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“Per la gara della serie A Viciani fece giocare sia me che Geromel”

18 giugno 1972, ore 17,00 circa, stadio Libero Liberati di Terni. La Ternana ed il Novara entrano in campo per un incontro che rimarrà nella storia rossoverde. Dopo le foto di rito, i calciatori rossoverdi, con le gambe tremanti dall’emozione vanno nei vari settori dello stadio a donare dei fiori al pubblico. Tra loro ce n’è uno che si distingue per il colore diverso da tutti gli altri, vestito di nero è il portiere Massimo Migliorini, il quale va a lanciare il suo mazzo di fiori ai tifosi della Tribuna A. Chi ha vissuto quella giornata non potrà mai dimenticare questa scena!

Per questo numero di “Daje mò” e Ternananews lo abbiamo incontrato.

Migliorini nasce a Firenze l’8 marzo 1948 e cresce nelle giovanili della Fiorentina nel ruolo di portiere. Non riesce ad esordire in massima serie con la squadra della sua città e quindi va a “farsi le ossa” in serie D prima e serie C poi, fino a quando  nell’estate del 1970 arriva alla Ternana.

La Società rossoverde si apprestava a partecipare per il terzo anno consecutivo alla serie B, conquistata con Viciani, il quale però aveva lasciato da tempo la panchina delle Fere, ed al suo posto ora sedeva  Mister Vinicio. Poi nella stagione successiva sarebbe tornato Mister Viciani e con lui la Ternana avrebbe scritto la pagina più bella ed appassionante della sua storia: la promozione in serie A! Serie A che Migliorini non poté assaporare, visto il ritorno alla Fiorentina, dove avrebbe dovuto fare il secondo a Superchi. Poi, a Novembre, il trasferimento ad Ascoli, sempre in serie B. Seguiranno altre maglie di serie B e serie C, come Taranto, Sambenedettese, Campobasso e Montevarchi.

Al termine di questa onorevole carriera, Migliorini chiuderà definitivamente con il calcio. Oggi vive nella sua bella Firenze.

Signor Migliorini, cominciamo da lontano, mi parla della sua famiglia. La ostacolò o la stimolò nella sua passione giovanile per il calcio?

“Mi hanno aiutato fin dall’inizio, ed erano felicissimi di questa mia passione. All’età di 12 anni mi trasferii nel quartiere nei pressi delle “Cascine”, ed inizialmente ero letteralmente spaesato. Fu per questo motivo che andai alla ricerca di una società calcistica, e mi imbattei nel “Dopolavoro Ferroviario”, ed è lì che cominciai a giocare a calcio, inizialmente nel ruolo di centravanti. Ma ad un certo punto proposi all’allenatore di farmi provare nel ruolo di portiere, senza però confidargli che in quel ruolo ci avevo precedentemente giocato. Fin dai primi allenamenti, l’allenatore rimase piacevolmente stupito di questa mia propensione!”

In genere, da bambini, il ruolo di portiere viene assegnato dai compagni di gioco a quello più “scarso” con i piedi. Capitò così anche a lei?

“A me non capitò così. Infatti fin da piccolino giocavo nel ruolo di centravanti, ma a me piaceva anche giocare in porta. Avevo un vicino di casa che si divertiva a farmi dei tiri in una porta improvvisata, ed io non avevo nessun timore a tuffarmi sullo sterrato, procurandomi spesso delle escoriazioni. Ma tanto era la passione che sembrava non me ne curassi!”.

Si dice anche che per giocare nel ruolo di portiere bisogna essere un po’ pazzi. Lei ci si riconosce in questa definizione?

“Assolutamente si! Come si potrebbe definire un bambino che pur facendosi male, non teme di buttarsi su del breccino? Non credo si possa certo definire tanto “normale”!”.

Arrivò a Terni dove in panchina era arrivato Mister Vinicio. Lo conosceva già? Che rapporto aveva con lui?

“Quando arrivai a Terni non lo conoscevo, però instaurai con lui, fin da subito, un ottimo rapporto, visto che mi faceva sentire in maniera netta la sua fiducia nei miei confronti.

Nelle ultime partite di campionato, fui io a chiedergli di far esordire il mio collega ed amico Geromel, stimolando così anche lui a fare bene”.

Il primo anno in rossoverde si tolse la soddisfazione di giocare quasi tutte le partite. Che ricordi ha di quel campionato?

“Ovviamente un gran bel ricordo, visto che in quella stagione esordii tra i professionisti all’età di 22 anni, che non sono certo molti per un portiere. Inoltre ci piazzammo a metà classifica al termine del campionato, una posizione onorevole per una squadra al terzo anno di serie B”.

L’anno successivo arriva Mister Viciani. Si racconta di allenamenti durissimi, specie durante la preparazione estiva. Come visse lei questa caratteristica del tecnico toscano?

“Ricordo che andammo a fare la preparazione al Terminillo, poi a Terni. Fu veramente molto dura, considerando, ad esempio, che ci faceva fare i “100 metri” con un tempo sempre più basso. All’inizio fu Mister Viciani a chiedermi come venivano allenati i portieri con Ferrero, detto “il Sergente di ferro”, nella Fiorentina. Fui io poi a chiedergli di farci fare un allenamento più specifico per i portieri, come ad esempio, provando nelle uscite, e puntando ancora di più sulla potenza fisica. E così decise di dare questo compito al suo vice, Mister Meregalli. Quindi, in conclusione, noi portieri facemmo una preparazione ancora più dura degli altri, visto che oltre al programma comune, facemmo anche quello specifico dei portieri”.

Anche in quella stagione lei partì come titolare, poi ad un certo punto un problema fisico le impedì di scendere in campo per diversi mesi. Cosa accadde?

“In quei tempi c’era l’usanza che i giocatori non vivessero in albergo come accade ora, ma “ospiti” presso delle famiglie di fiducia della Società. Destino volle che un componente di quella famiglia che ospitava me e Geromel, si ammalò di epatite, contagiando così anche me. Era l’inizio di Novembre, e mi ricoverarono immediatamente all’ospedale di Firenze prima, e dal Professore Aiuti, famoso immunologo, a Roma successivamente. Tornai in squadra dopo più di 5 lunghi mesi, nella trasferta di Palermo (23-04-1972: 0-0), in tempo comunque per conquistare sul campo l’agognata serie A”.

Rientrò in tempo, appunto, per poter assaporare la grande gioia della promozione in serie A. Che ricordi ha di quella impresa storica per l’intera città?  

“Ho fisso nella mia mente soprattutto il ricordo dell’ultima giornata di campionato al Liberati contro il Novara (18-06-1972: 3-1), fin dalla partenza dalla sede del ritiro pre-partita, ad Acquasparta, scortati dalla Polizia. Arrivati in città però, la “scorta” era diventata di una folla festante vestita di rosso e verde. Tutta la città era colorata con quei colori tanto amati: le case, i viali, lo stadio. Mi risulta che in città addirittura, non si trovasse più la stoffa di quei colori, al punto che ci fu chi, per poter realizzare delle bandiere, andò a comprarla in città vicine.

Al momento del nostro primo goal mi girai istintivamente verso il pubblico e rimasi quasi inebetito nel notare che non si vedevano più le persone, ma solo bandiere rossoverdi: indimenticabile!!! Nel secondo tempo Mister Viciani mi sostituì con Geromel, il quale aveva subito un serio incidente nella partita contro il Genoa al Liberati (12-03-1972: 1-1). Credo sia stato un bel gesto da parte del Mister, farci entrambi partecipi della vittoria finale, dopo i rispettivi infortuni”.

Dica la verità: all’inizio della stagione sarebbe stato disposto a scommetterci anche solo una piccola cifra?

“All’inizio sicuramente no. Poi però, con il passare delle giornate, con i risultati che arrivavano, abbiamo cominciato a crederci un po’ tutti. E tutto questo nonostante gli infortuni del sottoscritto e del mio collega di ruolo, Geromel, con il conseguente esordio del giovane De Luca. A dimostrazione che la vittoria fu di tutti, anche di chi non era sempre titolare”.

Ma nell’estate successiva lei non viene riconfermato e così sfuma la possibilità di esordire nella massima serie. Come la prese?

“Io ero di “proprietà” della Fiorentina, e fu una scelta della dirigenza viola a farmi rientrare, nonostante che Mister Viciani volesse la mia riconferma in rossoverde. Io sarei stato felicissimo di rimanere alla Ternana, ma andando alla Fiorentina avrei dovuto fare il secondo al titolare Superchi.

La delusione arrivò a Novembre quando, nel “mercato di riparazione”, la Società viola decise di mandarmi ad Ascoli, in serie B”.

Nei suoi due anni con la maglia delle Fere, quale fu l’attaccante avversario che può essere considerato la sua “bestia nera”?

“Ovviamente potrei fare diversi nomi, ma mi limito a fare quelli di Graziani dell’Arezzo e Troja del Palermo. Giocatori di fama, e sempre pericolosissimi”.

Dei suoi ex-compagni, con chi legò maggiormente? E con chi, se ci fu, ebbe maggiori problemi? E perché?

“Problemi non ne ebbi con nessuno, anche perché ho sempre avuto un carattere sempre disponibile allo scherzo e alla battuta goliardica, come da tradizione toscana. Invece per quanto riguarda i legami di amicizia, sicuramente con Geromel, con il quale, come detto, vivevo nella stessa famiglia e ci frequentavamo costantemente anche al di fuori del calcio andando insieme, ad esempio, al cinema o al ristorante”.

Cosa ha rappresentato per la sua vita il calcio?

“Sicuramente molto, visto che mi ha dato da vivere e all’epoca anche la notorietà. Con il calcio poi, mi sono tolto tante soddisfazioni, specialmente quelle vissute alla Ternana”.

In quegli anni l’ambiente rossoverde era molto passionale e c’è chi sostiene che i risultati in parte arrivavano anche per questo. Secondo lei corrisponde a verità questa teoria?

“Assolutamente sì! Sentivamo il grande amore dei tifosi nei nostri confronti, seguendoci numerosi allo stadio ma anche durante gli allenamenti”.

E’ rimasto un tifoso della Ternana, magari anche solo andando a vedere con emozione, il sabato sera, il risultato delle Fere?

“Certo che si! Vivendo lontano da Terni, il sabato vedo comunque, sempre, la partita delle Fere in tv.

Ricordo sempre con immenso piacere Terni ed i ternani, i quali approfitto per salutarli, augurando loro di rivederli presto nel festeggiare una promozione in una Piazza Tacito finalmente ritornata come un tempo, e con la Fontana restaurata”.

 

La carriera di Migliorini in rossoverde:

1970-71 (Serie B): Presenze in campionato: 35, Goal subiti: 27                                                                                   Presenze in Coppa Italia: 3, Goal subiti: 2

1971-72 (Serie B):Presenze in campionato: 16, Goal subiti: 9                                                                                    Presenze in Coppa Italia: 4, Goal subiti: 4

La carriera di Massimo Migliorini:

1963-66: Giovanili Fiorentina                                          

1966-67: Fiorentina   (serie A)              presenze: 0

1967-68: Cecina       (serie D)                presenze: 28

1968-70: Sambenedettese   (serie C)     presenze: 45

1970-72: Ternana      (serie B)               presenze: 51

1972-73: Ascoli         (serie B)              presenze: 22

1973-74: Taranto       (serie B)              presenze: 28

1974-75: Sambenedettese  (serie B)      presenze: 28

1975-78: Campobasso    (serie C)         presenze: 97

1979-80: Montevarchi    (serie C1)       presenze: 23

 

                                                                       Marco Barcarotti

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