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Catania-Ternana, le 5 lezioni che abbiamo imparato al Massimino

La Ternana interrompe la sua striscia positiva di quattro giornate in quel di Catania, crollando sotto i colpi di Maniero e Castro davanti ai ventimila del Massimino. Ecco ciò che abbiamo imparato dalla sfida di ieri:

1 – Il Catania è in un momento d'oro.

Contro le Fere è arrivata la quinta vittoria consecutiva che, dopo un campionato soffertissimo, ha consentito agli etnei di portarsi a quota 47 punti e proiettarsi nella lotta per l'aggancio alla postseason. Con 4 punti di differenza dalla quota 51 del Pescara, ultima squadra al momento in griglia playoff, il Catania sarà oggi osservatore speciale delle altre sfide, per capire se siano flebili o meno le speranze di rincorsa agli spareggi promozione: obiettivo minimo per una corazzata costruita, smantellata e ricostruita a gennaio per fare il Carpi del campionato.

2 – Questo Maniero noi non l'abbiamo conosciuto.

La versione ternana di Pippo Maniero, quella delle critiche relative alla forma fisica e del poco spazio trovato con Toscano, non ha nulla a che vedere con il giocatore che, da due anni, è il bomber più costante della seconda serie. Tra Pescara e Catania, ora, grazie alla magia di ieri che ha pugnalato la Ternana al cuore, Maniero è meritatamente (e momentaneamente, in attesa delle sfide odierne) solo al comando della classifica marcatori, con 18 realizzazioni in questa Serie B. Altro che bidone.

3 – Ancora una volta, i calci piazzati sono inutili per la Ternana.

Forse potrebbero incominciare ad essere addirittura deleteri per i rossoverdi. Anche ieri cinque angoli e diverse punizioni, di cui una, ghiottissima, dal limite, sullo 0-0. Nulla da fare. Le Fere, probabilmente, si avviano a concludere questo campionato con due record particolarissimi: nessun rigore realizzato e nessun gol sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Il trend non è mai cambiato nel corso delle 37 partite finora giocate in stagione: spesso, soprattutto da corner, non si riesce neanche a calibrare bene il traversone, con cross troppo bassi o fuori portata. A questo punto, forse, tutta l'attenzione che Tesser e il suo staff dedicano a queste situazioni in settimana non è altro che tempo perso. Inspiegabile.

4 – Le Fere nella ripresa dovevano osare di più.

Troppo poco, quanto fatto vedere dalla ciurma di Tesser nel secondo tempo del Massimino: vero che un gol come quello di Maniero, arrivato quando era già pronto il tè caldo negli spogliatoi, ti taglia letteralmente le gambe, ma questa squadra si deve salvare. E la strada verso la salvezza è brutta, sporca e pericolosa. Sterile l'attacco, troppo grossolani gli errori della difesa: inoltre, sottolinea Tesser nel postpartita, "ci si aspetta di più da chi subentra e oggi i ragazzi che sono entrati non hanno fatto valere le loro qualità". Peccato, anche se…

5 – I colpacci non sempre riescono.

Vero che la Ternana, nel primo tempo, aveva tenuto le redini della partita, grazie anche ad un Catania che, nonostante le grandi firme, continua a non essere esattamente il massimo in quanto a qualità di gioco espresso in questa Serie B: alla fine, però, la superiorità tecnica dei rossazzurri è emersa, nel modo più subdolo e doloroso possibile. Le Fere, come sottolineato nel post da Brignoli, hanno pagato dazio a causa della troppa ingenuità e mancanza di esperienza in quel finale di primo tempo, ma la rete di Maniero è un capolavoro bruciante (letteralmente, chiedere a Valjent) che non riesce a tutti. Vanno inoltre considerate anche altre variabili: il Catania lanciatissimo, uno stadio pieno, ma soprattutto le tante defezioni in casa rossoverde e una formazione rimaneggiatissima, quasi "improvvisata", che, merito delle intuizioni di Tesser, ha funzionato anche troppo bene. Se si considera l'insieme di tutti questi elementi, non è difficile capire perchè la Ternana abbia perso: fortunatamente, c'è subito l'occasione per riscattarsi contro un'altra squadra tosta contro il Frosinone. Niente drammi, dunque: ogni partita mette in palio gli stessi 3 punti.

 

Federico Trastulli

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