Arrivano aggiornamenti sulle vicende giudiziarie per il patron Edoardo Longarini. Ecco l'articolo di Repubblica: "Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ricorre in Cassazione contro l'indennizzo da 1,2 miliardi richiesto dall'ex presidente dell'Ancona Calcio e attuale proprietario della Ternana, il costruttore Edoardo Longarini. Il problema, rivela l'agenzia Adnkronos che cita il documento contenente il ricorso, è che se lo Stato dovesse effettivamente fare fronte a una simile richiesta sarebbero a rischio più o meno "quaranta mila posti di lavoro" e si verificherebbe una "paralisi dell'esecuzione di opere pubbliche di rilevante interesse strategico nazionale".
Nel dettaglio, l'Avvocatura di Stato ha deciso di ricorrere contro l'esecuzione della sentenza della Corte d'appello di Roma, depositata lo scorso luglio, e del lodo arbitrale nel procedimento promosso per la quantificazione dei danni "asseritamente subiti" da Edoardo Longarini, proprietario tra l'altro dell'ex Metro e dell'ex Onmi, che ha chiesto alle Infrastrutture un indennizzo di 1,2 miliardi di euro per gli appalti che l'imprenditore ha sempre rivendicato.
Ebbene, il Ministero retto da Maurizio Lupi, in questi giorni nell'occhio del ciclone dopo l'arresto del suo collaboratore Ercole Incalza, ha presentato un ricorso in Cassazione (l'udienza non è ancora stata fissata) contro la decisione della Corte d'appello di Roma a favore di Longarini "per la sospensione dell'efficacia esecutiva e dell'esecuzione della sentenza della Corte d'appello di Roma, nonché dei lodi arbitrali definitivo e non definitivo". In sostanza, il Ministero, prima di sborsare l'indennizzo miliardario, chiede alla Cassazione di stabilire se la richiesta di Longarini è "fondata".
Con il ricorso firmato dagli avvocati Stefano Varone e Alessandro De Stefano si lamenta che "dall'esecuzione del lodo e della menzionata sentenza deriva un danno grave e irreparabile per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto l'enorme importo della pronuncia di condanna, da valutare anche alla luce dell'attuale contingenza economica, caratterizzata dalladrastica riduzione delle disponibilità finanziarie di pertinenza del Ministero, rischierebbe di paralizzare l'esecuzione di opere pubbliche di rilevante interesse strategico nazionale, come rappresentato dal ministero, e determinerebbe la perdita di circa 40mila posti di lavoro".
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