A sconfitta acquisita ci pensi su e ti rendi conto che pronosticare una giornata nera non sarebbe stato poi così difficile. D’altronde la battuta d’arresto contro il Vicenza è stata da manuale. Quando mai la Ternana ha risposto presente alle chiamate per il salto di qualità? Quando mai la Ternana ha saputo sfruttare a pieno un doppio turno casalingo, per di più in un periodo abbastanza felice? Gli amanti delle statistiche scoverebbero sicuramente materiale – forse neppure troppo remoto – per smentire una convinzione tanto diffusa quanto veritiera. Appunto: l’eccezione che conferma la regola. A sconfitta acquisita ci pensi su e ti rendi conto che pronosticare una giornata nera non sarebbe stato poi così difficile, però ci credi fino al fischio d’inizio e anche oltre. Ci credi perché la Ternana, rigenerata dopo la sosta natalizia, veniva da due vittorie consecutive e sembrava poter cominciare a ingranare anche al Liberati. Quand’è così non c’è statistica che tenga, ci credi e basta. Nei primi venti minuti le fere hanno lasciato ben sperare, avvicinandosi più volte alla porta difesa da Vigorito. Il vantaggio del Vicenza è arrivato come una doccia fredda in una fase della partita che sembrava sorriderci. Ha cambiato lo scenario perché la Ternana da quel momento in poi non è parsa più la stessa. Non che prima avesse creato dieci palle gol limpide, ma è innegabile che il Vicenza mostrava qualche difficoltà nel contenere i lampi rossoverdi. Lampi poi spariti, dicevamo. In compenso difesa ancora in bambola e reazione che è stata una non reazione. Prima dell’intervallo c’ha provato solo il bulgaro in rovesciata. Secondo tempo peggio che mai, ci confermiamo una squadra che soffre quando è costretta a inventarsi qualcosa per scardinare avversarie arroccate e brave a ripartire. Senza Avenatti sembra proprio che non sappiamo né vincere né come vincere. Lanci prevedibili e manovra noiosa, per non dire intermittente e senza idee. O peggio ancora rara, frammentata da errori più o meno vistosi che aprono la strada ad un’amministrazione altrui agevole o quasi. E ad altre ripartenze pericolose o fatali. Sullo 0-2 è venuta meno anche la convinzione: una resa troppo brutta e precoce per essere vera. La Ternana senza Avenatti sembra un’altra squadra e se qualcuno l’avesse previsto un anno fa gli avrebbero riso dietro in molti. Tuttavia spiegare la sconfitta con l’assenza dell’uruguaiano è riduttivo, forse è proprio questione di indole: fare la partita per noi è complicato. O forse ancora è questione di serie B, una categoria in salita per definizione, tosta, lunga ma corta di classifica, equilibrata fino all’ultimo respiro. Nessuno ha certezze. Il comandante Tesser, però, saprà trovare spiegazioni e soluzioni a questo brutto sabato, fermo restando che il suo lavoro resta tuttora straordinario. Chissà se qualcuno gli darà una mano, mettendo qualche pezza a una rosa operaia che stringe i denti ma fatica a coprire i turni. Finché c’è mercato c’è speranza.
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