiunse l’accordo, si partì senza un portiere. La sera del sabato, arrivò da Terni, insieme a dei dirigenti, De Angelis Rosolino, portiere della Ternana degli anni ’40, il quale non giocava da diversi anni. Il giorno dopo scese in campo, così come nella partita successiva, ma aveva già 37 anni, e pur essendo un bravo portiere, in quei tempi era comunque una età avanzata per poter giocare a certi livelli.
15) Chi era, tra i suoi compagni di squadra, che “faceva spogliatoio”?
Sicuramente Menciotti! Era un vulcano di simpatia, sempre pronto allo scherzo, alle battute, a raccontare barzellette e farci fare una risata ogni volta che gli capitava l’occasione.
16) Avevate uno staff medico che vi seguiva durante la partita e durante l’intera settimana?
Durante la partita avevamo solo il massaggiatore e quando subivamo un infortunio era lui ad intervenire. Non essendoci ancora le sostituzioni, spesso in caso di infortuni seri, si era costretti ad abbandonare il campo lasciando la squadra in inferiorità numerica.
Mi ricordo che durante la partita Portocivitanova-Ternana (2-2, il 22-11-1959) presi un fortissimo colpo ad una caviglia ed il giorno dopo ce l’avevo gonfia in maniera impressionante. Il nostro massaggiatore Margheriti mi praticò una terapia che oggi risulterebbe particolarmente “creativa”. Mi fece andare a casa sua e mi fece immergere il piede più volte nell’acqua semi-bollente per una frazione di secondo, subito dopo me la fece inserire in un piccolo fornetto con delle lampade, ripetendo più volte tale operazione. Ebbene, sembrerà strano, eppure la domenica successiva io scesi in campo regolarmente, dato che potevo correre senza problemi, anche se avevo delle difficoltà nel calciare.
17) Che ambiente era quello dello stadio di Viale Brin?
Devo premettere che a me non sono mai piaciuti gli eccessi del tifo, però è innegabile che spesso il tifo rossoverde, almeno in certi frangenti, era l’uomo in più che ti permetteva di superare più facilmente le difficoltà.
18) Quanto era importante la tattica ai suoi tempi?
Ricordo che con la Bacigalupo Terni, società locale che partecipava al campionato di Promozione Regionale e che aveva un importante vivaio da dove sono usciti molti calciatori, alcuni dei quali poi sono arrivati alla Ternana, c’era un allenatore che faceva giocare con uno schema elementare ma con un gioco spumeggiante. Il fulcro del gioco era il mediano che doveva avanzare con la palla al piede, l’ala doveva correre lungo la linea laterale del campo per andare incontro al pallone, in modo da portare fuori zona il terzino avversario. A quel punto il pallone doveva essere lanciato proprio in quella zona, dove si era creato uno spazio libero. Se invece il terzino non seguiva il movimento della mezzala, il mediano doveva lanciare il pallone verso l’ala, il quale convergendo verso la porta creava comunque uno spazio libero. Ricordiamo che all’epoca ancora non esisteva il ruolo del “libero” e quindi questa tattica serviva per creare lo spazio alle punte per poter andare facilmente al tiro.
19) A quanto ammontava l’ingaggio e lo stipendio di un calciatore della Ternana di quei tempi?
Ricordo che con l’ingaggio del primo anno, tra le altre cose, ci comprai dei vestiti da due sarti che andavano per la maggiore in città ed un cappotto, mentre lo stipendio mensile era di circa 20.000 £, quando un operaio ne guadagnava circa 50.000.
Per quanto riguarda l’ingaggio devo ammettere comunque che non era una piccola cifra in relazione ai tempi, ma sicuramente si giocava più per passione che per l’aspetto economico.
20) Infine, quali erano le sue caratteristiche tecniche migliori?
Io ero una mezzala sinistra, e si può affermare che fosse un ruolo, diciamo così,”di tradizione famigliare”, visto che su quattro fratelli che eravamo a giocare a calcio, ben tre ricoprivamo quel ruolo.
Sicuramente, le mie caratteristiche migliori erano il dribbling e la velocità. Mi piaceva saltare l’uomo, andare sul fondo e fare il cross per le punte.
La carriera di Amerini Piero in rossoverde.
1956-’57 (IV Serie, Girone F): Presenze in campionato: 2, Goal realizzati: 0
1959-’60 (IV Serie, Girone F): Presenze in campionato: 23, Goal realizzati: 3
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Novembre 2013)
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