La prima volta di Palumbo
C’è sempre una prima volta. Stavolta capita a 27 anni suonati, dopo averne giocati 10 in tutti i campi di B (di C e anche uno di A). Stavolta capita che per la prima volta nella sua vita Antonio Palumbo giocherà contro la Ternana.
La squadra della sua vita, la squadra di quella che è diventata la sua seconda città. La squadra della città dove è nata sua moglie e i suoi figli. La squadra di cui è stato capitano, in cui ha vinto, per cui si è incazzato, per cui ha giocato 192 volte, segnando 13 gol in totale e fornendo 27 assist. Naturalmente considerando prima, seconda e terza ondata.
E’ stato uno dei centrocampisti più completi e più decisivi che la Ternana abbia avuto nella sua storia recente. Ha giocato praticamente in ogni zona del campo, è riuscito ad essere decisivo in qualunque posizione abbia giocato.
Non per questo è stato sempre amato a Terni. Alla fine dell’ultima stagione qualcuno (anzi più di qualcuno) cominciava a beccarlo dagli spalti. Arrivavano fischi. Forse quest’anno si saranno ricreduti.
Palumbo arriva alla Ternana da ragazzino nel 2013, dieci anni fa. Una vita fa per il calcio… Era aggregato alla Primavera, lo aveva scovato Vittorio Cozzella, alla scuola calcio Mariano Keller. L’esperienza in Primavera di Palumbo dura poco, perché già nella stagione successiva (2014/15) inizia a giocare in prima squadra, lanciato da Tesser. Da allora comincia la scalata. Lo vedevi in campo sin da subito che aveva personalità, che sapeva giocare al calcio, che era presuntuoso, che cercava la giocata. Ha esordito proprio contro il Modena e quella partita la Ternana la vinse, con un gol di Avenatti. RImane ancora due anni con la Ternana. Poi tenta l’avventura fuori (Salerno e Trapani) per tornare di nuovo a Terni a gennaio del 2019 con la squadra in C, per ridare quella qualità e personalità che mancava alla squadra. Tornò da giocatore della Samp, fondamentalmente.
Eh sì perché Palumbo fu proprio ceduto alla Samp e con le sue due cessioni (compresa quella di ora) la Ternana riuscì a guadagnare (come plusvalenza secca) circa 2 milioni di euro.
Alla Samp fece il suo esordio in A, per 10 minuti. Per poi tornare di nuovo nella conca. Per costruire quella squadra che ha dominato il campionato di C. Insieme a Partipilo e Falletti ha divertito e si è divertito. Si è fermato solo per infortunio nel meraviglioso anno della promozione dei record. Ma in Serie B è diventato più decisivo che mai, tanto che nella passata stagione all’inizio sembrava che la squadra fosse Palumbo-centrica. Se in campo si parlava ad occhi chiusi con Partipilo e Falletti, nello spogliatoio i moschettieri si allargavano: Paghera e Proietti. Erano lo zoccolo duro, quelli che c’erano sin dalla prima ora della ricostruzione della Ternana (e che ora, in questo nuovo corso, non ci sono più, tranne uno).
Ora Palumbo è avversario. La prima cosa che farà sarà abbracciare Falletti, quello a cui ha lasciato la fascia. Poi magari gli passerà nella testa qualche foto. Quella maglia che ora si vede di fronte non può non suscitargli emozioni e ricordi.
Il suo campionato è stato come quello del Modena: buono ma con meno gol del previsto. Viene utilizzato principalmente come mezz’ala. Cerca sempre l’assist per i compagni, soprattutto da calcio piazzato (che si divide con Tremolada, quando sono entrambi in campo). E’ sempre lo stesso Palumbo, se vi è capitato di vedere qualche partita: a testa alta, pronto alla giocata, vivace. Cambia solo il colore della maglia, quindi. Particolare non di poco conto.