Arrivare in una società, pensando di giocare in una categoria, per poi ritrovarsi in quella superiore, tra lo scetticismo dell’ambiente, cominciando proprio dall’allenatore che ti ha voluto, non credo sia il massimo per nessun giocatore.
Poi però dimostrare sul campo, con tanta grinta, umiltà e senso della posizione, che quella categoria è ampiamente meritata, a tal punto da contribuire alla promozione. Però, l’estate successiva, ricominciare da capo con le stesse situazioni, ma ripetersi sul rettangolo di gioco, sgombrando il campo dalle incomprensibili illazioni con le prestazioni sempre più convincenti.
Questo è ciò che è capitato all’ex-rossoverde che abbiamo incontrato per questo numero di “DAJE MO’”: Riccardo Onorato.
Onorato nasce a Chiaravalle (AN) il 30-06-1970 e cresce nelle giovanili della Castelfrettese nel ruolo di difensore. Dopo essersi fatto le ossa nei campionati di serie D con la Castelfrettese e di C2 con la Maceratese, arriva nella Ternana nell’estate del 1995, quando la società rossoverde si apprestava a partecipare per il terzo anno di fila al campionato Interregionale, categoria da dove aveva ricominciato dopo il fallimento della gestione Gelfusa, con conseguente radiazione.
Ma di lì a pochi giorni ci sarebbe stato il ripescaggio in serie C2 ed Onorato, come tutta la squadra, si ritrovò “promosso” d’ufficio.
In casacca rossoverde rimarrà per quattro stagioni e mezza, e zittendo gli scettici ad ogni stagione, Onorato vincerà due campionati, arrivando così ad esordire in serie B e confermandosi poi in questa categoria.
Nel Gennaio del 2000 verrà ceduto al Catania in serie C1 e la sua carriera proseguirà per altre stagioni in quella categoria e in quelle inferiori, fino alla stagione 2004-’05, quando al termine di questa appiccherà le scarpe al classico chiodo.
Oggi Onorato vive a Chiaravalle, sua città natale e vive ancora nel mondo del calcio avendo intrapreso la carriera di allenatore. Nell’ultima stagione, dopo sette anni, è tornato su una panchina, quella del S.S. Chiaravalle, formazione che partecipa alla 2° Categoria delle Marche.
1) Signor Onorato, ci racconta come è cominciata la sua passione per il calcio da bambino?
Sulle strade e nella piazza del mio paese, insieme ai miei amici ed ai miei fratelli maggiori. Partite combattutissime tra i quartieri del mio paese.
In quei tempi non c’erano così tanti divertimenti come oggi e giocare al calcio in ogni spazio disponibile era la cosa più naturale e divertente che si potesse fare.
2) Chi era in famiglia ad aiutarla in questa sua passione?
Me la sono “spicciata” sempre da solo. Sia mio padre che mio fratello maggiore giocavano al calcio ma io andavo agli allenamenti da solo, anche perché il campo era abbastanza vicino alla mia casa. Mio padre veniva spesso anche a vedere le mie partite però mi spostavo sempre con le auto dei dirigenti della Società e mai con mio padre.
3) Arrivò a Terni dalla Maceratese. Quali furono i motivi che la portarono a fare tale scelta?
Io avevo avuto Mister Silva alla Maceratese e quando è venuto alla Ternana fu lui a fare il mio nome e quello di Musarra, imponendosi anche sul presidente Fedeli, che aveva evidentemente altri programmi. Con noi, dalla Maceratese, sarebbe dovuto arrivare anche Re ma proprio in quei giorni ebbe un grave lutto in famiglia e decise di rinunciare.
4) Quando arrivò a Terni conosceva già qualche suo nuovo compagno di squadra?
Al momento del mio arrivo conoscevo solo Musarra ma solo dopo pochi giorni di preparazione nacque un affiatamento incredibile tra tutti i componenti dello spogliatoio e mi sono trovato subito a mio agio. In particolare poi nacque subito una bella amicizia anche fuori dal campo con Borrello, gran bravo ragazzo, sempre disponibile con noi.
5) Arrivò a Terni quando la Ternana si apprestava a partecipare, per il terzo anno consecutivo, alla serie D. Che ambiente trovò?
Inizialmente era stata allestita una squadra per partecipare alla serie D, però c’erano già dei “rumors” che saremmo stati ripescati in C2, così come accadde poi veramente.
Inizialmente l’ambiente era abbastanza depresso, poi però appena si seppe dell’avvenuto ripescaggio l’euforia salì alle stelle.
6) Allenatore di quella squadra era mister Silva. Che rapporto avevate con lui voi giocatori?
Come ho già detto, lo conoscevo dalla Maceratese, però non ho voluto mai approfittare di questo fatto e il nostro rapporto era sempre quello classico tra allenatore e giocatore. Io davo comunque sempre il massimo per non metterlo in difficoltà per il fatto che era stato lui a volermi alla Ternana.
Dava sempre il massimo della fiducia ai suoi calciatori e più che all’aspetto tattico/tecnico era più interessato a creare il gruppo.
Secondo me era un bravo allenatore e nella sua carriera ha avuto molto meno di quello che avrebbe meritato, forse soprattutto per il suo carattere troppo buono, non solo nei miei confronti ma con tutti i suoi calciatori.
7) Lei era stato scelto per partecipare al campionato di serie D, poi la società venne ripescata in C2. C’è chi dice che a quel punto Mister Silva aveva dei dubbi sulle sue capacità in quella categoria. Le risulta?
No! Assolutamente no!
8) Poi però lei dimostrò con i fatti che si poteva permettere non solo la C2 ma anche la C1 ed addirittura la serie B. Una gran bella soddisfazione, vero?
Sinceramente le chiacchiere me le sono sempre fatte scivolare addosso e quello che più mi interessava era avere un buon rapporto con i compagni di squadra e con tutto l’ambiente che ci circondava. Personalmente ho sempre messo la faccia e sono andato avanti.
9) Alla prima stagione però arrivò subito una grandissima delusione. Lei era in campo quel “maledetto” giorno della semifinale play-off (Ternana-Fermana 2-1, il 16-06-1996) con il goal di Pennacchietti che arrivò al 94°, con conseguente eliminazione. Ricorda le sue sensazioni di quel giorno?
Una cocentissima delusione! Noi ci credevamo e ce la meritavamo quella finale! Purtroppo quel goal al 94° ci tagliò le gambe, ma la soddisfazione fu al momento del rientro negli spogliatoi, quando l’intero stadio ci dedicò un lungo applauso, a dimostrazione che i tifosi avevano capito che avevamo dato tutto quello che potevamo.
10) Nella stagione successiva sulla panchina rossoverde arriva Mister Del Neri, il quale scriverà una pagina memorabile della storia delle Fere. Quale era il rapporto della squadra con il mister?
In quella estate cambiò anche la Società e rimanemmo pochi giocatori tra quelli della stagione precedente, tra i quali io, Borrello, Silvestri. Tutti gli altri furono ceduti.
La Società era determinata a vincere il campionato e il Mister inizialmente non si fidava completamente del gruppo, ma quando ha capito che tra noi compagni di squadra c’era un fortissimo senso di appartenenza, una grandissima cattiveria agonistica, allora la squadra ha cominciato ad ottenere risultati, a “volare” e non si è fermata più. Infatti nelle ultime otto giornate furono otto vittorie!
Noi stavamo veramente sempre insieme e se un compagno riceveva un fallaccio da un avversario, il fallo lo “subiva” tutta la squadra e tutta la squadra reagiva!
11) Alla prima stagione con Mister Del Neri subito la promozione diretta dopo un’interminabile “testa-a-testa” con il Livorno. Che ricordo ha di quel campionato vinto?
Stupendo! Più il campionato andava avanti e più eravamo convinti della nostra forza. Anche tante partite vinte per 1-0 erano molto importanti e di grande soddisfazione.
12) Nella stagione successiva, sempre con alla guida Mister Del Neri, ancora una promozione, questa volta con la vittoria nello spareggio play-off di Ancona contro la Nocerina (Ternana-Nocerina 1-0 d.t.s., il 14-06-1998). Anche in questo caso c’era chi sosteneva che Onorato non avrebbe “retto” alla C1. Invece …..Emozioni a non finire?
Me ne sono sempre fregato delle chiacchiere e mi interessava molto di più la considerazione che avevano nei riguardi, compagni ed allenatore.
E le soddisfazioni, strada facendo, sono arrivate. Hai voglia se sono arrivate!
13) Poi, nella stagione 1998-’99, sulla panchina rossoverde arriva Mister Cuccureddu, sostituito prima dallo stesso Del Neri e poi da Mister Guerini. Quali le differenze tra questi tre allenatori?
Sono situazioni differenti e non paragonabili secondo me.
Con Del Neri venivamo da due campionati vinti e tutto appariva più facile. Sullo spogliatoio di Cuccureddu se ne dissero tante, ma molte di quelle erano veramente infondate. Però con lui non c’era più l’alchimia che c’era prima.
Con Guerini, vista la situazione critica in classifica, ci mettemmo tutti a sua disposizione ed il raggiungimento della salvezza all’ultima giornata ci diede ragione.
Comunque con Mister Guerini avevamo un rapporto sicuramente più distaccato dal punto di vista dell’aspetto umano.
14) L’8-11-1998 la Ternana subì una cocente sconfitta sul campo del Pescara (5-1). Nonostante questo la tifoseria rossoverde, molto numerosa, autoironicamente cominciò a cantare: “l’importante è la salute! l’importante è la salute!”. Ricorda questo episodio? Quanto era importante la passione dei tifosi per voi giocatori?
Nei miei anni in rossoverde, anche in quelli vincenti e positivi, ho vissuto diversi momenti di contestazione. Questo perché l’ambiente era molto passionale ed attaccatissimo alla squadra, ma proprio questo aspetto mi faceva amare quella maglia.
E’ ovvio che quando le cose non andavo bene il pallone “pesava” molto di più, però, sia nel bene che nel male, ho sempre amato quell’ambiente. Molto meglio un ambiente così che uno freddo e distaccato!
15) In quel campionato la Ternana si salvò all’ultimo tuffo, con la vittoria sull’Andria in quello che fu un vero e proprio scontro diretto (Ternana-Andria 2-1, il 13-06-1999). Che ricordi ha di quella giornata? (mi riferisco all’episodio di Mister Rumignani e all’oggetto che lo colpì sotto la Curva Est, con conseguente reclamo della società pugliese)
Prima di tutto ricordo il caldo incredibile di quella giornata afosa. Siamo entrati in campo determinatissimi ad ottenere quella vittoria.
Ricordo anche molto bene l’episodio che avvenne poco prima dell’inizio della partita, con Mister Rumignani ed il suo staff che, passando sotto la Curva Est, venne colpito da un oggetto, con conseguente reclamo della società pugliese che però fortunatamente non ebbe nessun seguito. Credo che sia stata una provocazione ben studiata e mirata.
16) Campionato 1999-’00. Alla guida della Ternana ancora Mister Guerini, sostituito a metà stagione da Mister Burgnich. Lei riesce a scendere in campo solo per tre partite, poi a Gennaio la cessione al Catania in serie C1. Ci racconta cosa successe?
Una decisione presa in accordo tra me e la Società. Il fatto fu che Mister Guerini non mi “vedeva” proprio più e quindi preferii così.
17) Quanta delusione in questa scelta?
Fu una delusione ma piuttosto che passare altri cinque mesi a scaldare la panchina preferii accettare al volo la proposta che mi fece il Catania, pur se questo significò scendere di una categoria.
Con il senno di poi posso dire che, poco dopo arrivò Mister Burgnich, e chissà con lui se le cose sarebbero state le stesse? Ma non lo sapremo mai ovviamente.
18) In casacca rossoverde realizzò tre goal, due in campionato ed uno in Coppa Italia (Ternana-Giulianova 2-1, il 01-02-1998; Ternana-Hellas Verona 2-0, il 30-05-1999; Lecce-Ternana 1-1 di Coppa Italia, il 18-08-1999).
Quale è quello che ricorda con più orgoglio?
Tutti e tre! Le situazioni erano diverse ma la gioia per un goal realizzato è sempre grande. Per un difensore forse lo è ancora di più.
19) Se si dovesse descrivere come calciatore, come lo farebbe?
Tecnicamente ero un mancino che era funzionale per l’economia della squadra.
Nella mia carriera ho sempre dato la giusta importanza sia alle cose positive che a quelle negative e questa è sempre stata la mia forza! Dove non arrivavo con il fisico arrivavo con la testa. Diciamo che sapevo leggere facilmente la partita.
20) Le è mai capitato, nei suoi anni in rossoverde, di piangere di rabbia per un errore commesso, non necessariamente in campo?
Ho provato senz’altro emozioni forti, in un verso e nell’altro, ma anche le delusioni mi sono servite per rinforzarmi nel carattere. Ad esempio, perdere una finale è una delusione, però tutto il percorso fatto per arrivarci è comunque un aspetto positivo.
21) Qual è la prima immagine che le viene in mente oggi quando pensa alla Ternana?
Quasi d’istinto mi riviene in mente il tragitto di ritorno dopo la finale play-off di Ancona (Ternana-Nocerina 1-0, il 14-06-1998) con tutti i tifosi rossoverdi festanti. Era la stessa strada che facevo per venire a Terni da casa mia ma quel giorno….che bello!!!
La carriera di Onorato in rossoverde:
1995-’96 (Serie C2): Presenze in campionato: 35,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0
1996-’97 (Serie C2): Presenze in campionato: 25,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
1997-’98 (Serie C1): Presenze in campionato: 36,
Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 0
1998-’99 (Serie B): Presenze in campionato: 29,
Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
1999-’00 (Serie B): Presenze in campionato: 3,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 1
La carriera di Riccardo Onorato:
1988-’89: Castelfrettese (serie D)
1992-‘95: Maceratese (serie D-C2)
1995-‘99: Ternana (serie C2-C1-B)
1999-’00: Catania (serie C1)
2000-‘01: Reggiana (serie C1)
2001-‘02: Trento (serie C2)
2002-‘03: Bellaria Igea (serie D)
2003-‘05: Tolentino (serie C2)
Marco Barcarotti
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