A Cittadella un pareggio fortunato? Non proprio…
Permetteteci, qualche volta, di non essere d’accordo con l’analisi di Lucarelli. La Ternana ha meritato il pareggio di Cittadella. Anzi: addirittura avrebbe potuto anche vincere la partita se solo fosse stata davvero più fortunata.
Questo non significa che il Cittadella non abbia messo in difficoltà la Ternana, anzi… fino all’inizio del secondo tempo la Ternana era stata in enorme difficoltà: soprattutto perché ogni volta che gli avversari provavano a venire in avanti trovavano spazi e arrivavano al tiro con facilità. Due traverse, un paio di parate di Iannarilli, ma soprattutto la incapacità di partire e far male a propria volta.
Nel secondo tempo la situazione si è “normalizzata”. Certamente il Cittadella ha voluto in qualche modo conservare il proprio vantaggio. Contemporaneamente la Ternana ha messo in campo qualcosa in più.
Nel secondo tempo ci ha provato Falletti (debolmente), ma soprattutto è stato Dionisi quello che ha cercato di creare più pericoli possibili alla difesa veneta. Due conclusioni, una delle quali certamente pericolosa. E la giocata in area di rigore sul quale la Ternana ha protestato per la mancata concessione di calcio di rigore. E poi il tiro di Raimondo, l’unico della partita, a un centimetro dal palo di Kastrati.
Insomma: è vero che la squadra ha sofferto, è vero che forse le occasioni più nitide sono state ad appannaggio dei padroni di casa. Ma il finale della Ternana, sull’onda emotiva, sulla pancia, sulla voglia di non uscire sconfitti, avevano comunque spostato l’ago della bilancia.
E visto che le ultime due occasioni citate sono arrivate dopo il gol di Sorensen, il rammarico potrebbe essere addirittura quello di non aver portato a casa (in quel caso certamente in maniera “delittuosa”) i tre punti.
Insomma: la striscia aperta della Ternana non è solo questione di fortuna o di episodi. Ma anche di volontà. E questo carattere non può che essere di buon auspicio