Russo e quell’indimenticabile promozione in A
“Non sentivamo la fatica ma solo il divertimento di giocare aiutati da un calore dei tifosi”
Probabilmente se si chiedesse ad un tifoso rossoverde di 30 anni quale è stato il periodo più esaltante che ricorda della Ternana, risponderebbe quello della promozione in B del 1998 e gli anni successivi della gestione Agarini, con i successivi otto anni di campionato di serie B. Se la stessa domanda si facesse ad un tifoso di circa 40 anni, probabilmente invece ci sentiremmo rispondere che la Ternana dello spareggio di Cesena, quella di Mister Tobia, è quella che gli ha dato le emozioni maggiori. E se quella domanda la rivolgessimo ad un tifoso che ha 50 anni o più? Sicuramente ci sentiremmo rispondere che la formazione rossoverde che lo ha maggiormente esaltato è stata quella della prima, storica promozione in serie A del 1972. Era quella la Ternana del “Maestro” Mister Viciani, quella che portò per la prima volta il nome di Terni alla ribalta della cronaca nazionale. Quella che fece scendere una città intera a festeggiare nelle sue vie colorate di rosso e verde. Il 18-06-1972 rimarrà per sempre una data storica non solo per i tifosi ma per una città intera. In quella squadra giocava anche un centrocampista che rappresentò un punto fermo di quella formazione: Mario Russo. Russo nasce a Lecce il 20 gennaio 1948, e cresce calcisticamente nelle giovanili del Lecce, nel ruolo di centrocampista. Esordisce in serie A con la maglia del L.R. Vicenza nella stagione 1967-68, ma è una apparizione fugace, caratterizzata da un’unica presenza. Poi andrà a farsi nuovamente le ossa in serie C, nella formazione campana dell’Internapoli.
Arriva in casacca rossoverde nell’estate del 1970, e rimarrà alla Ternana per tre stagioni, conquistando la massima serie nella stagione 1971-72. Massima serie che, questa volta, lo vedrà protagonista indiscusso con le sue 29 presenze.
L’anno successivo si trasferirà al Catanzaro, in serie B, e la carriera proseguirà poi in altre piazze della stessa categoria, per poi concludersi in serie C all’età di 32 anni. Appese le scarpe al classico chiodo Russo comincerà una lunga carriera di allenatore, che lo porterà a prendersi molte soddisfazioni professionali, vincendo diversi campionati, in piazze diverse. Da qualche anno è passato nel ruolo di Direttore Sportivo, ed attualmente ricopre il ruolo di Direttore Tecnico nella Società del Monopoli, dove ha conquistato una promozione in serie C. Oggi vive nella sua città natale Lecce, la splendida città ricca di arte e cultura.
Signor Russo, cominciamo dall’inizio; come è stato il suo esordio nel mondo del calcio, sulla strada, all’oratorio o nei campetti di periferia?
"In quegli anni era facile poter giocare in mezzo alle strade, e lì ho cominciato. Poi successivamente ho iniziato a frequentare l’oratorio. Queste sono state le mie prime tappe nel mondo del calcio".
Quando invece diventa una “cosa seria” e comincia a pensare che il calcio può diventare la sua professione?
"Ho cominciato a pensare che sarei potuto diventare un calciatore professionista quando a 16 anni e mezzo ho esordito in serie C con il Lecce. Ma dopo essermi diplomato a scuola, e dopo aver vinto il campionato Europeo Under 18, allora lì ho cominciato a crederci veramente".
L’arrivo alla Ternana fu una sua scelta o delle Società?
"Nella stagione 1969-70 avevo militato nella società campana dell’Internapoli, e nell’estate del 1970, insieme a Wilson, Chinaglia e Valle, fui acquistato dalla Lazio. Poi però la dirigenza laziale decise di cedere me e Valle alla Ternana".
Arrivò a Terni dove in panchina era arrivato Mister Vinicio. Lo conosceva già? Che rapporto aveva con lui?
"Avevo avuto Vinicio come compagno di squadra nel L.R. Vicenza nella stagione 1967-‘68. Lui era alla fine della sua carriera da giocatore mentre io ero agli inizi. Nella stagione successiva cominciò la carriera da allenatore nell’Internapoli, e fu lui a volermi portare alla società campana.
Con lui ho sempre avuto un rapporto splendido, di stima e di vera amicizia, al punto che è stato anche mio testimone di nozze, nella Basilica di San Francesco ad Assisi, durante il periodo ternano".
Il primo anno in rossoverde si tolse la soddisfazione di giocare quasi tutte le partite. Che ricordi ha di quel campionato?
"Arrivai alla Ternana nell’estate del 1970 con la consapevolezza che per me quella sarebbe stata la stagione decisiva per la mia carriera da calciatore professionista. Oltre tutto io andavo a sostituire Franco Liguori che era il beniamino della tifoseria rossoverde, quindi ci misi tutto il mio impegno per non farlo rimpiangere e per riuscire a farmi apprezzare".
L’anno successivo anche con Mister Viciani lei è titolare fisso della formazione che vincerà il campionato. E’ vero che “Il Maestro” vi sottoponeva ad allenamenti durissimi, specie durante la preparazione?
"Quello fu un campionato esaltante, sia per me che per i miei compagni di squadra. Si, gli allenamenti con il Mister erano veramente moto duri, specialmente durante la preparazione estiva quando bisognava fare un lavoro di fondo, e le ripetute sui mille metri erano veramente massacranti!".
In quella stagione lei realizzò quattro goal. Non male come centrocampista. Che ne pensa di quel risultato personale?
"Io realizzai quei goal soprattutto perché cambiò il mio modo di giocare rispetto a quello che era stato fino all’anno precedente, diventando più offensivo, cercando molto di più l’ultimo passaggio. Ma soprattutto, credo, perché presi maggiormente coscienza delle mie capacità, grazie all’aiuto dei miei compagni, del Mister e del pubblico, oltre all’esperienza delle stagioni precedenti con allenatori del calibro di Seghedoni e Vinicio che mi avevano permesso di maturare tecnicamente".
Che ricordi ha invece di quella impresa storica per l’intera città?
"Una stagione indimenticabile, caratterizzata da un gioco spettacolare del quale se ne parla ancora oggi! Eravamo dei giocatori che avevano delle caratteristiche perfette per realizzare quel tipo di gioco, e non sentivamo la fatica, ma solo la gioia ed il divertimento di giocare quel calcio, anche aiutati da un calore e da una partecipazione dei tifosi indimenticabile. Nel proseguo della mia carriera raramente mi è capitato di vivere situazioni simili.
Personalmente fu un anno indimenticabile anche per la nascita a Terni del mio primogenito".
Nella stagione successiva, quella di serie A, ancora una volta lei è praticamente un titolare fisso, mancando in pratica una sola volta. Anche in questo caso, che annata fu dal suo punto di vista personale?
"Io giocai quasi tutte le partite ma la squadra pagò, soprattutto nel girone di ritorno, lo scotto di una rosa non eccessivamente adeguata a quel campionato. Io credo che mancassero almeno tre elementi di esperienza della categoria, un difensore, un centrocampista ed un attaccante, bravo, che potesse mettere a frutto tutto quel lavoro che ancora noi centrocampisti riuscivamo a fare".
Secondo lei, quali furono i motivi che causarono l’immediata retrocessione?
"Come ho già detto, noi ci trovammo ad essere incompleti contro squadre che oltre all’esperienza potevano vantare invece completezza".
Al termine di quella stagione lei si trasferirà al Catanzaro. Questa volta decisione di chi?
"Fu una decisione del nuovo allenatore, Riccomini, d’accordo con la Società, la quale, con la mia cessione, incassò una bella cifra che venne poi usata per ricominciare a creare una buona formazione per la stagione successiva".
Dei suoi ex-compagni, con chi legò maggiormente, diventando magari anche amico fuori dal campo? Invece ci fu con chi non riuscì proprio a legare? E perché?
"Io ho un carattere tale che mi porta ad andare d’accordo facilmente con tutti, e quindi posso dire che non c’è stato nessuno con cui ho avuto un cattivo rapporto. In quella Ternana avevo un rapporto più stretto, di vera amicizia, frequentandoci anche fuori dal campo, con Ermenegildo Valle, con il quale avevo giocato insieme per due stagioni nell’Internapoli".
Chi è stato l’avversario più forte con cui ha avuto a che fare nella sua carriera in rossoverde?
"A questa domanda come si potrebbe rispondere senza nominare i più forti giocatori incontrati nella stagione della serie A, come Benetti, Rivera, Mazzola, ecc.?".
Se avesse la possibilità di poter rivivere un momento della sua carriera in rossoverde, quale vorrebbe rivivere?
"Senza ombra di dubbio l’ultima partita del campionato di serie B vinto, contro il Novara. Come si potrebbe dimenticare la gioia per la vittoria finale, l’euforia dei tifosi e dei compagni, con i tuffi nelle fontane della città e tutte le altre scene di festa vissute in quei giorni?".
Lei ha avuto modo di tornare molte volte al Liberati da avversario, sia da calciatore che da allenatore. Che accoglienza ha ricevuto da parte della tifoseria rossoverde?
"Ogni volta che sono tornato a Terni da avversario ho sempre ricevuto una buona accoglienza, ricevendo sempre il rispetto che anche io ho sempre avuto nei confronti dei tifosi rossoverdi e dell’intero ambiente".
Il campionato 1991-92 fu caratterizzato da un testa a testa tra la Ternana di Clagluna e la sua Fidelis Andria, con promozione di entrambe le squadre. Ricorda quella stagione?
"Quel campionato fu caratterizzato da una corsa a tre fra la Ternana, il Perugia e noi dell’Andria. Per me, quella stagione, fu una tappa molto importante per la carriera di allenatore, caratterizzata dalla squadra rossoverde che correva come una lepre in classifica, e noi e il Perugia a cercare di inseguirla. Culminò, come tutti sappiamo, con la promozione di Ternana ed Andria, a spese del Perugia che si piazzò terzo. Ovviamente fui felicissimo di festeggiare insieme agli amici ternani!".
Ai suoi tempi esistevano le diete particolari per i calciatori?
"In quei tempi le diete non erano precise e scientifiche come sono ora, però chi ci teneva a fare una bella figura in campo, da vero atleta, sapeva benissimo come doveva alimentarsi".
E’ più difficile il ruolo di calciatore o quello di allenatore? E perché?
"Non c’è assolutamente paragone! Il calciatore è spensierato, entra in campo, gioca e poi torna a casa e può rilassarsi con la sua famiglia, invece un allenatore deve essere in tensione 24 ore su 24. Oggi poi ad un allenatore gli si chiedono maggiori competenze. Inoltre nel mondo del calcio sono subentrate molte figure che un tempo non esistevano e che spesso sono di intralcio per un allenatore.
Ed infine c’è anche da dire che è sempre più difficile per un allenatore riuscire a costruire la sua squadra con i calciatori scelti da lui, e questo sia a causa dei procuratori che magari fanno scelte diverse e mandano il proprio assistito in un’altra società, sia per le società, che molto spesso non hanno le possibilità economiche di prendere i giocatori richiesti dall’allenatore stesso".
La carriera di Russo in rossoverde:
1970-71 (Serie B):Presenze in campionato: 37, Goal: 2 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal: 0
1971-72 (Serie B):Presenze in campionato: 36, Goal: 4 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal: 0
1972-73 (Serie A):Presenze in campionato: 29, Goal: 0 Presenze in Coppa Italia: 4, Goal: 0
La carriera di Mario Russo:
Da calciatore:
1964-66: Lecce (serie C) presenze: 25, goal: 4
1966-67: Roma (serie A) presenze: 0, goal: 0
1967-’68: L.R.Vicenza (serie A) presenze: 1, goal: 0
1968-70: Internapoli (serie C) presenze: 67, goal: 1
1970-73: Ternana (serie B-A) presenze: 102, goal: 6
1973-74: Catanzaro (serie B) presenze: 31, goal: 1
1974-76: Atalanta (serie B) presenze: 66, goal: 3
1976-77: Rimini (serie B) presenze: 29, goal: 1
1977-79: Lecce (serie B) presenze: 36, goal: 1
1979-80: Squinzano (serie C2) presenze: 32, goal: 1
Da allenatore:
1979-80: Squinzano (serie C2)
1980-82: Nardò (Promoz. Regionale-Serie D)
1982-83: Martina (serie C2)
1983-85: Monopoli (serie C2-C1)
1985-86: Arezzo (serie B) 1986-87: Salernitana (serie C1)
1987-88: Campobasso (serie C1)
1988-’90: Casarano (serie C1)
1990-91: Casertana (serie C1)
1991-93: Fidelis Andria (serie C1-B)
1993-95: Barletta (serie C1)
1995-96: Catania (serie C2)
1996-97: Rimini (serie C2)
1997-98: Tricase (serie C2)
1998-99: Crotone (serie C1)
1999-00: Avellino (serie C1)
2000-01: Campobasso (serie C2)
2001-02: Cavese (serie C2)
2002-03: Palmese (serie C2)
2003-04: Cosenza (serie D)
Marco Barcarotti
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