Purtroppo questo è l’ennesimo giorno triste di un 2016 che di amarezze ne ha già riservate parecchie. E’ profondo il dispiacere per la morte di Cesare Maldini anche se ero a conoscenza di una situazione di salute non proprio ideale. L’ultima volta ne avevo parlato con Ernesto Bronzetti. Più o meno durante le feste di Natale. Sapevo insomma che Cesare Maldini aveva imboccato il viale del tramonto. Eppure questa mattina quando il trillo del telefonino ha annunciato la triste notizia sono rimasto comunque sorpreso e soprattutto dispiaciuto perché con Cesare Maldini se ne va un personaggio unico. Elegante, garbato, uno di quelli che definisci “un signore” per il modo di comportarsi in campo, da calciatore prima e da allenatore poi, e fuori. Cesare Maldini l’avevo conosciuto nella stagione 1976-77. Io cronista rampante di Paese Sera, lui in predicato di guidare la Ternana che con “Mondino” Fabbri alla guida stava andando alla deriva. Non c’erano i telefonini però riuscìi ad avere il telefono di casa Maldini e di buonora lo chiamai. Le risposte garbate, nonostante l’ora, le mezze ammissioni senza negare alla società rossoverde il piacere di annunciarne l’ingaggio furono il primo contatto di un rapporto che è andato avanti per anni. Non il suo con la Ternana visto che i risultati modesti lo costrinsero a rassegnare le dimissioni e toccò così ad Omero Andreani portare alla salvezza la Ternana in un complicatissimo campionato di serie B. Cesare Maldini tornai ad incontrarlo in una delle mie escursioni nel “mondo Milan”. Io di antica fede rossonera avevo in lui un riferimento calcistico formidabile. Con lui avevo conosciuto uno dei suoi figli, Paolo che allora era ovviamente “Paolino” e che poi diventò uno dei miei idoli calcistici. E di Paolo ci trovammo a parlare tanti anni dopo a Madrid, prima di assistere ad un derby tra Real e Atletico. Era innamorato del suo “Paolino” tanto da raccontarmi qualche aneddoto che ne spiegava la statura umana. Aneddoti che ovviamente custodisco nei miei ricordi. Tra Spagna e Milano in quel periodo furono diversi i contatti con Cesare. Ne ricordo uno in particolare. Eravamo seduti uno accanto all’altro a San Siro in un quarto di finale di Coppa Campioni tra Milan e Celtic. Una partita stregata tanto d’arrivare ai supplementari. Lui ballava quasi sul seggiolino a testimoniare di un attaccamento a quei colori che nemmeno le successive vicissitudini di Paolo con il club riuscirono a minare. Poi l’esplosione al gol di Kaka che con una delle sue straordinarie progressioni fece a fette la difesa degli scozzesi regalando il successo al Milan. Schizzammo in piedi tutti e due, ci abbracciammo e cominciammo a saltare dando sfogo allo nostra gioia. Un balletto che durò a lungo. E’ lo stesso abbraccio che oggi voglio riservare ad uno straordinario protagonista del calcio mondiale, ad un uomo d’altri tempi. Uno di quelli che hanno reso fortunata la mia storia giornalistica.
Massimo Laureti
Nel prossimo turno la Ternana sifderà al Liberati il Milan Futuro che intanto avanza in…
GIUSEPPE LOIACONO PRESENTA LA SFIDA CONTRO IL MILAN FUTURO Proseguono le conferenze stampa di metà…
Cianci show, il numero a fine partita contro il Carpi visto da bordocampo. Alzi la…
Ternana, stop per Corradini titola Il Messaggero oggi in edicola. Di seguito l'estratto dell'articolo. Frattura…
Fere, Abate sfida il suo passato titola il Corriere dell'Umbria oggi in edicola. Di seguito…
Ogni giorno Ternana News propone ai suoi lettori una via diretta verso le prime pagine…