Incontro con un ex-rossoverde: Piero Scandola

Incontro con un ex-rossoverde: Piero Scandola

Per questo numero di “DAJE MO’” abbiamo incontrato un ex-rossoverde cha ha vestito la casacca delle Fere in uno dei periodi più belli della storia della Ternana, quello degli anni ‘60: Piero Scandola.

Era quello un momento di “rinascita” per tutto il Paese, dopo le sofferenze della guerra, ed il calcio, anche allora come oggi, era lo specchio della Società, e per molti era anche uno dei pochi svaghi di cui ci si poteva permettere.

Chi ha vissuto quel periodo, magari da adolescente, quando sente parlare degli anni ’60 facilmente gli tornano in mente ricordi indelebili, rappresentativi di quegli anni. Chi non ricorda, ad esempio, le figurine Panini e la difficoltà nel riuscire a terminare il proprio album? Oppure la pubblicità del Carosello? Ma potremmo fare una sfilza di oggetti che automaticamente porterebbero la mente a quegli anni: la televisione in bianco e nero, il mangiadischi, la musica dei Beatles, la minigonna, il flipper, il bigliardino, il juke-box, la 500 Fiat, il gioco della “campana”, ecc. ecc.

Ma tutto questo accadeva in ogni parte d’Italia, poi c’era la realtà della nostra piccola città di provincia. Ed allora, quando si parla degli anni ’60, la prima cosa che viene alla mente, per la maggioranza di noi che abbiamo vissuto quegli anni, è senza ombra di dubbio la Ternana! Chi non ricorda il vecchio stadio di Viale Brin, per tutti i ternani, “la Pista”? E chi non ricorda l’attesa durante l’intera settimana per l’arrivo della domenica, giorno dedicato a quei colori tanto amati? Ci si sbrigava a consumare un veloce pranzo perché le partite iniziavano, durante l’inverno, categoricamente alle 14,30, e quindi si partiva in direzione Viale Brin, magari a piedi, formando una lunga scia rossoverde.

Scandola nasce a Verona il 16-08-1939 e cresce calcisticamente, nel ruolo di difensore, nelle fila del San Zeno di Verona.

Arriva alla Ternana nell’estate del 1963, quando la Società rossoverde, partecipando al campionato di serie D, stava allestendo una formazione di tutto rispetto per tentare la scalata alla serie C. Allenatore della squadra era Mister Carapellese, il quale riuscì nell’impresa di riportare, proprio in quella stagione, le Fere nella categoria superiore.

Scandola rimarrà in rossoverde per tre stagioni per poi trasferirsi al Barletta, sempre in serie C, dove rimarrà per altre cinque stagioni e dove terminerà la sua carriera professionistica.

Una volta appese le classiche scarpette al chiodo, Scandola tornerà nella sua Verona e chiuderà con il calcio professionistico, pur continuando ad allenarsi, a giocare ed allenare a livello dilettantistico per tantissimi anni (ben 43!). Per tre stagioni ha anche allenato nel settore giovanile dell’Hellas Verona.

Oggi vive ancora nella bella città veneta e si gode il meritato riposo, anche se continua a seguire il calcio da grande appassionato, magari anche se solo in tv.

1) Da dove veniva il suo amore per il calcio, quando cominciò a giocare a pallone da bambino?

Mi è sempre piaciuto giocarci ed il pallone era la mia massima gioia. Ho giocato fino all’età di 60 anni, nel campionato degli ex-calciatori e per tre volte l’ho vinto, diventando Campione d’Italia di quel campionato.

2) Come arriva a vestire la casacca delle Fere?

L’Anconitana, da dove provenivo, era in fallimento e quindi sono stato ceduto alla Ternana, insieme al portiere Germano.

3) Quando arrivò a Terni per la prima volta, ricorda che impressione le fece la città? Come era la vita in città in quell’epoca?

Ho visto una città di lavoratori, quindi di gente con tanta dignità. Mi sono subito trovato bene con le persone, soprattutto grazie a due “grandi uomini” con cui è nata un’amicizia fraterna: Benedetto Guerra e Ubaldo Malara.

4) Arrivò alla Ternana quando la Società rossoverde partecipava al campionato di serie D, con alla guida Mister Carapellese. Che tipo di allenatore era?

Era stato un giocatore con un ottimo curriculum; giocò infatti con vari club di serie A (Milan, Torino, Juventus, Genoa, ecc.) e pure nella Nazionale Italiana.

Come allenatore della Ternana fece molta fatica ad assemblare tutti i nuovi giocatori che arrivarono in rossoverde.

5) Quel campionato fu ricco di soddisfazioni, visto che si riuscì subito nell’impresa di vincerlo. Che ricordi personali ha di quella stagione memorabile?

Veramente stupendi ed indimenticabili! In particolare ricordo l’invasione di campo al termine della partita contro la Jesina (Ternana-Jesi 3-2, il 17-05-1964) che sancì la vittoria del campionato, con i tifosi che ci portarono in trionfo sulle loro spalle. Vedere tutte quelle persone inebriate dalla felicità mi riempì di orgoglio. Sicuramente una gioia meritata per tutto l’ambiente.

6) Proprio in quella stagione, alla penultima partita, al campo di Viale Brin incontraste, appunto, la Jesina in uno sorta di spareggio (https://www.youtube.com/watch?v=MadC7cLe0Mg). La vittoria per 3-2, anche con un suo goal, dopo essere andati sotto per due volte, vi garantì la promozione. Le cronache dell’epoca raccontano che successe un po’ di tutto, con scorrettezze di tutti i tipi e relative espulsioni, “crisi isteriche” degli avversari, proteste feroci, ecc. Insomma una vera battaglia, alla quale fece seguito l’invasione di campo pacifica al fischio finale, con scene di giubilo da parte dei tifosi rossoverdi. Una bella emozione, vero?

Quella fu la partita che sancì, come ho già detto, la vittoria del campionato con una giornata di anticipo. Ci furono due espulsioni tra le fila della Jesina e questo scatenò i tifosi della squadra marchigiana, i quali furono veramente scorretti ed intemperanti.

Il pubblico ternano invece fu veramente esemplare con il suo incessante tifo dal primo all’ultimo minuto dell’incontro: una grandissima gioia!

7) In quella formazione militavano due suoi ex-compagni che sono rimasti nel cuore di tutti i tifosi rossoverdi di quell’epoca: Tonini e Perli. Riuscirono a realizzare ben 39 reti in due, assicurandosi così la prima e la seconda piazza della classifica marcatori del girone. Ci vuole ricordare le loro caratteristiche tecniche ed umane?

Perli e Tonini, due giocatori totalmente diversi.

Perli aveva un fisico possente, grande colpitore di testa ed era bravissimo a tenere la palla, facendo così respirare la difesa. Una grande personalità.

Tonini invece era velocissimo, molto bravo con entrambi i piedi, trovava sempre la porta con estrema facilità. Era furbo e grande opportunista.

I due si integravano veramente a meraviglia!

Se la memoria non mi inganna, Tonini realizzò 20 goal e Perli 19.

8) L’anno successivo, in serie C, sulla panca della Ternana arriva Mister Caciagli. Che rapporto aveva Scandola con il Mister?

Un mister molto preparato. Con lui siamo diventati una grande squadra, con ruoli ben definiti. Personalmente avevo una fiducia smisurata nei suoi confronti. Era un vero uomo ed un grande professionista; la sua vita era questa: campo-sede-famiglia.

9) In quel campionato la Ternana, da neo-promossa, si piazzò in terza posizione, a soli due punti dal Pisa promosso in serie B. Secondo lei, ci fu più delusione per questo risultato finale o comunque soddisfazione, considerando che era il primo anno di serie C?

Quello fu un campionato strepitoso. Purtroppo, secondo il mio modesto parere, la Società non credette molto nelle nostre potenzialità e se avessimo avuto qualche buona riserva in più ce l’avremmo fatta ad essere promossi subito in serie B.

Nell’incontro di Arezzo (Arezzo-Ternana 1-1, il 28-02-1965) (https://www.youtube.com/watch?v=FpJO7QfmvKU) fui espulso e come capitano fui punito con due giornate di squalifica. Quel giorno fu espulso anche Bonassin e nella partita decisiva contro il Pisa (Ternana-Pisa 0-2, il 14-03-1965), poi vincitore del campionato e promosso in serie B, non c’era chi ci potesse sostituire. Fu veramente un peccato perdere così quell’incredibile occasione per vincere il campionato!

10) Lei era in campo in una partita che è rimasta negli annali della storia rossoverde per tutto ciò che accadde al fischio finale. Mi riferisco a Siena-Ternana 1-1 dell’1-11-1964, quando i tifosi toscani assediarono la squadra e l’arbitro negli spogliatoi ed addirittura assalirono il pulmann rossoverde al momento della partenza dallo stadio, colpendo anche con una sassata il rossoverde Vaiani. Ricorda quella giornata così particolare?

Veramente un brutto episodio sportivo!

Ricordo che pareggiammo all’ultimo minuto, scatenando la rabbia dei tifosi senesi, cosicché sul campo arrivò di tutto: oltre alle monete anche scarpe, ombrelli ed ogni altro genere di oggetti. Rimanemmo assediati negli spogliatoi per più di due ore ed appena uscimmo fummo presi d’assalto con pietre e mattoni. Vaiani fu colpito, fortunatamente non in maniera grave. Quel giorno avemmo veramente paura!

11) Nella stagione 1965-’66 lei realizzò l’unico suo goal in maglia rossoverde. Fu però un goal importantissimo, dal momento che lo segnò proprio contro i cugini del Perugia (Ternana-Perugia 2-1, il 06-03-1966). Ricorda quali furono le sue emozioni per quel goal?

Feci un goal da cineteca! (mi scuso per l’immodestia).

Un gran goal, con un tiro al volo, dove Boranga, il portiere dei grifoni, non vide la palla che andò a sbattere per tre/quattro volte sotto la traversa, tanto era stato violento il tiro, nato da uno schema studiato più volte in allenamento.

Come potrei dimenticare un goal realizzato al Perugia? In quegli anni eravamo la loro “bestia nera”!

12) Verso la fine di quel campionato, precisamente dopo la venticinquesima giornata, Mister Caciagli venne sostituito con Mister Cioni. Quali, secondo lei, le differenze tra i due mister?

Di Mister Caciagli già ne ho parlato precedentemente, mentre di Cioni posso dire che, secondo me, venne ingaggiato temporaneamente e fece del suo meglio per tentare di portare a conclusione nel migliore dei modi la stagione. Però credo che la colpa di quel campionato deludente (comunque terzi al suo termine! N.d.R.) fu solamente di noi giocatori, me compreso.

13) Nella rosa della Ternana del campionato 1965-’66 c’erano due calciatori che avrebbero successivamente fatto una carriera importante, arrivando in serie A: Agroppi e Liguori. Che ricordi ha di loro?

Già si notava che erano destinati a platee ben più prestigiose, però anche loro fecero un po’ fatica in serie C.

Agroppi era un calciatore molto tecnico, mentre Liguori aveva tanta grinta, decisione ed una buona tecnica.

14) Al termine della stagione lei venne ceduto al Barletta, società dove poi rimarrà per cinque stagioni e dove concluderà la sua carriera professionistica. Come prese la decisione della Società di non riconfermarla?

La mia carriera professionistica infatti si concluse al Barletta.

Alla Ternana sarei rimasto anche gratis, ma solo per i tifosi, perché per quanto riguardava la Società sarei andato via anche prima. Infatti in quella stagione la Società ci appioppò una sonora multa per “scarso attaccamento ai colori sociali”!

Mi sentii veramente offeso, tanto che volevo andarmene subito a casa! Andai in sede e gli dissi che non avrei mai potuto giocare per una società che non aveva fiducia in me!

Non so comunque se la Società mi avrebbe poi confermato o meno. Ma preferii così.

15) A Terni ha avuto due Presidenti: Nicolini e Creonti. Quali le differenze tra loro?

Nicolini era un avvocato ternano che non aveva grandi possibilità finanziarie. Invece Creonti ne aveva molte ma non era purtroppo molto presente, dato che viveva a Torino e non in città.

16) Lei subì, nelle sue tre stagioni in rossoverde, diverse espulsioni (Sangiorgese-Ternana 0-1 del 23-02-1964; Ternana-Foligno 1-0 del 12-04-1964; Arezzo-Ternana 1-1 del 28-02-1965; Ternana-Lucchese 3-1 del 24-04-1966). Bisogna per questo pensare che fosse uno di quei classici stopper che facevano della grinta e della “cattiveria agonistica” la propria caratteristica principale?

Purtroppo subii quell’espulsione di Arezzo dopo che ero andato dall’arbitro a fargli presente che la mia maglia rossoverde era diventata bianca perché piena di sputi del mio diretto avversario. Ma l’arbitro, alle mie rimostranze, fece finta di nulla ed io ad un certo punto reagii dandogli un bel calcione! Come ho già detto, per il fatto che fossi il capitano, questo comportò la squalifica di due turni, compresa la partita quindi contro la capolista Pisa.

Quel giorno fu espulso, per lo stesso motivo, anche il mio compagno di squadra Bonassin.

Credo di poter affermare di essere stato un giocatore sicuramente deciso ma sempre molto corretto, tanto è vero che spesso ero il capitano della squadra. Anche come allenatore fui espulso una sola volta in 45 anni di carriera.

17) Lei giocò diversi derby, con Foligno, Città di Castello e, come abbiamo visto, Perugia. Quanto sentivate l’importanza di quelle partite? Quanto l’ambiente ve lo faceva sentire?

Sia noi giocatori che il pubblico sentivamo tantissimo soprattutto il derby con il Perugia, che in quegli anni abbiamo sempre sconfitto, a volte anche sonoramente. Forse con le altre sentivamo meno la pressione perché erano società minori.

18) Che ricordi ha di quelle partite al campo di Viale Brin? E’ vero che il tifo ternano di quei tempi era molto appassionato, ed il fatto di averlo molto vicino al campo era spesso determinante?

I miei ricordi al proposito sono molto positivi.

Io ed il pubblico avevamo gli stessi interessi: vincere e fare bella figura in ambito sportivo! Una vera unità d’intenti.

Noi praticamente giocavamo sempre in dodici, con il pubblico che era un fattore in più. Un pubblico che avevamo spesso anche in trasferta, con un seguito veramente commovente!

E’ anche per questo motivo che io alla Ternana avrei giocato anche gratis!

19) Nella sua carriera rossoverde, oltra tra le fila dell’Anconitana, ha avuto modo di avere un compagno di squadra che è rimasto nel cuore di tutti i tifosi ternani che hanno vissuto le emozioni di quel periodo, e che ci ha purtroppo lasciato da diversi anni: Primo Germano, il “mitico” portiere che con le sue 234 presenze è al sesto posto nella graduatoria rossoverde di tutti i tempi. Che ricordo ha?

A prescindere dal fatto che io ero amico un po’ con tutti, con Primo c’era un’amicizia ancora più profonda, sia perché con lui avevo militato nell’Anconitana e sia perché abbiamo diviso la stessa camera per tre stagioni.

Germano era prima di tutto un portiere formidabile ma era soprattutto una persona eccezionale dal punto di vista umano. Aiutava finanziariamente la sua famiglia e questo la dice lunga sul suo carattere.

Per me è stato un carissimo amico che purtroppo ci ha lasciato prematuramente. Ed è per questo che mi è dispiaciuto molto aver sentito delle maldicenze sul suo conto. Non se le merita assolutamente!

Credo che la Società Ternana debba essere orgogliosa di aver avuto un giocatore ed un uomo simile tra le sue fila!

 

20) Ma per lei il calcio era un lavoro o “solo” uno sport?

All’inizio lo consideravo solo uno sport, poi è diventato un vero e proprio lavoro, considerando che ero impegnato tutto l’anno per gli allenamenti e le partite. Però devo dire che era sicuramente un “lavoro” stupendo!

21) Per concludere: che ricordo ha della nostra città, e da quanto tempo non torna a farle visita? Quanto la trova diversa oggi da quella di 50 anni fa?

Terni è la mia seconda città!

Sono stato conquistato dalla gente che ho sempre considerato genuina (sportivamente poi, al 100%!). Sono ben 54 anni che torno tutte le estati a Terni a trovare gli amici di un tempo, amicizie vere, che al giorno d’oggi non sono così facili da avere. Ma il tempo è galantuomo! Ho avuto sempre dimostrazioni di vero affetto da parte di tutti loro. Purtroppo i miei più grandi amici di un tempo, Ubaldo e Benedetto non ci sono più fisicamente ma li porto sempre nel mio cuore. E finché il buon Dio mi darà la salute (oggi sono arrivato all’età di 78 anni) verrò sempre a trovare le famiglie e gli amici di quel tempo.

La città la trovo più bella e più pulita, pur rimanendo sempre una piccola città. Rimango sempre un po’ stupito nel constatare che ci sono dei tifosi che ancora mi ricordano, pur essendo stato un calciatore, secondo me, nella norma.

Rimango sempre un tifoso della Ternana, ed auguro a tutti gli sportivi rossoverdi le migliori fortune: FORZA FERE!!!

 

 

La carriera di Scandola in rossoverde:

1963-’64(Serie D):Presenze in campionato:29,Goal realizzati:0

1964-’65(Serie C):Presenze in campionato:32,Goal realizzati:0

1965-’66(Serie C):Presenze in campionato:24,Goal realizzati:1

La carriera di Scandola :

195?-’59: Padova (Giovanili)

1959-’60: Cosenza (serie C)

1960-’62: Akragas (serie C)

1962-’63: Anconitana (serie C)

1963-’66: Ternana (serie D e C) Presenze: 85 Goal: 1

1966-’71: Barletta (serie C)

Il palmarès di Scandola:

1 campionato di serie D vinto con la Ternana (1963-’64)

 

Marco Barcarotti

(intervista realizzata nel Settembre 2017)

 

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