La seconda vita di Frick: in campo, ma ora…
La patria prima di tutto. Citofonare Mario Frick per informazioni, uno che nella Ternana ha vissuto le sue migliori stagioni italiane, 133 presenze e 47 gol tra il 2002 e il 2006 e che oggi ha deciso di cambiare mestiere. O meglio, ha solo scelto di cambiare area di rigore. Perché dopo una carriera da bomber a dribblare e fare gol oggi Frick ha attraversato tutto il campo, fino alla parte opposta. Fa il difensore, a 40 anni, con la fascia da capitano e la maglia numero 10 sulle spalle, nel Lichtenstein, la sua nazionale. Una squadra di cui è recordman di presenze e di reti. Potrebbe stare a casa Frick, a sorseggiare vino e fumare sigari guardando i compagni di squadra che provano a evitare imbarcate umilianti, quasi unico obiettivo di una nazionale che nel calcio ha sempre rappresentato una comparsa. Invece no, Frick sta giocando queste qualificazioni a Euro2016 da protagonista. La passione è ancora tanta, il fiato meno e il livello tecnico dei compagni non altissimo, così Frick è tornato indietro, ha dovuto imparare come si fa il fuorigioco e come si guida una difesa. Commovente applicazione sportiva di chi ha ancora voglia di lottare per il proprio paese ed essere ancora leader. “La vie se fantastique quando segna Mario Frick” , frase di cori e maglie che accompagnavano la sua carriera da attaccante. Tutto sta a capire dove cercare il fantastico. Frick ha capito che era in campo, anche se in un ruolo diverso. Potrebbe ATTACCARE le scarpette al chiodo, ha deciso di DIFENDERE la patria. La differenza che va oltre un semplice ruolo.
Gianluigi Bagnulo