Cozzella: “Tutto sul nostro progetto! Avenatti certezza, c’è un retroscena su Antenucci. Bojinov…”
Se Riccardo Brosco sarà l’unico ex di Latina-Ternana a scendere in campo (con Beretta, a Terni dal 2002 al 2004, in panchina), nella dirigenza umbra c’è una figura che l’ambiente pontino conosce bene. Vittorio Cozzella, oggi direttore sportivo dei rossoverdi, ha ricoperto lo stesso incarico in passato in nerazzurro e nel capoluogo ha vissuto ben tredici anni. Oggi tornerà al Francioni per la seconda volta da avversario: "L’anno scorso – ammette – è stato emozionante. È bello e importante tornarci sapendo che anche stavolta è stata allestita una squadra che può ambire a posizioni di classifica di vertice", dice al Giornale di Latina.
Tornate al Francioni quattro mesi dopo una partita condizionata da due espulsioni e a quattro giorni di distanza da un match, con il Bologna, in cui gli arbitri vi hanno sottratto qualcosa…
"Martedì scorso c’è stato qualcosa che, chiaramente, poteva venire a nostro favore, ma bisogna accettare il verdetto del campo. Con il Latina subimmo due espulsioni: ineccepibile quella di Miglietta, per nulla condivisibile quella di Russo che anticipò Paolucci e non aveva neppure commesso fallo".
Che partita si aspetta?
"Si affrontano due formazioni importanti, noi abbiamo fatto un buonissimo inizio e stiamo giocando bene. Il Latina l’ho visto in alcune circostanze, ha cambiato poco e preso giocatori di categoria o con trascorsi in A. I nerazzurri possono ambire a qualcosa di importante, sarà una gara tra squadre che vorranno restare nei piani alti della classifica".
L’anno scorso furono due sfide belle calde…
"La Serie B è questa, da qualche anno domina l’aspetto fisico e quello tecnico viene meno. Chi riesce a mantenere la condizione fino al 95’ riesce a prendersi l’intera posta in palio".
A maggio disse di essere rimasto impressionato dall’entusiasmo che c’era intorno al Latina: teme il fattore ambientale?
"Credo che sarà all’incirca lo stesso. Nella scorsa stagione i tifosi stessi non si aspettavano di fare quel campionato, e la società è stata brava a mantenerlo tale operando in sede di mercato. Mi auguro per il Latina e per i suoi tifosi che questa scia di entusiasmo possa proseguire a lungo".
Che idea si è fatto di questo Latina? Un anno fa lo paragonò alla Ternana della stagione precedente, ora rischia di ripetere il vostro cammino?
"Questo rischio c’è. Noi facemmo benissimo da neopromossi e quando pensavamo di aver fatto qualcosa di importante ci siamo trovati a lottare sul fondo, anche se non abbiamo mai rischiato di retrocedere. Il Latina ha una formazione importante, ma un anno fa sorprese tutti e oggi è chiamata a confermare qualcosa di concreto. L’avvio è stato stentato, anche se ad oggi non si possono certo delineare le ambizioni. L’organico è di primissima fascia e sono destinati a dimostrarlo".
E la sua Ternana che orizzonte si è prefissata?
"Noi abbiamo ridimensionato, attrezzando una rosa mista con giocatori confermati e altri tornati come Gavazzi (dalla Sampdoria, ndr) e innesti giovani del ’94 e ’95. I giovani sono portatori di entusiasmo e spregiudicatezza, per cui non ci siamo posti limiti. La salvezza è il primo obiettivo e il primo auspicio per tutte le squadre, ma sarebbe riduttivo che guardiamo solo a quello".
Avete sostituito Antenucci con Bojinov, ma il vero crack sembra il rilancio di Avenatti
"Non è una scommessa ma una certezza. E’ un giocatore da A ad alti livelli, ha delle capacità e delle qualità che non hanno in tanti. Ha fatto una finale Mondiale (Under 20, ndr), non lo scopriamo noi. Ha trovato difficoltà dovute alla lontananza, all’alimentazione e al modo di allenarsi. Cose che per un ragazzo di 20 anni non sono facili, ma dopo un anno di apprendistato riesce a capire il nostro calcio, si è ambientato e non ha fatto altro che tirare fuori le doti importanti di cui dispone".
A proposito di Antenucci: a Latina in molti lo sponsorizzavano come erede di Jonathas, ma c’è mai stata una vera e propria trattativa?
"C’è stata una telefonata del direttore del Latina che mi disse che era interessato. Quando ha saputo il prezzo del cartellino, si è tirato indietro. Non potevamo deprezzare un giocatore come Mirco".
Quanto è servita la presenza di Tesser per calmare le acque all’indomani della sua cessione?
"La figura forte è la società, la proprietà che è rimasta compatta. Quando si vende un giocatore come Antenucci tutte le tifoserie d’Italia se la prenderebbero. I tifosi vanno accettati per quello che fanno, ti osannano e devi saperti prendere anche le critiche. In Antenucci vedevano una garanzia, ma noi eravamo coscienti di aver allestito un organico forte e avevamo già nel mirino Bojinov".
Il Perugia lassù rappresenta un motivo in più per far bene?
"Per noi no, per i tifosi sì perché i derby sono sentiti. Noi non guardiamo quello che fa il Perugia, ci interessano i risultati della Ternana e pensiamo ai nostri problemi".
Finora è stato un campionato indecifrabile. La sua griglia delle favorite?
"E’ un campionato ancora aperto, se non si giocano altre 5-6 partite non si può capire granché. Sicuramente davanti metto Livorno, Catania, Latina e Bari, a seguire probabili sorprese come Perugia, Modena, Spezia e Avellino".