Incontro con un ex-rossoverde: Poerio Mascella
Indubbiamente gli anni ’70 per i tifosi rossoverdi hanno rappresentato uno sorta di spartiacque. Infatti se fino a quel momento la Ternana aveva “frequentato” soprattutto la serie C e D, con qualche puntata in serie B, è proprio in quel decennio che sale alla ribalta del calcio nazionale con due promozioni nella massima serie che le permetteranno di farsi conoscere da tutti gli appassionati e non solo, così come questo avvenimento sportivo porterà a far conoscere anche la città, in quei tempi dove, ricordiamolo, non esistevano i mess-media come li conosciamo oggi, internet compreso.
Insomma il calcio a Terni in quel momento sarà stato anche “pane e mortadella” ma sicuramente funzionale e la Società rossoverde era considerata una bella realtà di provincia, con tutti gli annessi e connessi, in primis il suo settore giovanile che proprio in quegli anni sfornò molti calciatori che poi avrebbero avuto un’importante carriera professionistica.
Nella seconda parte del decennio in questione la Ternana partecipa al campionato di serie B, dopo la retrocessione dalla A al termine della stagione 1974-’75, ed è proprio in quegli anni che arriva a difendere la porta rossoverde un portiere che molti tifosi dell’epoca ricordano ancora con nostalgia. Il suo nome risponde a quello di Poerio Mascella.
Mascella nasce a Novafeltria (PU) il 19/10/1950 e cresce nelle giovanili del Seregno dove avrà l’opportunità di arrivare in prima squadra esordendo in serie C. Farà poi l’esordio in serie B con la maglia del Como e quindi la carriera proseguirà con altre società di serie C per poi tornare in B con il Varese.
E’ nell’estate del 1977 che arriva a vestire la maglia delle Fere, dove rimarrà per tre stagioni per poi proseguire con altre due campionati con la Pistoiese dove farà l’esordio in serie A.
Dopo altre due stagioni in serie B con la maglia del Monza Mascella chiuderà la sua carriera con la maglia del Bari dove si toglierà la soddisfazione di vincere il campionato di serie B.
Una volta appesi i guanti al classico chiodo Mascella rimarrà nel mondo del calcio iniziando la carriera di Osservatore e Direttore Sportivo, ruolo quest’ultimo che lo porterà ancora una volta alla Società rossoverde nella stagione 2009/’10.
Oggi Mascella vive a Milano ed è ancora nel mondo del calcio nel ruolo di “osservatore”.
1) Signor Mascella, mi parla della sua famiglia? Quanto la aiutò, da bambino, nella sua passione per il calcio?
La mia famiglia non mi ha seguito nella formazione calcistica. Mio padre non mi ha mai visto giocare, ma all’inizio mi ha detto fermamente che la mia scelta doveva essere suffragata da un impegno totale e da un comportamento sempre corretto. Per lui era la cosa più importante.
2) In genere, da bambini, il ruolo di portiere viene assegnato dai compagni di gioco a quello più “scarso” con i piedi. Fu così anche per lei?
Anche questa è una cosa vera. Ricordo perfettamente quando da piccoli, i due più bravi facevano le squadre. Ero sempre relegato all’ultima scelta, e spesso come secondo degli ultimi. Poi un po' alla volta ho imparato a tuffarmi, rendendomi conto che non era male e che non ci si faceva male.
3) Si dice anche che per giocare nel ruolo di portiere bisogna essere un po’ pazzi. Eppure lei non ha mai dato l’idea di un “pazzo”. Ci si riconosce in questo stereotipo?
Era un modo di dire. In effetti bisogna dire che magari non erano i più matti, magari quelli più estroversi, questo sì. Nel calcio di allora ho trovato dei matti veri, e ragazzi veramente simpatici, anche in altri ruoli. Non mi sono mai veramente riconosciuto in questo stereotipo. Penso di essere stato un giocatore dotato di un buon equilibrio, e che soffriva molto per il calcio.
4) Nella stagione 1973-’74 lei vestiva la maglia del Como, riserva di Rigamonti, squadra contro la quale la Ternana si giocò il campionato per la promozione in serie A.
Al termine la spuntarono i rossoverdi classificati in terza posizione, proprio davanti al Como quarto. Che ricordi personali ha di quel campionato?
Ho il ricordo preciso di un allenatore che ho sempre stimato, pur non avendomi mai fatto giocare, che risponde al nome di Pippo Marchioro. Un uomo dotato di grande onestà e trasparenza. Forse è stato lui che mi ha spinto a cercare di valutare i giocatori. Spesso mi chiedeva cosa ne pensassi di uno o dell’altro giocatore. Poi come dimenticare il Riga, fautore di un campionato a dir poco fantastico, e che aveva in me il primo tifoso. Poi un grandissimo ricordo al povero Renato Curi, ragazzo con qualità umane di grande livello, grande giocatore che sapeva trasmettere serenità a tutto il gruppo. CIAO RENATO.
5) Quali furono i retroscena del suo arrivo in maglia rossoverde ?
Non potevano esserci retroscena, perché allora il giocatore non poteva dire la sua su nessun trasferimento. Il Varese era una fucina di calciatori giovani che ogni anno trovavano mercato, pilotati da un grande DS come Sogliano. Fu una decisione delle due società che io accettai con grande piacere.
6) Arrivò a Terni dove in panchina era arrivato Mister Marchesi. Che tipo di allenatore era?
Anche per Marchesi vale quanto detto per Marchioro. Allenatore pragmatico ed una persona da ammirare. Autorevole ma mai autoritario, sapeva farti capire in un attimo cosa si aspettasse da te e dal gruppo. Persona splendida, ma forse troppo signore per un mondo come questo. Furono parole che mi disse anche Scirea, quando allenava la Juve. Ma non con tono di demerito, ma preoccupati per la piega che prendeva il calcio in generale.
7) Quel campionato viene ricordato ancora dai tifosi rossoverdi come quello della grande beffa. Infatti, dopo che per gran parte di esso la Ternana era stata costantemente tra le prime posizioni, al termine risultò quarta a soli due punti dall’Avellino e dal Catanzaro.
Secondo lei quali furono i motivi di quel calo che impedirono la terza promozione in serie A delle Fere?
Immagino sia così. Abbiamo letteralmente buttato via un campionato in cinque partite consecutive giocate in casa contro squadre più che abbordabili e dietro di noi in classifica. Cinque partite dove non abbiamo realizzato un goal e ne abbiamo subito uno su autorete contro la Sambenedettese. Che rabbia!!!
8) L’anno successivo sulla panchina rossoverde arriva un altro mister che avrebbe fatto poi molta strada: Mister Ulivieri. Anche in questo caso le chiedo: che allenatore è stato, sotto l’aspetto professionale ed umano?
8. Renzo aveva, ed ha, un carattere opposto a Marchesi. Del resto, è un toscano dalla verve polemica. Con lui ho avuto un rapporto a volte conflittuale ma sempre schietto, cosa che lui ha sempre apprezzato. Nel tempo ci siamo incrociati diverse volte e sempre ha rimarcato la correttezza del nostro rapporto, pur con qualche tensione. Ma a lui serviva anche per caricarsi.
9) In quel campionato la Ternana si piazzerà a metà classifica. Che stagione fu per Mascella?
Una stagione magari non proprio soddisfacente, per quello che è stato il risultato finale di squadra, mentre il mio lo valuto sufficiente.
Si aveva anche uno strano sentore su quelli che potevano essere i possibili cambiamenti a livello di proprietà.
Mi era stata ventilata la possibilità, quasi certezza che sarei stato trasferito alla SPAL. Portai, a quel punto, via tutti i mobili. Praticamente pensavo di non ritornare più a Terni a giocare. Ad inizio campionato ho dovuto fare il viaggio a ritroso.
10) Nella stagione successiva ancora un cambio di panchina. Arriva Santin, sostituito poi dal ternano Omero Andreani. Differenze tra loro e con i predecessori in rossoverde?
E qui era avvenuto il cambio di cui sopra. Squadra smantellata con diversi giovani provenienti da squadre di categoria inferiore. Giovani che in molti casi hanno poi fatto una bella carriera, come meritavano, penso ai Sorbi, ai Birigozzi. Ma la squadra si era indebolita troppo e non ci fu alcuna possibilità di salvarsi. E la colpa non fu né di Santin e tantomeno di Andreani, persona a cui sono particolarmente affezionato. Mettiamoci anche il fatto che il DS ci lasciò per passare al Milan di Farina. Forse già nel costruire la squadra pensava ad altro. Almeno credo. Penso che Mister Santin da subito si rese conto che la squadra non poteva affrontare un campionato impegnativo come la “B”, e la cosa non lo metteva a proprio agio. Omero invece sentiva molto la voglia di fare bene nella sua città. Cercò di darci tranquillità, ma ormai il nervosismo nella squadra aveva preso il sopravvento.
11) Purtroppo al termine di quella sciagurata stagione arriverà la retrocessione in serie C. Che ricordi si porta dietro Mascella di quel risultato negativo?
Un campionato finito nel peggiore dei modi! Peccato perché per l’impegno profuso, la squadra e Mister Andreani avrebbero meritato di salvarsi con la riconoscenza della città.
Il mio fu un campionato di nervosismo e con risultati alterni.
12) In quella stagione la Ternana, pur retrocedendo in serie C al termine del campionato, riuscì ad arrivare in semifinale di Coppa Italia, eliminando squadre come Fiorentina, Hellas Verona e Napoli, poi eliminata a sua volta dalla Roma. Come se lo spiega questo dato quasi paradossale?
Penso che l’unica motivazione sia dovuta al fatto che in Coppa giocavamo più tranquilli e liberi mentalmente. Cosa che i giovani hanno recepito subito e, per me, sono stati loro i fautori di quell’exploit.
13) I tabellini di quelle tre stagioni, con tre allenatori diversi, riportano la presenza costante di Mascella tra i pali, senza saltare nemmeno una partita. Era troppo forte lei o troppo inesperti i suoi “secondi”?
Il primo anno c’era con me Mauro Bianchi che non aveva ancora grande esperienza.
L’anno successivo Giulio Nuciari, portiere con potenzialità e grande lavoratore. Penso di aver vissuto con lui, a parti invertite, quello che avevo provato io con Rigamonti a Como. Pensi che mi fece un regalo per il mio compleanno! Entrambi, gran bravi ragazzi.
Il terzo anno arrivò Roberto Aliboni, al quale era stato detto che avrebbe fatto il titolare perché io sarei andato alla Spal. È stato per entrambi un campionato che non avremmo voluto vivere. Ma oggi spesso ci sentiamo con grande piacere.
14) In quei suoi tre anni in maglia rossoverde ha avuto due presidenti: Tiberi e Garofoli. Che figure sono stati per lei e quali le differenze tra loro?
Beh, un presidente è sempre da rispettare, perché è il nostro datore di lavoro. Fra i due la differenza era abissale. Il Presidente Tiberi aveva grande passione e forse non la potenzialità economica per far fare il salto di qualità alla squadra, mentre Il Presidente Garofoli, almeno per me, aveva le potenzialità ma non la passione.
15) In quegli anni ’70 la Ternana era seguitissima e spesso il Liberati era stracolmo di tifosi. Che rapporto aveva il calciatore Mascella con loro?
Ho sempre privilegiato la famiglia ad ogni altra cosa. Poi per carattere non ho mai sopportato gli isterismi, sia positivi che negativi. L’aver vissuto il 68’ al di fuori dal calcio, mi ha sempre fatto vedere questo mondo dall’interno ma con occhi dall’esterno, e quindi molto critico su ogni manifestazione d’affetto o di critica. Certamente è stato un mio limite, ma l’educazione che mi era stata data corrispondeva a come mi comportavo. Ed ho sempre privilegiato amicizie al di fuori del calcio.
A Terni ho comunque trovato due persone, poi diventate tre, che resteranno per sempre nella mia famiglia e nei miei ricordi più cari. E parlo di Letizia, Tommaso e di Mauro Moroni, che purtroppo ci ha lasciati così all’improvviso. Tre persone fantastiche ed amici con la A maiuscola.
16) Dei suoi ex-compagni rossoverdi, con chi legò maggiormente? E con chi, se ci fu, ebbe maggiori problemi? E perché?
Certamente legai soprattutto con Piero Volpi, che ancora oggi è il mio riferimento per qualsiasi problema medico. L’essere stati compagni di squadra e di camera, per due anni ha cementato un’amicizia che non si è mai affievolita. Lui libero ed io portiere, i più vicini in campo.
Poi non posso dimenticare lo sfortunato Gianni De Rosa, ragazzo di grande sensibilità e bontà. La morte se l’è portato via troppo presto.
Ma non ricordo di aver avuto dei compagni coi quali abbia avuto particolari problemi. La squadra è come una famiglia. Ci può essere qualche screzio, magari dettato dal nervosismo, ma poi torna tutto come prima.
17) Nell’estate del 1980 lei non viene riconfermato e si trasferisce alla Pistoiese, dove avrà modo di esordire in serie A. Una sua scelta o delle due società?
Mi ripeto: i giocatori non potevano incidere su nessun movimento di mercato! Quindi facile dire che è stato trovato l’accordo tra le due società.
18) Le strade di Ternana e Mascella tornano ad incrociarsi nel 2004 quando lei diventa D.S. della Società. Che tipo di esperienza è stata?
Pessima! Era la primavera del 2004, e ci tenevo tanto a fare bene dove mi ero trovato bene da giocatore. Ma a causa delle problematiche createsi col trasferimento della società da Agarini a Longarini, si è creato un clima di muro contro muro, con la tifoseria divisa in due fazioni. Ed anche la politica locale ha alimentato questa situazione incresciosa.
Di quel periodo mi rimprovero in modo particolare di non aver avuto la personalità e la forza di imporre le mie idee su come fare calcio. E me ne rammarico ancora oggi. E mi fermo qui, per rispetto a chi aveva creduto in me.
Ne approfitto per chiedere scusa a tutti.
19) Quali sono le qualità che deve assolutamente avere un portiere?
Per me il portiere più bravo è quello che riesce a trasmettere sicurezza alla squadra. Magari un miracolo in meno ma fare sempre le cose giuste. La squadra ha bisogno di sentirsi protetta e sapere che dietro c’è uno che sa proteggerti al meglio.
20) Ripensando alla sua carriera, ha più rimpianti o più soddisfazioni?
Ho vissuto semplicemente un sogno! Dalla Terza Categoria alla serie “A” è una cosa che lascia il segno. Forse avrei potuto fare di più, ma il ripensarci mi toglierebbe serenità. Diciamo che va bene così.
La carriera di Mascella in rossoverde (Calciatore):
1977-’78 (Serie B):Presenze in campionato: 38, Goal subiti: 27 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal subiti: 8
1978-’79 (Serie B):Presenze in campionato: 38, Goal subiti: 39 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal subiti: 1
1979-’80 (Serie B):Presenze in campionato: 38, Goal subiti: 36 Presenze in Coppa Italia: 8, Goal subiti: 9
La carriera di Mascella in rossoverde (Direttore Sportivo):
Aprile 2004/Settembre 2004: D.S. (serie B)
2009-’10: Consulente esterno (serie C1)
La carriera di Poerio Mascella:
1967-’69: Equipe 2000 (Oratorio Villaggio SNIA di Cesano Maderno) (Terza Categoria) presenze: ?
1969-’72: Seregno (serie C) presenze: 36
1972-’74: Como (serie B) presenze: 3
1974-’75: Livorno (serie C) presenze: 37
1975-’76: Messina (serie C) presenze: 37
1976-’77: Varese (serie B) presenze: 38
1977-’80: Ternana (serie B) presenze: 114
1980-’82: Pistoiese (serie A e B) presenze: 68
1982-’84: Monza (serie B) presenze: 25
1984-’85: Bari (serie B. Promosso in A) presenze: 8
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Novembre 2019)
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