Bandecchi a Radio Cusano “Derby contro grande squadra”

Bandecchi a Radio Cusano “Derby contro grande squadra”

Stefano Bandecchi, patron dell'UniCusano Ternana, è intervenuto ai microfoni della trasmissione "Sport Academy" su Radio Cusano Campus.

Si avvicina il derby, che sensazioni ha in questo momento?

"E' una partita sicuramente difficile, contro una grande squadra, che negli ultimi anni ha vinto spesso quindi la statistica sarebbe dalla loro parte".

Il mondo del calcio italiano è in subbuglio, che ne pensa?

"Il mondo del calcio italiano non è in subbuglio in questo momento, è in subbuglio ormai da molti anni, in base alle scelte che da molti anni sono state fatte e che alla fine dovevano dare un risultato: o risultare giuste o risultare sbagliate. Ad oggi, alla luce degli ultimi avvenimenti, è chiaro che sono risultate sbagliate. Ma sono le scelte dell'ultimo ventennio, non degli ultimi venti minuti".

Da imprenditore, se dovesse immaginare un percorso che dovrebbe prendere il mondo del calcio quale immaginerebbe?

"Dal punto di vista economico ci sono molte cose da rivedere, perchè troppe squadre ormai falliscono, troppe squadre sono messe malissimo tra i dilettanti ma anche tra i professionisti. Questo è totalmente controproducente sul termine impresa. Il calcio rende a qualcuno e invece per qualcun altro è un incubo. Le ultime storie, anche in Serie B, dimostrano che ci sono squadre che sono messe malissimo, anche con debiti milionari ed è incomprensibile come un'impresa possa accumulare solo debiti.

   

Per quanto riguarda la questione calcistica?

 Credo ci sia un fattore di atteggiamento e di umore nei confronti di quella maglia azzurra che per molti anni è stata una cosa bellissima da raggiungere per molti ragazzi e molti giovani e che invece da alcuni anni a questa parte ha perso questo grande prestigio. Andare in nazionale non è più come 20-30 anni fa, quando quella maglia era una cosa fantastica, oggi sembra sia diventata quasi una rottura di scatole, per le società e per molti calciatori. E poi, c'è l'ultimo dettaglio: i calciatori italiani, che sono stati messi in secondo piano da un calcio professionistico ma anche dilettantistico forse di livello diverso perchè nelle nostre squadre ci sono troppi stranieri a mio avviso. Noi non respiriamo più quell'aria di eccellenza che c'era quando nelle squadre italiane c'erano 2-3 calciatori stranieri. I primi calciatori stranieri arrivati in Italia hanno portato una qualità sublime ed eccellente perchè arrivavano nel campionato italiano quando l'Italia era una squadra forte, una nazione calcisticamente avanti. Arrivavano a giocare in Italia i calciatori di grandissimo livello e i nostri calciatori si confrontavano con il massimo spessore. Quei 2-3 calciatori stranieri erano un valore aggiunto. Ad un certo punto si è esagerato, questo valore aggiunto si è perso, perchè le squadre sono diventate in alcune casi di 11-15 calciatori stranieri nella rosa e gli italiani non hanno trovato più posto. Il punto chiave è: questi calciatori stranieri giocano tutti meglio degli italiani? Lo sanno tutti nel mondo del calcio che non è così. Molti stranieri arrivano da noi semplicemente attraverso una serie di situazioni magiche, soltanto per un fattore economico. La verità è che nel calcio si guadagnano dei soldi facendo venire dall'estero calciatori che non costano nulla ma che attraverso dei giri portano denaro. Se vogliamo ripensare alla nazionale italiana, dobbiamo ripensarla guardando ai campionati di calcio di A, di B e di C. A mio avviso è giusto avere degli stranieri in campo, ma in Serie A ne metterei massimo 3, in Serie B massimo 2 e dalla Serie C in poi non ne metterei neanche uno. Questo è il mio modestissimo punto di vista, poi ognuno fa quello che meglio crede. Ad oggi, le scelte fatte negli ultimi 20-30 anni ci stanno punendo brutalmente. La nostra nazionale è sparita. Sono 11 anni che la nostra nazionale boccheggia, cammina, ciondola".

 L'UniCusano Ternana ha un solo straniero: Valjent, nazionale slovacco cresciuto a Terni.

"Questo è un esempio che rispecchia ciò che dicevo prima. Ho tenuto Valjent perchè è un nazionale, quindi è un eccellenza del calcio europeo. E' una persona con cui i ragazzi che giocano nelle giovanili dell'UniCusano Ternana possono confrontarsi e prendere come esempio. Noi l'abbiamo tenuto perchè, oltre ad essere bravo, era da tanto tempo a Terni e non è che siamo qui a dire che se uno non è italiano non può giocare. Certamente, quando io faccio scegliere un calciatore prediligo cercare fra gli italiani perchè ho il desiderio di poter rilanciare il calcio italiano, pur capendo che è difficile farlo da solo, anche perchè ci sono certi ruoli in cui gli italiani sono assenti mentre tra gli stranieri si può scegliere in una rosa enorme".

In questo momento ha pagato Tavecchio, che ne pensa?

"Credo che Tavecchio abbia sbagliato a dare le dimissioni, io ho stima per lui. Credo che Tavecchio abbia fatto parecchie cose positive nel mondo del calcio. Dare tutte le colpe a lui per quello che è successo mi fa sorridere perchè a mio avviso gli errori arrivano dall'ultimo ventennio. Trovo anche che sia abbastanza ridicolo, davanti ad una sconfitta seppur cocente, pensare che cambiare tutto sia la soluzione positiva. E' una malattia molto italiana, che spesso vedo anche nelle imprese, ma non mi sembra che poi il successo abbia inondato questa nazione, sia a livello imprenditoriale che per il resto. Mi dispiace quindi che Tavecchio si sia dimesso e mi dispiace anche che tutti quelli che stavano sul  carro di Tavecchio e lo trattavano come un principe azzurro, adesso si stiano sforzando di trattarlo male il più possibile, questa cosa mi fa estremamente ridere perchè mi ricorda come siamo fatti. Qualcuno giudicherà scomoda questa mia posizione, ma io sono abituato a stare seduto su poltrone scomode"