Una volta definito l’allenatore, inizia il mercato. E le idee sono chiare, così come le necessità. Andreazzoli è una garanzia assoluta, soprattutto partendo dall’inizio. E’ un maestro di calcio, un grande insegnante e ha le idee chiare. Sempre.
E così la sinergia con il direttore sarà fondamentale per lo sviluppo della squadra. Le direttrici del mercato saranno poche ma molto chiare. Tre architravi: al netto dei nomi.
1. Un monte ingaggi da sforbiciare. La Ternana (nella stagione) ha speso molto. Ora – per i noti problemi legati all’inchiesta della Guardia di Finanza – la Ternana ha bisogno di ridurre le spese. Niente di tragico, sia chiaro.
2. Il secondo mantra sarà puntare sui giovani: meglio se con qualche possibilità di riscatto, meglio se di proprietà, ma non è necessario. Tanto più che dai giovani possono arrivare anche i premi di valorizzazione e il minutaggio della Lega per l’utilizzo.
3. Chi vuole andar via conosce la strada. Non ci sarà nessuno che sarà trattenuto a forza. I giocatori della Ternana, molti, sono apprezzati anche dagli avversari. E se credono di aver finito il proprio ciclo in rossoverde non saranno obbligati a rimanere. Ma tutti hanno un valore e questo valore dovrà essere rispettato.
Queste le regole. Il resto dovranno farlo Leone ed Andreazzoli. Con la loro professionalità, pazienza, competenza, dedizione.
In questo momento delicatissimo della storia di Unicusano a Terni. Quando il futuro non può essere delineato con certezza loro (insieme a Tagliavento) dovranno invece immaginare di rimanere a Terni per altri 10 anni. Come se non succedesse niente intorno a loro e guardare all’orizzonte con la stessa consapevolezza di sempre.
La Ternana, indipendentemente dalla cessione, è a un anno di ripartenza. Cambia pagina e facce. Cambia impostazione. Per la prima volta si parte senza Lucarelli dopo 3 anni). Parte di quel gruppo (chi per questioni anagrafiche, chi per scelte già fatte chi per scelte che farà) mano mano si è assottigliato. E di questo bisogna prendere coscienza. Così come è cambiato l’impegno che la società può mettere (a livello economico) per la costruzione della squadra.
Quello che non deve mai cambiare è lo spirito. E soprattutto l’affetto della piazza nei confronti della squadra, della maglia. Ma quello – ne siamo certi – non potrà mai cambiare. Per tutto il resto c’è MasterCard
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