Il mondo Ternana e la ricerca dell’equilibrio, non solo in campo
Si sa, la vita va affrontata con coerenza ed equilibrio, in ogni suo aspetto e in tutte le situazioni. Questo vale anche nel calcio, non solo in quello giocato, pure in quello vissuto dai gradoni dello stadio o dai cuscini del divano. Già, perchè se i tifosi chiedono alla propria squadra un certo grado di continuità di gioco, forse sarebbe il caso che loro per primi non dimenticassero la regola dell'equilibrio. Nelle due settimane trascorse la Ternana sembrava avere già almeno un piede in Serie A: sei punti in due giornate, chi ci avrebbe più fermato? Anche dopo la vittoria un po' sofferta contro il Pescara, sui social network e al bar, era tutto un parlare di playoff, di promozione e di vittorie a non finire. Non appena conclusa la partita col Vicenza, giocata indubbiamente molto sottotono, si è parlato e scritto soltanto di playout, di retrocessione e di fine dei sogni di gloria. Posto che la Ternana vista coi biancorossi poco o nulla ha a che vedere con quella ammirata nelle prime due giornate del girone di ritorno, posto anche che la squadra vista, per esempio, col Crotone sembrava avere una marcia in più, ammesso che nessuno possa negare che sia giusto esaltare i pregi e criticare i difetti: a chi fa bene questa altalena di emozioni? È sempre giusto e sempre bello esultare per una vittoria, figurarsi per due di fila, ma forse è necessario acquisire la capacità di ragionare a mente fredda. Tutti i tesserati rossoverdi, giocatori e allenatore in primis, da sempre hanno dichiarato che l'obiettivo primario della squadra è la salvezza, poi tutto quello che potrebbe venire di più sarebbe di certo ben accetto. È normale che l'ambiente, in alcune circostanze, si lasci trasportare dalle emozioni e sogni la Serie A, ma forse non è giusto, dopo una sconfitta, fasciarsi la testa e pensare già di essere retrocessi senza appello. Non saranno certo due vittorie a garantire alle Fere la promozione, ma non sarà nemmeno una partita giocata male e persa ha condannarle al ritorno in Lega Pro. È bello e giusto sognare, ed è corretto anche criticare quando le cose non vanno e possono migliorare, ma più necessario di tutto è andare avanti, lavorare e giocare restando coi piedi ben saldi a terra.