Cristiano Lucarelli è diventato un pirla?

Basta con l’altelena dei giudizi: non conosciamo ancora la filosofia del mister?

Cristiano Lucarelli è diventato un pirla?

Adesso mettiamoci comodi e poniamoci questa domanda: ma davvero dopo quanto visto in Cosenza-Ternana 3-1 Cristiano Lucarelli è diventato un pirla? Ovviamente la domanda è provocatoria ma proviamo a fare un po’ di chiarezza. Non a fare l’avvocato difensore dell’allenatore che per curriculum e stazza non ne ha certo bisogno.

L’opinione pubblica e non solo ha puntato il dito sui 5 cambi operati dal tecnico livornese alla formazione titolare rispetto a quella proposta appena qualche giorno prima al Libero Liberati nel match contro il Vicenza. 5 volti nuovi sono tanti ma per l’idea di gestione del gruppo che ha Lucarelli e che Terni ha imparato a conoscere e apprezzare non sono di sicuro una novità. E’ una scelta, che l’allenatore rossoverde ha sempre fatto. 

Addirittura, ve lo ricorderete, lo scorso anno in occasione della trasferta di Potenza contro l’ex Fabio Gallo l’allenatore rossoverde ne cambiò 10 di uomini. Ora tutti direte “eh beh ma non si possono fare i paragoni con l’anno passato perché era il campionato di C e la Ternana squadra più forte di tutte”. Vero ma solo in parte. Soprattutto se si considera il punto di partenza dell’allenatore. Che non guarda soltanto alla partita prossima, ma al campionato e alla stagione nel suo intero. Si può essere d’accordo o meno con questo principio, ma questo principio fa parte di Lucarelli ed è lo stesso che ha portato la Ternana a trionfare in C. Eccessivo riportarlo in una categoria superiore? E chi lo dice? Anche in C la Ternana aveva titolarissimi, titolari e seconde linee. A Cosenza martedì pomeriggio le presunte riserve mandate in campo da Lucarelli altro non sono state che i titolarissimi e titolari della passata stagione oltre a due rinforzi del mercato estivo. Quindi per utilizzare un termine già usato in ambienti rossoverdi qualche stagione fa non è andato in campo nessun “scappato di casa”. Tutt’altro. Il problema vero che le chiacchiere sul turnover ha coperto è un altro. Se non lo avete fatto cliccate QUI e leggete le pagelle date dai maggiori quotidiani nazionali e locali alla Ternana. Cosa vedete? Pochissime sufficienze sparse qua e là. Solo un giocatore ha messo tutti d’accordo ed è Simone Mazzocchi. Il motivo? Ha segnato l’unico gol della Ternana e sfiorato poi quello del pareggio. Stop. Cosa significa? Che nessuno ha fatto veramente la differenza e che nessuno ha convinto. Dal primo all’ultimo. Dal titolarissimo alla seconda linea. Tanto è vero che lo stesso Lucarelli a fine partita ha detto “fosse stato possibile ne avrei cambiati 10, mi rammarico di questo”.

Altro punto di discussione è stato ed è tuttora il cambio di sistema di gioco. Ora pensare che Partipilo, considerato un top player della squadra possa incontrare difficoltà ha giocare qualche metro più indietro rispetto alla solita posizione risulta di difficile comprensione anche ai più. Abbiamo scelto Partipilo perché ha le spalle grandi e tutti da lui si aspettano sempre tanto. Il sistema di gioco può essere un problema se quello scelto è completamente opposto a quello solitamente utilizzato. La differenza fra 4231 e 442 è la posizione dei due giocatori più offensivi: in verticale in un caso, a fianco nel secondo. Non c’è quindi una variazione di “principi”. L’approccio, soprattutto mentale ha fatto la differenza, non il sistema di gioco.

In ultimo c’è un aspetto di non secondaria importanza. Il ruolo dell’allenatore. E’ lui che allena la squadra durante la settimana, è lui che deve scegliere le persone giuste e il sistema di gioco più idoneo partita dopo partita all’avversario di turno. E’ lui che poi può correggere il tiro a partita in corsa spostando i propri giocatori come fossero pedine in una scacchiera o gettando nella mischia forze fresche. Insomma è lui che decide. E quando si ha l’onere e l’onore di decidere poi si va incontro al responso che può essere positivo o negativo. Se le scelte portano alla festa allora ci saranno gli applausi (vedi partita contro il Vicenza o il passaggio al 4-3-3 che ha fruttato i primi punti della stagione ndr) se invece le scelte portano a delusioni ci saranno fischi e contestazioni (la prestazione contro il Brescia e il k.o. di Cosenza, ndr).

Quindi tutto a posto? No, altrimenti la Ternana avrebbe vinto. Di sicuro ci sono cose che – come lo stesso Lucarelli ha sottolineato – vanno corrette. Sicuramente alcune scelte possono essere oggetto di discussione, alcune dinamiche modificate. Ma nell’ambito sempre di una costruzione. La stessa che Lucarelli sta portando avanti da tempo a Terni. I processi di crescita sono sempre difficili, non vanno sempre come uno pensa possano andare. Ci sono dei rallentamenti. Che magari possono portare anche l’allenatore a pensare a delle strade alternative: arrivando sempre all’obiettivo.

Una cosa però è certa e se Lucarelli afferma che “non sono riuscito a motivare i giocatori”, “se avessi potuto ne avrei cambiati 10” e infine “per la seconda volta non abbiamo smaltito la sbornia dei 5 gol” beh iniziamo pensare che forse qualche limite mentale e caratteriale questa rosa ce l’ha. Questi sono due indizi. Di solito per fare una prova ce ne vogliono 3 però… Ma la stagione è lunga e di figuracce come questa a Lucarelli che come il resto della squadra sta imparando a conoscere la nuova categoria non piace farle.

L’anno scorso abbiamo celebrato alla fine della stagione San Cuppone. Chissà magari in questo di campionato a giochi fermi ricorderemo con il sorriso San Vito Marulla.