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Le 5 cose che abbiamo imparato da Cosenza-Ternana 3-1

1 La Ternana non è una squadra matura

Abbiamo imparato che la Ternana non è una squadra matura. Lucarelli aveva caricato tanto la partita di Cosenza anche per mettere in guardia i suoi dai rischi che avrebbero potuto incontrare soprattutto dopo il 5-0 al Vicenza. Ma a nulla è servito. E come se non bastasse c’è quella frase “avrei voluto cambiarne 10” che pesa molto e fa pensare che nessuno della rosa di fatto era rientrato nel carroarmato. Peccato. La Ternana poteva fare legna “e metterla da parte per quando arriverà l’inverno che sarà freddo” per usare le parole di Lucarelli. Non ci è riuscita segno che c’è ancora tanto da lavorare.

2 Capuano profetico “utopia pensare di non perdere più”

Abbiamo imparato che Marco Capuano la Serie B la conosce bene, eccome. Il centrale difensivo ospite nel live di Ternana Time lunedì sera aveva detto “è utopia pensare di non perdere più da qui alla fine”. E così è stato. La squadra rossoverde è caduta alla partita successiva. Certo c’è modo e modo per perdere e quello scelto da Capuano e compagni sicuramente non è stato dei migliori.

3 Salvate il soldato Pettinari

Abbiamo imparato che c’è ancora chi, in questa rosa, non è riuscito ancora ad imporsi. Ogni riferimento a Stefano Pettinari e voluto. L’attaccante è ancora a secco di gol, di assist, di prestazioni importanti. Nel post Vicenza Lucarelli parlando delle prestazioni di Donnarumma e Pettinari ha detto “adesso aspetto Stefano”. Contro il Cosenza la punta romana ha avuto la grande chance di partire dal primo minuto e… non ha inciso. Non è stato nemmeno fortunato visto e considerato che ha giocato titolare un match con una squadra sperimentale (5 cambi rispetto all’ultimo undici iniziale, ndr). Fatto sta che Pettinari ad oggi ancora non è pervenuto.

4 Tanti cambi nell’undici iniziale non è facile assimilarli

Abbiamo imparato che troppi cambi possono nuocere. Se l’intento era quello di rimotivare tutti e tenere tutti sullo stesso piano, purtroppo non ha pagato invece la qualità della prestazione e soprattutto il risultato. Va bene il turnover, soprattutto durante il turno infrasettimanale, ma così profondo è davvero difficile sostenerlo. Ora addossare la colpa della sconfitta di Cosenza ai volti nuovi di giornata è sbagliato e stupido anche perché “chi è subentrato non ha fatto meglio di chi è uscito” ha poi detto l’allenatore rossoverde. E allora cosa c’insegna questa lezione? Che oggi c’è un motivo se qualcuno ha giocato di meno e che gli esperimenti o i messaggi lanciati alla squadra dall’allenatore possono trasformarsi in pericolosi boomerang.

5 Compleanno da dimenticare per Partipilo

Abbiamo imparato che qualche volta ci scappa di regalarsi un compleanno da dimenticare. Questa volta è capitato ad Anthony Partipilo. Anche lui, come i suoi compagni è finito vittima della “sbornia” post Vicenza. Sebbene ci abbia provato e nessuno lo mette in dubbio, non è riuscito ad incidere come ci si aspetterebbe da lui. Ha influito il sistema di gioco? Difficile dirlo perché comunque sempre sulla corsia di destra ha operato. Gli è mancato il “compare” Felletti? Probabile perché quando il trequartista uruguaiano i due hanno dialogato e sfiorato il gol. Ma se non valgono per gli altri, gli alibi non devono valere nemmeno per lui.

Alessandro Laureti

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