Scusate “SIGNORE FERE” … ci concedete di chiamarvi solo “FERE” e darvi del TU?

Il giorno sette ottobre, su questa stessa pagina, venne pubblicato un articolo a mia firma che traduceva in italiano la storpiatura dialettale di una parola tanto amata dai tifosi Ternani … FERA!

Chi fino ad allora, non essendo nativo di questa terra, forse non troppo elegante ma certamente schietta e verace, non aveva compreso l’esatto significato attribuito alla medesima dai tifosi rossoverdi era stato erudito.

Tutti, me compreso, dopo le due prestazioni fornite dai “ragazzi” contro la Virtus Lanciano ed il Novara, avevano creduto che la traduzione era stata finalmente compresa e recepita ma poi, sabato scorso, l’atroce dubbio è tornato di nuovo ad offuscare quella certezza che sembrava ormai conclamata.

Non sto parlando di tecnica o di tattica, né di formazione o di schemi!

Parlo di approccio alla gara e di volontà di dimostrare, di grinta sull’avversario e di determinazione su ogni pallone, di amor proprio e voglia di riscatto personale, di quel credo da guerriero che ti spinge ad importi, di quella fame di vittorie che ti raddoppia le forze, di quella mentalità vincente che ti accompagna fino al triplice fischio.

In gergo ternano … di quel rispetto alla maglia indossata che deve fare tanto FERA!

La compagine rossoverde è stata costruita con professionisti all’altezza della categoria, e con alcuni elementi che non sfigurerebbero neanche in Serie A, ma questo non basta se non si entra in campo con “quelle” caratteristiche.

Chi si sente più bravo e forte, pensando che l’avversario prima o poi dovrà arrendersi alla sua presunta supremazia, è destinato a soccombere e perdersi nell’anonimato di una classifica insulsa ma … con l’obbligo di guardarsi le spalle!

Ci sono esempi eclatanti anche quest’anno in tutte le categorie del calcio nostrano, che dimostrano come con “quelle” caratteristiche si può arrivare in alto, tanto in alto!

Il pronostico per la Roma in Serie A era ottimistico pensando al raggiungimento della zona Europa League, la Virtus Lanciano in Serie B doveva al massimo raggiungere la salvezza senza giocarsela ai play out, e nella Lega Pro sia la V. Entella nel Girone A, che il Pontedera nel Girone B, avrebbero dovuto avere vita impossibile al cospetto di squadre non solo più blasonate, ma molto più attrezzate per il salto di categoria!

Ebbene, tutte e quattro guardano dall’alto del primo posto in classifica le “Belle Signore” dal nome nobile!

Forse non sarà quella per tutte la posizione occupata alla fine del torneo, ma oggi è così, e la presunta anomalia è invece di semplicissima lettura.

I loro interpreti giocano con quell’adrenalina propria di chi crede in se stesso e nel gruppo di cui sono parte integrante, e con la volontà di raggiungere l’obbiettivo a tutti i costi … anche lasciando i muscoli ed i polmoni in mezzo al prato alla fine di ogni partita!

È questo che i tifosi delle FERE chiedono a chi rappresenta i propri colori in mezzo al campo.

Vorrebbero solo vedere chi ha liberamente scelto di indossare la maglia della loro città lottare su ogni pallone per farlo proprio, con “le buone” e qualche volta anche con “le cattive” maniere, perché il fine giustifica anche il mezzo meno nobile della prestazione!

Anche un “fallo tattico” in più, dove non arriva la giocata pulita, può regalarti la vittoria!

E allora scusate, “SIGNORE FERE” … da venerdì ci concedete di chiamarvi solo “FERE” e darvi del TU?