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Bandecchi: “Ci stiamo preparando per la finale. Playoff? Rischiamo di non vedere qualcuno”

Stefano Bandecchi è intervenuto nel corso della trasmissione Stadio Aperto, in onda su TMW Radio, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Alla fine è andata come tutti si aspettavano, in tempi di Covid questa è la soluzione, in altri momenti non lo sarebbe stata perché ci sono gironi in cui mancano tredici partite. Dato che dobbiamo sbrigarci, è grasso che cola e va bene così".

Ora avrete da giocare la finale di coppa con la Juve U23.

"Ci avviciniamo, siamo già al sesto giro di tamponi e la squadra ha iniziato gli allenamenti collettivi da metà della scorsa settimana e ci stiamo preparando a fare la nostra parte. Andremo in campo e giocheremo, sperando che nessuno abbia problemi perché abbiamo visto che fermarsi e riprendere dopo tre mesi non è facile, così come giocare col caldo. La formula poi è cambiata, noi eravamo più predisposti ad una sfida andata e ritorno, la Juventus è un po' avvantaggiata dallo scontro secco, ma tant'è: speriamo sia un giorno fortunato per noi".

Com'è la questione dello stadio e di andare a Perugia?

"Tre anni fa abbiamo fatto una convenzione, sui risultati che notavamo. Di bollette si spendevano 23mila euro solo per l'acqua, abbiamo cambiato le valutazioni in campo, e sono diventati 200mila. Se il calcio è importante sul sociale, bisogna fare certe riflessioni: con quell'acqua mica ci annaffio il mio giardino. Fatemela pagare ad un prezzo giusto. Sullo stadio è un altro discorso, siamo andati incontro al comune per poter fare uno stadio a Terni. Dicono però che non ci si possono creare attività a scopo di lucro insieme, ma avete mai visto uno stadio fruttare soldi da solo? Se troviamo l'accordo bene, sennò evidentemente continueremo ad innaffiare lo stadio e lo trasformiamo in un pozzo".

Qual è la rivale più temibile per salire?

"Ne potrei dire ventisette (ride, ndr). Ora pensiamo alla Juventus, sia per il nome che perché è la prima partita che ci attende. Sappiamo che i playoff sono un altro campionato: possono venire fuori cose meravigliose come sconcertanti. Io ho già detto a tutti che il vero campionato sarà il prossimo, oggi giochiamo per l'importanza dell'aspetto sociale e far distrarre gli italiani con il calcio. Ce la giocheremo partita dopo partita".

Crede che la Serie A pensi solamente a se stessa?

"La Serie A ormai è fuori da tutto, non partecipa nemmeno al fabbisogno reale degli altri campionati. Dovrebbero ricordarsi che se sono lì è grazie anche a tutti gli altri sotto. Se poi domattina il Governo cambia tutto e fa cristallizzare, allora, cambia tutto ma altrimenti ho sentito richieste assurde da parte della Lega A. Ma pure la C che voleva fare senza retrocessioni…".

Cosa pensa delle retrocessioni d'ufficio?

"Mi permetta di non rispondere, fortunatamente non sono in quella condizione triste. La cosa però è chiaro, o si cancella tutta la stagione congelando, ma le scelte sono state diverse, o se si promuove qualcuno bisogna farne retrocedere altre. Fossi oggi ultimo avrei rammarico, nelle partite che rimanevano avrei potuto cambiare la mia storia. Anche io finendo il campionato sarei potuto arrivare decimo o più avanti di dove eravamo, e starei rubando posto ad altri. O chi è arrivato secondo, tranne nel girone del Monza. Siamo in tempo di Covid…".

Da dove deve ripartire la Serie C?

"I costi sono stratosferici, la Federazione è in grado di dare da 150 a 500mila euro per chi è più bravo, e non si possono paragonare alle spese di milioni che si fanno. La C campa dell'elemosina dei presidenti, un semi-professionismo, o meglio il dilettantismo, porterebbe un enorme vantaggio, facendo risparmiare le società sugli stipendi dei calciatori. Chi incassa 100mila euro in un anno all'azienda ne costa 250mila. Bisogna vedere anche cosa succede adesso, so che qualche squadra ha già disdetto i contratti con i migliori calciatori, rischiamo di non vedere qualcuno ai playoff. Se le vediamo tutte e ventotto ok, altrimenti significa che c'è un problema e dobbiamo capire che il campionato è troppo costoso e ha visto sempre storie di fallimenti e tribunali ogni anno. Quest'attività porta via dai 4 ai 10 milioni, diciamo così, e sono soldi messi tutti dai presidenti, bisognerebbe cominciare a fargli un monumento. Pensate che l'anno prossimo tutti vorranno spendere questi soldi? Speriamo che il nuovo campionato porti qualcosa in più in palio, io non vedo una Serie C a più di ventidue squadre. Secondo me è questa la riforma da fare, non sono tra chi vuole smentire la Serie B, ma penso che si possa fare come negli altri paesi con prima e seconda lega di professionisti e terza di dilettanti. Speriamo che i miei ragazzi ce la mettano tutta e che possa rivelarsi una bella festa per noi alla fine".

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