Recentemente – dopo l’ennesima promozione per favorire l’incremento delle persone allo stadio – Stefano Bandecchi si è lamentato e ha ironizzato su chi allo stadio non va. Di sicuro non si può imputare nulla a lui e a questa Ternana. La vittoria del campionato lo scorso anno, la grande voglia di Ternanità dimostrata durante la sua presidenza (progetti, beneficenza, iniziative sul territorio), una squadra che ha tanti giocatori che sono a Terni da tanto tempo. Insomma, gli ingredienti sembrano esserci tutti. Soprattutto da parte della Ternana. Ma la risposta del pubblico (non certo quello presente allo stadio) rimane tiepida. Anzi fredda. E allora ci siamo domandati, perché?
Di cosa c’è bisogno a Terni per poter riempire di più il “Libero Liberati” anche pensando alla possibilità di avere in un futuro prossimo un nuovo impianto?
Ci sono da fare alcune considerazioni intanto. Oltre quelle già fatte. Storicamente a Terni il pienone si è fatto soltanto nelle annate travolgenti. Altrimenti la media, negli ultimi anni, non è mai stata alta. Anzi.
Da quando Bandecchi è diventato proprietario (e poi presidente) della squadra la Ternana ha collezionato questi numeri. Partendo dai 4.010 di media nell’anno della salvezza di Liverani.
L’anno successivo il 17/18 – quello della retrocessione in C con Pochesci e De Canio – sono stati 4.769 i tifosi in media sugli spalti del “Liberati”. Numeri ben lontani, ad esempio dal Bari che ha fatto registrare una media monstre di 15mila spettatori.
Poi la Ternana è tornata in Serie C. Nella stagione 18/19, i rossoverdi hanno fatto registrare il quarto risultato del girone con 2.543 spettatori in media. Un numero però non certo esaltante.
Passiamo al campionato 19/20. Siamo sempre in Serie C ma questa volta i dati sono molto diversi. I rossoverdi addirittura “volano” a 8.267 spettatori in media a partita, grazie anche alla straordinaria iniziativa degli abbonamenti a prezzo simbolico del presidente.
Poi il Covid, la vittoria del campionato nel 20/21. E si arriva quindi a quest’anno con i 2.795 di media.
Cosa pesa? Pesa un decennio di Longarini in cui la squadra si è scollata dalla città. Pesa la retrocessione. Pesa il Covid (con le sue limitazioni o le paure di contagio), pesa la crisi. Pesa il fatto che la partita è (anche) in tv. Sono cambiate le abitudini. Ma rimane comunque un numero basso. Perché è vero che ci sono le limitazioni, ma si sta sempre molto larghi. Troppo.
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