Il dilemma di Pereiro: croce e delizia della Ternana
Il giocatore non è in discussione: partiamo da questo presupposto. Ma lo stesso Capozucca, che lo conosce benissimo, aveva avvisato tutta la piazza. “Se ha la giornata giusta vince le partite da solo, altrimenti bisogna aver pazienza e sperare di non giocare in 10, perché ci sono dei momenti in cui si assenta”.
Ora, dopo 4 partite giocate che ne siamo accorti. Abbiamo ancora negli occhi la straordinaria partita contro il Cittadella, ma i contorni di quella fotografia si stanno sbiadendo. Le prestazioni successive non sono state minimamente paragonabili a quella dell’esordio. Le sue giocate si sono viste, ma troppo sporadicamente e nell’ultima partita addirittura è arrivato anche il rigore sbagliato e il seguente tapin, anch’esso non sfruttato.
E se nelle partite contro il Como e Venezia, partite giocate dalla Ternana esclusivamente di rimessa, ci poteva stare che i palloni giocati fossero di meno, contro lo Spezia no. Sia per l’importanza della gara stessa, sia per lo occasioni che lo stesso uruguaiano ha avuto fra i piedi.
Da uno come lui, soprattutto da uno come lui, ci si aspetta che in certi momenti prenda per mano la squadra, proprio come è successo all’esordio. Che in qualche modo sia lui a trascinare i compagni e non il contrario. Che sia il leader (almeno tecnico) della squadra: l’uomo a cui appoggiarsi quando c’è bisogno di tirarsi fuori dai guai. Non è un processo semplice e non è detto che sia naturale: speravamo però soltanto che nel momento in cui si era presentato con un gol e due assist, si potesse proseguire lungo quella strada.
I dati ci raccontano (Venezia a parte che causa nebbia non è stata monitorata) che contro lo Spezia rispetto alle gare precedenti Pereiro non ha fatto duelli: solo 5 in totale (di cui 3 persi) a fronte dei 25 contro il Como e dei 29 contro il Cittadella. E che l’intesa con Raimondo è ancora da sviluppare: nelle tre partite in questione l’ultima è stata quella in cui si sono cercati di più (due passaggi a Raimondo e uno ricevuto dal numero 9 rossoverde), figuriamoci come sono andate le altre (nessun incrocio contro il Como, due palloni dati a Raimondo contro il Cittadella. E se nella prima partita i giocatori con cui c’era stata più interazione erano gli esterni di centrocampo e il centrocampista (De Boer) più vicino, nelle altre due è rimasto solo il centrocampista (sempre De Boer e Amatucci) con cui scambiare il pallone.
Peraltro in un contesto di una partita con poche azioni riuscite e con pochi dribbling all’attivo. Senza contare il peccato capitale del rigore sbagliato. Breda ha dichiarato che il rigorista è lui: ma meglio ultimi 5 anni ne aveva battuti soltanto 2 e li aveva anche sbagliati.
Per vedere però la miglior Ternana c’è bisogno del miglior Pereiro. E’ lui l’uomo da cui passa la salvezza rossoverde. E quindi non resta che sperare di rivedere a Reggio Emilia, le magie ammirate contro il Cittadella.