Bojinov: “Non sono finito: Ternana ora, poi voglio la Serie A. Credete in me! Calcio italiano rovinato”
Valeri Bojinov, attaccante della Ternana, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica ai microfoni di Francesco Saverio Intorcia. Ecco il faccia a faccia integrale: "Io mi sento quasi italiano, ho passato metà della mia vita da voi, però sono contrario agli oriundi in nazionale. Con le regole attuali avrei potuto anch'io vestire l'azzurro, ma non trovo giusto togliere il posto agli italiani che lo meritano".
Bojinov, sabato c'è Bulgaria-Italia, praticamente un derby per lei. Conte farà debuttare Vazquez e Eder, ancora due oriundi. Lei non ha mai pensato di giocare per gli azzurri?
"No, ho sempre avuto come unico obiettivo, sin da piccolo, la maglia della Bulgaria. In Italia sono cresciuto e sono diventato Bojinov, ho conosciuto tutti gli angoli del vostro paese, le differenze regionali: il Salento e il Veneto, la Toscana e il Piemonte, l'Emilia, ora l'Umbria. In ogni terra un modo diverso di parlare, di vivere, di cucinare. Da ognuna ho rubato qualcosa. Nella nazionale bulgara ho avuto come compagni giocatori serbi e brasiliani, tutti grandi amici, sia chiaro. Però la mia idea resta questa: se ci sono giocatori italiani che meritano la Nazionale, perché non chiamare loro? Non penso che in Brasile o in Argentina convocherebbero un italiano o un bulgaro. Detto questo, nulla di personale. Uno come Vazquez resta un giocatore fortissimo, giovane e con colpi straordinari, che darà una grande mano all'Italia".
Lei e Conte parlate lo stesso dialetto: salentino.
"Un altro segno del destino. Petev mi ha fatto un regalo meraviglioso, riportandomi in nazionale proprio per questa partita, e spero di onorare la convocazione. Quando parlo con i miei amici, mi viene naturale dire " C'amu fare", " A ddu sta sciamu?", " A ddu sta bbai?" , è la mia lingua ormai, magari Conte lo saluterò così. Alla città di Lecce devo tantissimo, da ragazzino facevo il raccattapalle alle partite di A e le guardavo come al cinema: c'erano i campioni più grandi del mondo e giravano tanti soldi, erano gli anni in cui anche Roma e Lazio lottavano per lo scudetto. Altri tempi…".
Oggi la Serie A non ha lo stesso fascino?
"Il calcio italiano è cambiato, ha pagato più degli altri la crisi economica. C'è meno passione, più tensione. In questo siamo rimasti indietro. Se pareggi una partita, devi dare spiegazioni ai tifosi. Gli spalti sono vuoti, la gente ha perso entusiasmo. E adesso in B quando vado in trasferta vedo stadi che neanche in Bulgaria, senz'offesa. Al Manchester City in poche settimane ho visto rifare completamente i campi d'allenamento. Io in Italia vivo benissimo, intendiamoci, ma fa male vedere il pallone ridotto così. Nessuno ha la bacchetta magica, dobbiamo tutti fare la nostra parte, a cominciare da noi giocatori, per restituire gioia alla gente".
Bulgaria-Italia che partita sarà?
"L'Itala è fortissima, non molla mai. Con Conte gioca a memoria, è impossibile che non si qualifichi. Sono stato alla Juve con Buffon, Marchisio, Chiellini, conosco quasi tutti da avversari. Massimo rispetto, ma non partiamo battuti: darei qualsiasi cosa per far gol a Gigi. Nel girone i giochi in vetta sono fatti, difficile riprendere Italia o Croazia. Ma per il terzo posto, che ci manderebbe allo spareggio, ce la giochiamo con la Norvegia. Le gerarchie in Europa stanno cambiando, noi abbiamo pareggiato con Malta che a sua volta ha fatto soffrire l'Italia, non esistono le squadre scarse per definizione. In una gara singola può succedere di tutto e noi a Sofia proveremo a farci un regalo: confrontarci con gli azzurri ci dirà dove possiamo arrivare. Petev ha chiamato alcuni giovani, ma il nostro bacino resta poi quello. La differenza può farla la fame".
Lei ha avuto grandi chance sempre nel momento sbagliato: nella Fiorentina all'ombra di Toni, nella Juve in B, nel City con due gravi infortuni. Ha ancora qualcosa da dire?
"Non mi piango addosso, anche se, dopo un ginocchio e un tendine d'Achille ko, tornare come prima è difficile. Ora penso alla Ternana, mi sono ripreso la Bulgaria, il prossimo obiettivo è tornare in A: mi serve solo una possibilità, qualcuno che creda in me. Dicono che sono vecchio, che sono finito. Ho 29 anni, posso ancora risalire".