Alzi la mano, tra coloro che hanno almeno 50 anni, che non ricorda questa formazione rossoverde: Germano-Pandrin-Bonassin-Nicolini-Vianello-Marinai-Cardillo-Casisa-Sciarretta-Liguori-Meregalli!
Era la formazione-tipo del campionato 1968-’69 ed i tifosi rossoverdi la declamavano orgogliosamente come in una sorta di cantilena poetica. Quella era anche la formazione che partecipava al campionato di serie B dopo venti anni circa dall’ultima volta, conquistata nella stagione precedente con alla guida “Il Maestro” Viciani. Ma soprattutto era la Ternana che appassionava, che era seguita da migliaia di tifosi, sia al vecchio stadio di Viale Brin che in trasferta, in tutti i campi d’Italia.
Per questo nuovo numero di “DAJE MO’” abbiamo incontrato uno dei protagonisti di quella formazione, e non solo: Sergio Bonassin.
Per la verità Bonassin non ha fatto parte solo di quella rosa rimasta nel cuore di tutti gli sportivi ternani ma lo ha fatto per quasi l’intero decennio degli anni ‘60, quello che può essere considerato a tutti gli effetti quello della rinascita dei colori rossoverdi.
Bonassin nasce a Dignano, un paesino dell’Istria, allora italiana, il 30-01-1939 e cresce calcisticamente nelle fila del Torino nel ruolo di difensore. Dopo un campionato di serie C con la Reggina, arriverà alla Ternana nell’autunno del 1961, quando la Società rossoverde militava in serie D e rimarrà con la casacca delle Fere per ben otto stagioni, diventando una vera e propria “pietra miliare” nella storia della Società, conquistando due promozioni, fino alla serie B, risultando così in terza posizione assoluta nelle presenze rossoverdi di tutti i tempi.
Al termine della stagione 1968-’69 Bonassin si trasferirà di sua volontà al Barletta in serie C, dove rimarrà per due stagioni, chiudendo così la sua carriera professionistica per poi continuare con società dilettantistiche di categorie minori.
Appese le scarpette al classico chiodo inizia una lunga carriera di allenatore in categorie minori grazie alla sua immutata passione per il gioco del calcio.
Oggi Bonassin vive con la sua famiglia a Torino.
1) Qual è la prima immagine che le viene in mente quando ripensa a lei da bambino con un pallone?
Come tutti i bambini della mia generazione ho cominciato a giocare a calcio con gli amici in mezzo alla strada, per poi passare ad una piccola società dilettantistica della mia zona: la Barriera di Nizza. Poi, all’età di 13 anni circa sono passato nelle giovanili del Torino.
2) Chi erano i suoi idoli calcistici da bambino, quelli che prendeva a modello?
Non avevo un modello vero e proprio però tifavo Lazio perché mi piacevano molto le maglie azzurre della società romana.
3) Lei arrivò alla Ternana nell’autunno del 1961. Ci racconta quali furono le dinamiche che lo portarono a vestire la casacca delle Fere?
Fu una scelta esclusivamente delle due Società, come inesorabilmente accadeva all’epoca, quando i giocatori non avevano nessun diritto di scelta.
4) Considerando che arrivava dal Torino ma nella stagione precedente aveva giocato in serie C con la Reggina, il fatto di venire alla Ternana, che partecipava alla serie D, lo considerò un declassamento o piuttosto un probabile punto di partenza?
Il mio trasferimento alla Ternana fu con la formula del prestito per le prime due stagioni, poi passai definitivamente in rossoverde. All’inizio sinceramente, la decisione delle due società non mi soddisfò moltissimo, però lo considerai come un punto di partenza.
5) Ricorda quali erano le sue aspettative arrivando in una piazza come Terni, assetata di successi, visto che da tanti anni si soffriva nelle categorie inferiori?
Le mie aspettative iniziali furono soprattutto quelle di adempiere al Servizio Militare e contemporaneamente poter continuare a giocare al calcio.
6) Quale fu la sua impressione quando vide per la prima volta la città?
Fin dal primo momento Terni mi è apparsa, pur essendo una piccola città di provincia, bella, grande, stupenda. E’ per tale motivo che mi è rimasta sempre nel cuore.
7) Allenatore di quella Ternana era Mister Carapellese, il quale rimase sulla panchina rossoverde per tre stagioni, conquistando la serie C nella stagione 1963-’64. Che tipo di allenatore era per il giocatore Bonassin?
Carapellese è stato per me un buon allenatore, con tanta buona volontà e tanto impegno.
8) Come abbiamo appena detto, al termine della stagione 1963-’64, per la Ternana arrivò la promozione in serie C. Quali sono i suoi ricordi di quella stagione esaltante?
I ricordi sono molto belli e solo a riparlarne rivivo con gioia quei momenti stupendi. Purtroppo per me ormai sono anche troppo lontani.
9) L’anno successivo arrivò Mister Caciagli. Che rapporto aveva con il nuovo mister?
Con lui ci fu il classico rapporto di allenatore-giocatore, però la mia stima nei suoi confronti era grandissima. Secondo me è stato il migliore di tutti tra quelli che ho avuto a Terni.
10) Nella prima stagione di serie C, quella del 1964-’65 la Ternana si piazzò in terza posizione a soli due punti dal Pisa vincitore del girone. Ci fu più delusione da parte dell’ambiente o comunque soddisfazione, visto che eravate una neo-promossa?
Non credo che ci sia stata molta delusione, però è anche vero che quando si arriva così vicini alla vetta, nasce anche il dubbio che, magari anche con un pizzico di fortuna, si sarebbe potuto fare ancora di più.
11) Arriviamo alla stagione 1967-’68. In panchina arriva lo “sconosciuto” Corrado Viciani. Ricorda quale fu la sua prima impressione nei suoi confronti?
La prima impressione fu senz’altro positiva, però in seguito dovetti purtroppo ricredermi, dato che Viciani ha sempre cercato di “eliminare” tutti i calciatori di più vecchia militanza della Ternana, ed in particolare proprio il sottoscritto, visto che ero in casacca rossoverde già da sette anni e conoscevo tutto l’ambiente. In definitiva lui desiderava solo gente nuova in squadra.
12) E’ vero che gli allenamenti del Mister erano di una durezza incredibile, al punto che qualcuno sveniva pure per la fatica?
Finché ci sono stato io gli allenamenti erano normalissimi, a volte più faticosi e a volte meno, ma sicuramente li definirei normali. Vorrei anche puntualizzare il fato che svenire per la fatica durante un allenamento non significa certo una buona qualità degli allenamenti stessi.
13) Quel campionato regalò tantissime soddisfazioni a tutto l’ambiente rossoverde, visto che arrivò la promozione in serie B. Cosa rappresentò per Bonassin quel successo?
Quel successo fu un risultato bellissimo, sia per me che per tutti i miei compagni e per tutto l’ambiente rossoverde, tifosi compresi. Il giusto epilogo di una stagione iniziata bene e finita alla grande.
14) Quindi nella stagione successiva fu serie B. Una delle partite più emozionanti che i tifosi rossoverdi di quell’epoca ricordano, sicuramente fu quella vinta per 2-0 contro la Lazio, il 3-11-1968, con doppietta “storica” di Liguori. Lei che faceva parte di quella formazione, ricorda che emozione provò nel contribuire a dare quella grandissima gioia ai tifosi?
Fu veramente una gioia immensa e nemmeno mi sembrava fosse vero, visto che da bambino, come detto, ero tifoso della Lazio. Quel giorno ritrovarsi contro, da avversari, i giocatori che indossavano quella maglia da me tanto amata………che gioia!!! Ma fu una gioia incredibile anche per i tantissimi tifosi che erano presenti alla “Pista”, i quali tenevano tantissimo a quella partita, visto che all’epoca era considerata una sorta di derby. Vorrei rivivere mille volte una giornata indimenticabile come quella!
15) Per tutto l’ambiente rossoverde però, da sempre, la partita in assoluto più importante è quella del derby con il Perugia. Lei ne giocò diversi di derby con i grifoni, compreso quello del 24-11-1968 (Ternana-Perugia 1-1), caratterizzato dalle vibrate proteste del pubblico rossoverde per la rete perugina realizzata nettamente di mano all’89° da Montenovo (non nuovo a questi “exploit”, visto che anche nella partita di ritorno al Santa Giuliana ci riprovò! N.d.R.). Ricorda quella partita e le sue sensazioni di quel pomeriggio?
Il derby con il Perugia era sempre sentitissimo da tutto l’ambiente rossoverde e già da settimane prima se ne cominciava a parlare in città. Ricordo uno stadio stracolmo di gente e la rabbia per quel furto subito, però nel cuore mi porto ancora il calore del tifo sugli spalti: veramente bellissimo!
16) Al termine di quel primo campionato di serie B però, lei venne ceduto al Barletta. Quanta delusione in questa scelta societaria?
E’ stata veramente una delusione immensa! Quando mi fu comunicato sarei voluto scappare lontano da tutti, tanta fu la delusione. Sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso. Poi con il tempo, come è logico che sia, pian pianino, ho elaborato il “lutto” ed anche questo passò, tornando tutto nella normalità. Ma fu veramente dura!
17) Lei con le sue 249 presenze (comprese le 3 in Coppa Italia) risulta al terzo posto nella graduatoria rossoverde di tutti i tempi (dietro a Ratti e Marinai). Quanto la rende orgoglioso questo dato statistico?
In effetti in otto stagioni le partite giocate sono state veramente molte, praticamente quasi tutte, considerando poi che il primo anno arrivai solo a Novembre. Nella mia ultima stagione in rossoverde, quella di serie B con Mister Viciani, in effetti giocai qualche partita in meno, di cui una a causa di un infortunio.
18) In quegli anni eravate sempre molto seguiti, sia in casa che fuori. Non esistevano ovviamente le dirette televisive e questo comportava che anche per le trasferte più lontane c’erano sempre alcune centinaia, se non migliaia, di tifosi al seguito. Quanta forza vi dava questo attaccamento nello scendere in campo?
Vedere tutti quei tifosi rossoverdi al seguito della squadra, sia nelle trasferte che nelle partite casalinghe, faceva sempre tanto piacere e soprattutto dava morale a tutti noi giocatori, aiutandoti nella concentrazione e nella voglia di far bene per tutti loro.
19) Nelle sue otto stagioni in casacca rossoverde riuscì a realizzare solo sei goal. Secondo lei a cosa è dovuto questo aspetto, alla sua poca propensione al goal o al fatto che all’epoca per un difensore era veramente raro avvicinarsi alla porta avversaria?
Sinceramente dei goal realizzati non ho più tanti ricordi, però posso dire che per quanto riguarda la propensione al goal, a me piaceva avvicinarmi alla porta avversaria durante la fase di attacco, aiutando così i miei compagni, per poi tornare di corsa al mio posto, nelle “retrovie”, una volta che c’era da difendersi.
Per un difensore la prima cosa di cui ci si doveva preoccupare era quella di difendere, poi se rimanevano le forze si poteva anche pensare di “avventurarsi” in attacco, ma senza mai dimenticare il compito primario.
20) C’è un avversario che gli ha creato grandi problemi sul campo e per questo lo ricorda ancora?
In maglia rossoverde (bellissime quelle maglie!) giocai in diversi ruoli: terzino, mediano, stopper e libero, di conseguenza diciamo che mi sono rimasti impresso diversi giocatori: senza fare nomi…..quelli bravi!
21) Nella sua esperienza in rossoverde ha avuto tre presidenti: Nicolini, Creonti e Manini. Quali le differenze tra loro nel rapportarsi con voi giocatori?
Tre persone stupende!!! Con noi giocatori, tutti avevano un rapporto ottimo, come fanno tutte le persone intelligenti e sensibili. In quel caso poi era quasi un rapporto famigliare. L’ingegner Creonti, essendo un imprenditore, sapeva bene come comportarsi nei rapporti di lavoro e posso dire che per me lui fu veramente il più grande in assoluto, senza sminuire assolutamente gli altri due.
22) Quale è, secondo lei, l’ingiustizia più grande che ha subito nella sua carriera calcistica?
Per quanto mi riguarda la più grande ingiustizia subita fu proprio l’esclusione dalla Ternana. Potrà sembrare strano ma dopo tutti questi anni ancora la ricordo così!
23) Per concludere, qual è il suo primo pensiero che le viene in mente oggi quando sente nominare Terni?
Prima di tutto mi vengono in mente gli otto anni vissuti a Terni, nel miglior momento della mia vita: la gioventù. Poi ovviamente i miei compagni di squadra, i tanti amici ternani che avevo e la tifoseria tutta.
Sono stati anni veramente indimenticabili, stupendi, e quando sono triste mi basta rivolgere un pensiero a Terni che tutto mi passa e mi appare più bello. Questo credo dica tutto!
La carriera di Bonassin in rossoverde:
1961-’62(Serie D):Presenze in campionato:24,Goal realizzati:3
1962-’63(Serie D):Presenze in campionato:32,Goal realizzati:0
1963-’64(Serie D):Presenze in campionato:28,Goal realizzati:0
1964-’65(Serie C):Presenze in campionato:33,Goal realizzati:2
1965-’66(Serie C):Presenze in campionato:30,Goal realizzati:0
1966-’67(Serie C):Presenze in campionato:33,Goal realizzati:1
1967-’68(Serie C):Presenze in campionato:32,Goal realizzati:0
1968-’69(Serie B):Presenze in campionato:34,Goal realizzati:0 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
La carriera di Sergio Bonassin :
195?-’54: Barriera Nizza
1954-’60: Torino (serie B) Presenze: 0 Goal: 0
1960-’61: Reggina (serie C) Presenze: 12 Goal: 0
1961-’69: Ternana (serie D,C,B) Presenze: 246 Goal: 6
1969-’71: Barletta (serie C) Presenze: ? Goal: 1
1971-’72: Asti (serie D)
1972-’73: Istituto Sociale (serie D)
Il palmarès di Bonassin:
1 campionato di serie D vinto con la Ternana (1963-’64)
1 campionato di serie C vinto con la Ternana (1967-’68)
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Marzo 2018)
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