Una crisi ha sempre parecchi padri. A dare il giusto peso a ognuno dei “colpevoli” pensateci voi. Noi vi presentiamo la situazione. Ma forse – fra le righe, visto che ognuno di noi ha una sua idea e non può non trasparire – si legge lo stesso la nostra idea.
Rileggi QUI la puntata 1, accusato Tesser
Rileggi QUI la puntata 2, accusata la squadra
PUNTATA 3 – Accusato il Mercato – Se fate un giro per Terni non si sente parlare d’altro. Se la giuria popolare ha “salvato” Tesser, ha trovato anche il colpevole. Nell’analisi ci muoveremo su due direttrici. La prima: si è deciso in questi anni di “esaurire” il gruppo che ha vinto il campionato 3 anni fa. Non è un discorso di riconoscenza o di patetico romanticismo. Vincere un campionato non è mai facile (la Ternana l’ultimo lo aveva vinto 15 anni prima, con Delneri in panchina): trovare un gruppo coeso altrettanto difficile. Far fare la base a quel gruppo significa avere dei ragazzi che possano condividere atteggiamenti e mentalità da poter trasferire al gruppo. Questo chiaramente non deve impedire di migliorare qualitativamente il gruppo, anzi. E’ chiaro che le categorie esistono e quindi esistono anche giocatori più o meno forti. Ma la costruzione di un gruppo vincente, ormai, è fondamentale. Sarebbe bastato sostituire gradatamente i giocatori con quelli che nel frattempo avevano meritato la conferma puntando non solo sulle qualità tecniche ma anche su quelle umane.
Seconda direttrice: il mercato è cambiato: ormai la squadra viene assemblata in 3 mesi, ma per la maggior parte negli ultimi 15 giorni. E infatti la Ternana ha sempre iniziato la stagione con pochissimi giocatori. Non succede solo a Terni. Quello che è successo in questa estate però è particolare: intanto la società ha deciso di non investire più e addirittura era in vendita (ma ne parliamo dopo). Cozzella ha dovuto operare senza soldi, anzi ha dovuto portare a casa qualcosa. Difficile, ma non impossibile. E soprattutto (tranne rare eccezioni) è la situazione in cui vive praticamente tutto il calcio italiano, quindi nessun miracolo.
La Ternana ha venduto il suo miglior giocatore e non lo ha sostituito. Non avrebbe potuto farlo se non spendendo la stessa cifra: quindi inutile discutere. Ma lo stesso Cozzella (insieme a Zadotti) avevano detto che si sarebbe rinforzata in complesso la squadra. Questo non è successo: gli obiettivi rossoverdi in molti casi sono sfumati (per questioni economiche, per questioni di tempo, o per mancanza di convinzioni) e i nomi avrebbero potuto fare la differenza: da Rabusic a Crescenzi, da Madonna a Papp, da Mazzarani a Bentivoglio, da Fabbrini a Zielinski (solo per citare l'ultimo periodo). Il mercato è fatto anche di tentativi, ma non solo. E a settembre si è dovuto correre ai ripari con il mercato degli svincolati.
È vero la classe o la bravura non hanno età, ma è stata fatta una squadra estremamente giovane, confermando un allenatore che aveva una idea di partenza diversa. E che peraltro giocando con il trequartista aveva bisogno di un "senior" anche in quella zona del campo, che invece non è mai arrivato.
Conclusione? Facciamo un paragone con lo scorso anno (quando la squadra dopo una stagione difficile si è salvata a due giornate dal termine). In porta stessi interpreti. In difesa il posto di Rispoli (fine prestito) è stato preso da Janse. A posto di Zito Vitale, Popescu per Lauro, Bastrini per Farkas. A centrocampo c’è più qualità o affidabilità (Eramo per Sciacca), ma in molti casi meno esperienza (Piredda e Crecco per Nolé e Miglietta). Dell’attacco abbiamo già parlato. A leggerla così è difficile pensare che possa essere più semplice dello scorso anno, la stagione. Anche se il calcio regala poi considerazioni diverse, in relazione a come e quanto esplodono i giocatori durante la stagione. Ma purtroppo per la Ternana ancora così non è stato.
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