Un anno e mezzo fa (a Maggio 2022) Salim Diakité viene fermato, con alcuni suoi amici, per un ordinario controllo nei pressi della stazione di Terni. Tra i documenti richiesti al calciatore anche il permesso di soggiorno che in quanto comunitario non ha. Da quella richiesta però nasce una discussione che man mano che passa il tempo diventa sempre più accesa: con entrambe le parti coinvolte che sostengono di aver ricevuto dalla controparte un comportamento non idoneo.
Un malinteso che sfocia in un verbale – poi stilato dagli agenti della polizia ferroviaria, come riporta stamattina UmbriaOn: Diakité si sarebbe “rifiutato” di consegnare i propri documenti e addirittura avrebbe invitato (ironicamente) gli agenti ad andare a controllare su internet che fosse davvero un giocatore della Ternana. Questa situazione si è tradotta – come detto – in un verbale e quindi Diakité è stato accusato di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Sempre come scritto da UmbriaOn ieri si è tenuta la prima udienza di fronte al giudice (Simona Tordelli, in composizione monocratica) e in questa occasione si sono costituite le parti civili, ovvero i tre agenti della polizia Ferroviaria di Terni assistiti dagli avvocati Loris Mattrella, Antonella Dello Stritto e Manuela Landi.
Fissata già la prossima udienza (il 7 marzo) e non si esclude che Diakite attraverso il suo avvocato (Gianmaria Daminato) non possa chiedere anche il rito abbreviato per chiudere prima possibile la vicenda che probabilmente, proprio perché il protagonista è un giocatore della Ternana, è mediaticamente diventata troppo rilevante rispetto al “reato”, sempre che si appuri che sia stato commesso.
Abbiamo raggiunto telefonicamente l’avvocato di Diakité che ha sottolineato come “tutti a Terni, tifosi e società conoscono la serietà e la persona che è Salim ragazzo solare, sempre disponibile e serio”.
“Va però contestualizzato l’episodio”, prosegue Daminato. “Durante il controllo al quale è stato sottoposto, la Polizia Ferroviaria aveva richiesto il permesso di soggiorno. Ma Salim non ce l’ha perché in quanto francese è comunitario.
Tra l’altro in quella circostanza si stava recando a Roma a prendere i suoi familiari e il controllo di fatto stava perdendo il treno. L’incomprensione quindi è nata per questo motivo. In ogni caso cercheremo di spiegare al giudice i fatti. E se necessario parleremo anche con le persone che si sono sentite offese al fine di ridimensionare una vicenda che è nata da un malinteso”.
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